Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Storia dell'Ordine > Storiografi OSA > Torelli > Tomo IV > 1276

Torelli: Secoli Agostiniani - Tomo IV

Agostino e san Giovanni: affresco a Tolentino

Agostino e san Giovanni: affresco a Tolentino

 

 

ANNO 1276

Anni di Christo 1276 - del secolo XXIII - della Religione 890

 

 

 

 

1 - L'Anno di Cristo 1276 si rese grandemente memorabile, se non per altro, per havere veduto morire, l'uno appresso all'altro, quattro Sommi Pontefici, cioè a dire, Gregorio X il quale doppo tornato in Italia dal Concilio di Lione nell'Anno scorso, appena se n'era egli passato dalla Città di Firenze in quella d'Arezzo, per trattare ivi gravissimi negotj della Chiesa, quando quasi appena giunto, per cosi dire, fu chiamato da Dio in Paradiso, per mezzo d'una beata morte a' 10 di Gennaio, dopo havere degnamente seduto su la Cattedra di S. Pietro quattro Anni, e quattro Mesi, lasciando dopo di se un grand'odore di Santità, per molti Miracoli, che in vita, et in morte, e dopo morte ancora operò Iddio, per i suoi meriti sublimi. Il secondo Pontefice fu Pietro nato in Tarantasia di Savoia, e poscia divenuto Religioso Domenicano, et appresso Cardinale, e Vescovo Ostiense, finalmente in quest'Anno successe nel Pontificato a Gregorio, e si chiamò Innocenzo V, ma morto anch'egli indi a 5 Mesi, li fu sostituito Ottone Fieschi, Diacono Cardinale di S. Adriano, il quale Adriano V si fece chiamare; ma venuto anch'egli, dopo quaranta giorni a morte, cioè a dire a' 18 d'Agosto, li fu finalmente dato per Successore a' 15 di Settembre, Pietro di Giuliano nato in Lisbona, Metropoli del Regno di Portogallo, il quale si chiamò col nome di Giovanni Vigesimo, benchè altri ancora lo chiamino Vigesimo primo, se bene in verità egli si deve chiamare Vigesimo.

2 - Il Padre Maestro Antonio della Purificatione nel Tomo secondo della sua Cronica Agostiniana della Provincia di Portogallo nel Libro settimo Titolo primo, e nel Paragrafo primo sotto l'Anno di Christo 1277 a carte 210, parlando di questo Sommo Pontefice, dice, che nacque in Lisbona nella Parrocchia di San Giuliano, e nel Secolo chiamossi Pietro Iulianes, e come da giovinetto attese, con ogni diligenza, allo Studio, et essendo di grande ingegno, fece altresì gran profitto quasi in tutte le Scienze, ma fra l'altre, riuscì maraviglioso nella Matematica, e nella Medicina, delle quali scrisse un Libro, et un altro di Logica, il quale hoggidì camina per le mani di tutt'i letterati, e si chiama Logica Petri Hispani. Soggiunge poi il mentovato Autore, che nel maggior colmo de' suoi Studj, ripensando molto attentamente alla caducità di queste cose terrene, si risolse d'abbandonare il Mondo, e di prendere l'Habito di Donato, o vogliam dire Oblato, nel nostro insigne Convento, che all'hora chiamavasi di S. Agostino, et hora chiamasi di Nostra Signora della Gratia, et in quello perseverò per qualche tempo; ma poscia essendo uscito per le preghiere d'alcuni suoi Parenti, prese l'habito di Prete, e fecesi Sacerdote; indi passatosene in Roma, salendo a poco, a poco, per mezzo della sua gran Virtù, di grado, in grado, fino ad essere Cardinale, fu finalmente, dopo la morte d'Adriano V, eletto Pontefice, come habbiamo veduto. Di dove poi habbia egli quest'Autore cavato, che questo Pontefice fosse stato per qualche tempo nostro Donato, non lo sappiamo, perché egli non lo dice, ci diamo però a credere, che l'haverà cavato dall'antiche Memorie di quel nobilissimo Monistero di sopra mentovato.

3 - Celebrossi in quest'Anno il Capitolo Generale per i Padri dell'Italia, nella Città, e Convento di Todi, per rivedere a bella posta di nuovo, agiustare, e confirmare le Costitutioni dell'Ordine, e fra gli altri Decreti, che in questo Capitolo si fecero, uno fu, che il Capitolo Generalissimo nel quale dovevano convenire, come altrove notassimo, tutti li Padri Capitolari dell'Ordine, tanto di qua, quanto di là da' Monti, si dovesse per l'avvenire celebrare ogni tre Anni indubitatamente, et in detto Capitolo fu fatto Provinciale F. Augura non Romano, ma da Città di Castello, o da Pietra Lunga, come espressamente si legge nell'antico Registro della Provincia Romana, e non fu eletto nel Capitolo Provinciale, come dice il Panfilo, ma in questo, come habbiamo detto di sopra, fu questo Frat'Augura un Religioso di grand'ingegno, e talento, e molto in quel tempo stimato nella Religione.

4 - Fin'hora ci è stata ignota l'Antichità di questo Convento benchè sempre habbiamo stimato essere molto grande, considerando massime, che in questo tempo era in stato così pieno, che fu stimato di potervisi celebrare un Capitolo Generale; hora finalmente, la Dio mercè, mi è stata tramandata una Bolla d'Innocenzo IV concessa da esso a favore di questo Monistero, dalla quale costa essere molto più antico dell'Anno 1254 in cui fu data; contiene poi questa un Privilegio di poter ricevere da gli Usurarj Penitenti fino al numero di 500 lire delle robbe malamente acquistate da quelli, per mezzo del'Usure, li Patroni delle quali onninamente non si sapevano a' quali si potesse fare la restitutione; e ciò a fine di potere proseguire la Fabbrica della loro Chiesa. Fu data questa Bolla in Anagni a' 7 di Luglio l'Anno 12 del suo Pontificato, che viene appunto ad essere nell'Anno del 1254; l'originale poisi conserva nel suddetto Convento di Todi, la di cui copia è questa, che siegue:

Innocentius Episcopus Servus Servorum Dei.

5 - Dilectis filijs, Priori, et Fratribus Domus Eremitarum de Tuderto Ordinis Sancti Augustini, salutem, et Apostolicam benedictionem. Vestris inclinati precibus, ut ab illis, qui de Civitate, et Dioecesi Tudertina extorserunt Usuras, vel alias acquisiverunt illicite, et inveniri non potest, cui sit praedictorum restitutio facienda, possitis usque ad summam quingentarum librarum parvulorum Senen. ad opus Fabricae Ecclesiae vestrae recipere, auctoritate, vobis praesentium indulgemus. Nolumus etiam, quod illi qui praemissa vobis contulerint ad eorum restitutionem aliam faciendam aliquatenus teneatur; sed ad restitutionem residuum acquisitorum taliter, si quod fuerit, remaneant nihilominus obligati. Nulli ergo omnino hominum liceat hanc paginam nostrae Concessionis infringere, vel ei ausu temerario contraire, si quis autem hoc attemptare praesumpserit indignationem Omnipotentis Dei, et Beatorum Peti et Pauli, Apostolorum eius se noverit incursurum. Dat. Anagniae nonis Iulij, Pont. nostri Anno 12.

6 - Si che dunque da questa Bolla habbiamo, che l'antico Convento di Todi, chiamavasi di Sant'Agostino, et era stato fondato prima del 1254 se bene, per quanta diligenza habbiamo saputa usare, non ne habbiamo potuta rinvenire la prima origine; questo solo è certo, che fu fondato fuori della Città, ove stette fino all'Anno di Christo 1316, in cui per opera del Beato Simone Rinalducci da Todi, fu trasferito dentro della Città nella Chiesa Parrocchiale di S. Prassede, in cui tuttavia dura, e rimane. Era poi in tanta stima, e divotione appresso de' Cittadini di Todi, quel primo Convento, che li suddetti Cittadini havevano data facoltà al Priore pro tempore di quello, di potere creare Cittadini della loro Città tutti que' Forestieri, c'havessero prestato qualche buon'aiuto, o soccorso alla Fabbrica, così della Chiesa, come del loro Convento; il che faremo autenticamente costare in altro luogo più opportuno. Ha poi questo Convento prodotti molti Huomini Illustri alla Religione, et al Cielo, de' quali i più principali sono stati il mentovato B. Simone Rinalducci, il quale, predicando in Bologna in tempo di Quaresima l'Anno del Signore 1322 dopo havere predetta al popolo nel Pergamo, la sua vicina morte, morì finalmente con gran fama di Santità nel giorno 20 d'Aprile, e Nostro Signore, per autenticare la di lui santa Vita, e morte, con ben 136 Miracoli autentici de' quali se ne conservano tre Processi nel nostro Archivio di S. Giacomo di Bologna; e le di lui Ossa Beate si conservano parimente in un particolare Deposito sopra l'Altare di S. Alessio, ove da tempo immemorabile hanno sempre goduto, e godono tuttavia il publico Culto, e Veneratione del Popolo divoto. L'altro Soggetto poi più cospicuo, dopo il B. Simone, che ha havuto questo Convento, è stato un tale Maestro Tomaso da Todi, il quale era Procuratore Generale nell'Anno 1387. Nel detto Monistero fu celebrato un Capitolo Generale in quest'Anno, come habbiamo accennato di sopra, essendo ancora Generale dell'Ordine il Lettore F. Francesco da Reggio.

7 - Radunossi anche quest'anno istesso, come anche scrive il Panfilo, il Capitolo Provinciale nel Convento del Monte Cimino, nel quale si elessero li Diffinitori, e furono F. Simone da Corneto, F. Giacomo Perugino, F. Matteo da Viterbo, e F. Agostino Romano, chiamato per sopra nome Seneca, come che forse egli fosse ne' suoi discorsi sententioso, e morale, come quel gran Filosofo lo fu in sommo grado, e gli accennati suoi Compagni, erano anch'essi tutti huomini nelle Lettere consumatissimi; e fu creato anche Priore del nostro antico Convento di S. Maria del Popolo, un Religioso per nome Fra Geremia da Spoleto, huomo di grand'eruditione, dice il Panfilo, e molto prattico ne gli affari e maneggi della Romana Corte.

8 - Certamente si stima che in quest'anno medesimo del 1276 mentre il glorioso S. Nicola se ne stava di stanza, come si crede, nel convento di Fermo attendendo più che mai, alle sue innarrivabili austrezze, per le quali era così estenuato, che ogn'uno diceva, che egli per miracolo viveva. Occorse, che un suo cugino Monaco dell'Ordine di S. Benedetto, essendolo venuto a visitare, e trovatolo in quella guisa, così miseramente consumato, mosso di lui a pietà, cominciò ad esortarlo di abbandonare la nostra Religione, come troppo austera, perochè non sapeva la Santità del parente, e passarsene nella sua più ricca, e comoda, e non tanto severa; hora mentre la notte il Santo stava attendendo alle sue solite contemplationi, et orationi, e stava principalmente supplicando la divina Bontà ad ispirarli quello, che far dovesse in così grave emergente, ecco, che nel più bello di quel divoto silentio, gli apparvero alcune schiere d'Angeli, in due parti maestosamente divise, e con voci dolcissime, gli dicono tre volte, a Tolentino, a Tolentino, a Tolentino hai tu da passare, et ivi per tutto il tempo di tua vita servire nel Convento di questa tua Religione, nella quale t'ha chiamato il tuo Celeste e Divino Creatore; per la qual cosa, il Santo, stabile, e sodo nella sua vocatione, licentiò il Monaco suo cugino, et egli poi indi a poco, fu posto di stanza in Tolentino, di dove non partì più, ma vi stette fino alla morte, che fu appunto 30 anni doppo di questa sua gita in quel Convento; essendo pima stato di stanza né conventi di Macerata, di Fermo, di Valmagnente fuori Pesaro, di Cingoli, di S. Ginesio, e di Recanati e fors'anche altrove, che però siamo certi, che tutti questi Conventi sono più antichi di quest'anno; imperochè, quelli di Macerata, e di Fermo, come nel suo luogo dimostassimo, sono più antichi dell'anno 1247, quello di Cingoli, più antico dell'anno 1244, e quello di Recanati, prima dell'anno 1255 e gli altri due, sono più antichi di quest'anno, se bene poi di questi, né di quelli, non sappiamo la vera e certa origine; il caso poi di S. Nicola lo racconta l'autore della sua vita, F.Giacomo Alberici nel cap.10.

9 - Riferisce altresì il Milensio nostro, e da esso l'Errera nel Tomo primo in Conventu Coloniae, che Sifrido Arcivescovo di Colonia, il quale in questo tempo era anche Cancelliere per l'Italia, del Sagro Romano Imperio, concesse nella Feria sesta, doppo la terza Domenica di Quaresima, nel Mese di Marzo alcune Indulgenze alla nostra Chiesa di Colonia, delle quali ancora fino al giorno d'hoggi, se ne conserva insieme con quelle di molti altri Prelati, nell'Archivio di quella S. Casa, il Diploma, per quanto riferiscono il Milensio, et il Crusenio.

10 - Il Padre della Purificatione nello stesso suo Tomo 2 della Cronica Provinciale Agostiniana di Portogallo, a carte 210 sotto di quest'Anno 1276, riferisce, che in questo tempo era Capellano maggiore della Regina D. Beatrice Moglie del Re Alfonso Terzo di Portogallo, un Religioso, il quale si chiamava Fra Domenico Martines, il quale era naturale d'una nobil Terra chiamata Monte Maggiore, e dice, che questo Religioso era di vita incolpabile, e come portava il nome del glorioso P. S. Domenico, di cui anche doveva essere, com'è da credere, molto divoto, perciò meritò di santamente morire nel Monistero nostro di Nostra Signora della Gratia di Lisbona nel giorno Festivo del mentovato Santissimo Patriarca Domenico; gli è ben vero però, che non si sa precisamente in quell'Anno egli morisse.

11 - Venne quest'Anno a morte la Figlia di quel Signore di Plesse, che fabbricò, e fondò di suo il Convento d'Hochelem nella Germania, ed ella fu la prima Superiora di quella Casa della cui Fondatione parlassimo sotto l'Anno 1242 di questo Secolo, perochè in quello appunto ella fu fatta. Errera nel Tomo primo dell'Alfabeto.

12 - Terminò parimente il corso della sua Vita gloriosa, doppo haver regnato lo spatio di 63 Anni, Giacomo Re d'Aragona, chiamato il Dbellatore, a cui tanto devono le Religioni, e l'Ordine Ecclesiastico, perochè di lui si scrive dal Mariana, e da altri, che nel tempo suo fondasse più di due mila Chiese, e spetialmente a noi fondò il Convento dell'Aquevive, e diede il sito per fondarvi quello di Valenza, e quello d'Arzilla, come ne' suoi luoghi habbiamo notato.