Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Monaci agostiniani > Monaci celebri > Onofrio Panvinio

monaci agostiniani celebri: Onofrio Panvinio

Ritratto di Onofrio Panvinio di Jacopo Tintoretto alla Galleria Colonna a Roma

Ritratto di Onofrio Panvinio di Jacopo Tintoretto

 

 

ONOFRIO PANVINIO

(Verona 1530 - Palermo 1568)

 

 

 

Onofrio Panvinio nacque a Verona il 23 febbraio 1530.  A undici anni entrò nell'ordine di eremitani agostiniani dove cambiò il nome di nascita da Giacomo in Onofrio.

Nel 1539 si recò a Roma dove rimase affascinato dalla città, che avrebbe documentato in età più adulta attraverso una spettacolare produzione letteraria e storica sulla sua topografia, le iscrizioni, la storia antica e medievale, gli scrittori e le grandi famiglie papali. Tra il 1549 e il 1550 dove ebbe modo di frequentare molti eruditi del suo tempo. Qui, inoltre, si legò alla corte di Alessandro Farnese. Fu uno dei più importanti studiosi della storia romana dell'epoca e si interessò anche a quella ecclesiastica. Pio IV lo nominò nel 1556 revisore alla Biblioteca Vaticana dopo aver rifiutato di diventare vescovo. Dopo la laurea a Roma come Dottore nelle Arti Letterarie nel 1553 incominciò a insegnare ai novizi del suo ordine a Roma e Firenze. Nel 1557 conseguì anche il titolo di Sottore in teologia. Per poter meglio indagare la storia ha visitato le biblioteche d'Italia, e per perseguire la ricerca storica se ne andò in Germania nel 1559.

Fra le molte sue opere, sono specialmente notevoli i Commentarii ai Fasti (1558), i Commentarii ai Trionfi, i Comizi imperiali, le Antichità veronesi (incompiute), una silloge di epigrafi, ecc. Le sue schede manoscritte, preziose fonti sui monumenti medievali romani e notevoli testimonianze sul suo metodo critico, si conservano nella Bibl. Vaticana.

Fu ritratto da Tintoretto (Roma, Galleria Colonna). Morì mentre accompagnava il suo amico e protettore il cardinale Farnese al Sinodo di Monreale, 1568.

E' stato riconosciuto come uno dei più grandi storici della chiesa e della archeologia del suo tempo. Lo stampatore Paulus Manuzio lo definiva un antiquitatis helluo ("un mangione dell'antichità") e Giulio Cesare Scaligero per il suo stile lo chiama "omnis pater historiae" e cioè "padre di tutta la storia".

La sua grande mappa archeologica di Roma antica è stata conclusa nel 1565. Circa nello stesso periodo iniziò a collaborare con l'incisore francese Étienne Dupérac, che ha continuato a produrre illustrazioni per stampe postume di opere del Panvinio. Non tutte le sue numerose testimonianze storiche, teologiche, opere archeologiche, e liturgica sono stati pubblicati, anche postumi. Alcune sono conservate fra i suoi manoscritti presso la Biblioteca Vaticana .

 

Pubblicazioni

De fasti et triumphi Romanorum a Romulo usque ad Carolum V (Venezia, 1557) "Sulle feste e trionfi dei Romani da Romolo a Carlo V ";

Un'edizione rivista di Carolus Sigonius  Fasti consulares (Venezia, 1558);

De comitiis imperatoriis (Basilea, 1558);

De Republica Romana (Venezia, 1558);

Epitome Romanorum Pontificum (Venezia, 1557), "Breve storia dei pontefici romani";

Una edizione riveduta di Bartolomeo Platina De Vitis pontificum (Venezia), "Sulle vite dei Papi";

XXVII Pontefice Max. elogia et imagines" (Roma, 1568) "Elogie e le immagini di ventisette pontefici ";

"Di sibille e oracoli sibillini ";

Chronicon ecclesiasticum a C. Julii Caesaris tempore usque ad imp. Maximilianum II (Colonia, 1568); "cronaca ecclesiastica dai tempi di Giulio Cesare a quello dell'imperatore Massimiliano";

De episcopatibus, titulis, et diaconiis cardinalium (Venezia, 1567), "dei vescovadi, i titoli e diaconie dei cardinali ";

De ritu sepeliendi mortuos apud veteres Christianos (Colonia, 1568); "dei riti di sepoltura per i morti tra i primi cristiani";

De praecipuis urbis Romae santioribusque basilicis (Roma, 1570; Colonia, 1584);

De primatu Petri et Apostolicae Selis potestate (Verona 1589): "del primato di Pietro e la potenza della Sede Apostolica";

Libri X de varia creatione Romanorum Pontificum (Venezia, 1591);

De Bibliotheca Pontificia Vaticana (Tarragona, 1587);

Augustiniani ordinis Chronicon (Roma, 1550), "Cronaca dell'Ordine agostiniano";

De Ludis circensibus (Venezia, 1600), "I giochi del circo".

Epitome antiquitatum romanarum (Roma, 1558);

De Romanorum antica religione, "L'antica religione dei Romani".

 

 

Esiste una lapide che lo ricorda a Palermo presso il convento degli Agostiniani (meglio conosciuto come la chiesa di S. Rita), e un sarcofago nel monastero dell'ordine di S. Agostino di Roma; un suo ritratto realizzato da Tintoretto, è esposto nella galleria Colonna di Roma.