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Priori Generali: ALESSANDRO DA S. ELPIDIO

immagine di Alessandro da sant'Elpidio

Alessandro da S. Elpidio

 

 

ALESSANDRO DA S. ELPIDIO

(1270 - 1326)

 

 

 

 

Nacque a S. Elpidio nel 1270. Nel 1300 reggente dello studio generalizio presso la Curia pontificia di Anagni, nel 1303 definitore del Capitolo Generale di Perugia, nel 1307 insegna a Parigi. Dal 1312 al 1357 l'Ordine fu governato solo da quattro priori generali, con la particolarità che uno di essi, Dionisio da Modena, morì un anno e mezzo dopo la sua elezione. Gli altri tre, quindi, che sono noti anche nella storia della teologia della prima parte del loro secolo, per lungo tempo tennero nelle loro mani le redini del governo. Il primo è Alessandro da S. E1pidio, "uomo molto accorto, ammirevole per la sua prudenza e di molta scienza" secondo il Friemar. Eletto a Viterbo dal capitolo del 1312 fu confermato nell'incarico dal capitolo di Padova nel 1315, da quello di Rimini nel 1318 da quello di Treviso nel 1321 e da quello di Montpellier nel 1324. Volle rinunciare, almeno in quest'ultimo capitolo; ma gli elettori - dice un anonimo contemporaneo - "non permisero che rinunciasse e che consegnasse il sigillo del suo ufficio" (AAug. 111,466). Il 18 febbraio del 1326 fu preconizzato vescovo di Amalfi - non di Melfi - da Giovanni XXII; ma secondo il citato anonimo "morì pochi mesi dopo".

Aveva studiato a Parigi sotto la guida del beato Giacomo da Viterbo; presto fu primo lettore nello "Studio della Curia" - ad Anagni - e ottenne il grado di maestro nella capitale di Francia verso il 1307, la sua firma si vede infatti con quella di altri maestri nel processo contro i templari nel 1308 e contro Margherita Porete nel 1309. Oltre gli atti dei suoi cinque capitoli ci informano del suo governo due lettere circolari, che egli inviò ai superiori delle province, così come il citato documento "Toleramus", col quale mitigò alcuni precetti delle Costituzioni, cercò di spiegare meglio gli altri e volle mantenere l'osservanza della povertà e della vita comune, contro gli abusi sempre più frequenti. L'elenco dei suoi scritti in difesa dell'autorità e del primato del Papa, in lotta con Ludovico il Bavaro, e contro gli pseudo spirituali o fraticelli, si può vedere in Perini II,47 e nel LTK 1,309; ma il cognome Fassitelli, con il quale è citato in queste e in altre opere di consultazione, non si incontra nei testi medievali.

Discepolo di Egidio Romano, è autore di numerose opere di carattere teologico, giuridico e politico. Grande organizzatore della struttura dell'Ordine, con particolare attenzione agli studi, non potè non seguire le vicende del processo del confratello S. Nicola, che aveva conosciuto personalmente e con cui aveva convissuto per qualche tempo. E' anche probabile la sua appartenenza a questa provincia e che come superiore generale si sia interessato al programma del ciclo di affreschi del Cappellone di Tolentino.

 

 

Referenze:  CRUSENIO, Monasticon