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Archivio news:  Omaggio a Corti

Il manifesto dell'incontro

Il manifesto dell'incontro

 

 

L'AVVENTURA UMANA DI SAN CARLO BORROMEO

 

 

Venerdì 18 novembre

Oratorio di Cassago

 

 

 

Nel programma delle manifestazioni in onore di Eugenio Corti dell'anno 2011 presso l'Oratorio di Cassago, il giorno venerdì 18 novembre serata in onore di san Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, capace di suscitare il profondo senso religioso che sta alle radici della religiosità cristiana brianzola, l'hums fecondo da cui trae vigore e forza l'opera di Eugenio Corti e in particolare ne "il Cavallo rosso" capolavoro dell'autore besanese.

 

La serata prevede due interventi complementari che trattano l'aspetto storico spirituale di san Carlo e l'aspetto storico-artistico relativo alla sua presenza a Milano nella Diocesi che gli fu afidata dal papa.

 

"Dare la vita per i propri amici"

a cura di ALESSANDRO MOLTENI

 

e

 

"Percorso iconografico sulla figura di san Carlo"

a cura di FRANCESCA GIUSSANI

 

 

 

San Carlo Borromeo

Nato nel 1538 nella Rocca dei Borromeo, sul Lago Maggiore, era il secondo figlio del Conte Giberto e quindi, secondo l'uso delle famiglie nobiliari, fu tonsurato a 12 anni. Studente brillante a Pavia, venne poi chiamato a Roma, dove venne creato cardinale a 22 anni. Fondò a Roma un'Accademia secondo l'uso del tempo, detta delle «Notti Vaticane». Inviato al Concilio di Trento, nel 1563 fu consacrato vescovo e inviato sulla Cattedra di sant'Ambrogio di Milano, una diocesi vastissima che si estendeva su terre lombarde, venete, genovesi e svizzere.

Un territorio che il giovane vescovo visitò in ogni angolo, preoccupato della formazione del clero e delle condizioni dei fedeli. Fondò seminari, edificò ospedali e ospizi. Utilizzò le ricchezze di famiglia in favore dei poveri. Impose ordine all'interno delle strutture ecclesiastiche, difendendole dalle ingerenze dei potenti locali. Un'opera per la quale fu obiettivo di un fallito attentato. Durante la peste del 1576 assistette personalmente i malati. Appoggiò la nascita di istituti e fondazioni e si dedicò con tutte le forze al ministero episcopale guidato dal suo motto: «Humilitas». Morì a 46 anni, consumato dalla malattia il 3 novembre 1584.