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Immagine di Josquin Desprez

Josquin Desprez

 

 

GAUDEAMUS

Josquin Desprez, il suono della Grazia

 

Diocesi di Pavia, Provincia Agostiniana d'Italia, Comune di Pavia, Pavia città internazionale dei Saperi, Comitato Pavia città di Sant'Agostino

Pavia, Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro

24 aprile 2012, ore 21

 

 

 

De labyrintho

Walter Testolin

 

Programma:

Vultum tuum deprecabuntur

Missa Gaudeamus

Kyrie

Gloria

Credo

 

Virgo salutiferi

Missa Gaudeamus

Sanctus Benedictus

Agnus Dei

 

Inviolata, integra et casta

 

De labyrintho

Nadia Caristi, Laura Fabris cantus

Bronislawa Falinska, Paolo Costa altus

Gianluca Ferrarini, Fabio Furnari tenor

Enrico Bava, Marco Scavazza bassus

Walter Testolin

 

Note di Sala

Josquin Desprez - Il suono della Grazia

 

Missa Gaudeamus

Il 27 settembre del 1502, Ottaviano Petrucci pubblicava a Venezia un libro fondamentale nella storia della musica, una vera e propria pietra miliare. Si intitolava Misse Josquin, era il primo libro musicale dedicato alle opere di un solo autore e conteneva cinque redazioni dell'Ordinarium missæ di Josquin Desprez, compositore la cui fama era tale da consentire all'editore di omettere il cognome dall'intestazione della pubblicazione. Il libro (in verità si trattava di quattro "libri - parte" in un innovativo formato oblungo) conteneva cinque Messe composte da Josquin in un periodo tra la metà degli anni Ottanta e la fine del secolo precedente. Cinque capolavori al centro dei quali svettava la Missa Gaudeamus. Il maestro trasse dall'antifona per la festa di Ognissanti Gaudeamus omnes in Domino il materiale melodico su cui costruire l'intero edificio contrappuntistico, affidandone l'esecuzione in forma di note lunghe alla voce del Tenor.

L'impegno, già di per sé una sfida vista la particolare ripetitività della melodia usata, non si limitava però a questo: Josquin, attraverso l'isolamento delle prima sei note dell'antifona, corrispondenti alla parola "Gaudeamus" , diede forma a una sorta di ostinato melodico cui affidò il compito di contenere il vero significato della composizione attraverso una ricercata simbologia numerica. Ciò che tuttora stupisce è come una struttura talmente complessa e profonda abbia dato vita a una musica così bella, semplicemente bella, di bellezza certo sottile e raffinata, ma fruibile a tutti, per quanto assolutamente ineffabile. Alcune delle sue pagine sono davvero memorabili: impossibile non segnalare la profonda umanità del terzo Agnus Dei o la visione della gioia angelica che si sprigiona dall'inizio del Sanctus, il cui testo ripete proprio il canto degli angeli all'apertura del settimo sigillo nell'Apocalisse di Giovanni (Apoc. 4, 6-8). Particolarissima la vitalità ritmica che pervade la prima parte del Gloria e del Credo, vitalità che diviene perfino virtuosistica nel Pleni sunt cæli. Incantevoli i tre bicinia del Benedictus e il Kyrie.

Irruento l'Hosanna, poderosi e ritmicamenti complicati i finali di Gloria e Credo, bellissimo il Qui tollis peccata mundi. Ma l'episodio Et in Spiritum Sanctum del Credo è una pagina che ha pochi paragoni: una musica che nella sua essenzialità, nella sua perfezione sonora e con la sua forza emotiva ci descrive e ci parla di mondi non frequentati dal sensibile umano. Luoghi che sono l'equivalente musicale dell'empireo dantesco. Luoghi dove la Grazia diventa Suono.

 

Vultum tuum deprecabuntur, Virgo salutiferi, Inviolata, integra et casta

L'ispirazione e la maestria di Josquin ben emergono anche dai mottetti presentati, tutti, come la messa, probabilmente composti durante i due soggiorni italiani del musicista. Vultum tuum deprecabuntur (presentato qui in quattro delle sue sette parti), viene fatto risalire agli anni trascorsi dal Maestro a Milano, anni durante i quali si ritiene sia stato ritratto da Leonardo da Vinci nel celebre "Ritratto di Musico" della Pinacoteca Ambrosiana. Questo lungo mottetto ripete, ad alcuni anni di distanza, i modi dei motecta missales, pratica tipicamente milanese di sostituire i punti fissi della messa (l'"ordinarium missæ") con testi adatti alla festività celebrata, in questo caso una festa mariana. Il carattere mistico (e velatamente esoterico) della composizione traspare già dai primi accordi, con la parola "Vultum" descritta attraverso l'uso sapiente di colori sfumati, quasi una versione musicale dello sfumato leonardesco, che raccontano il progressivo disvelarsi del volto cantato e pregato. Risale al periodo aprile 1504 - aprile 1505 trascorso a Ferrara presso la corte di Ercole d'Este il mottetto Virgo salutiferi, particolarissimo esempio di mottetto di corte nel quale alle tre voci che sviluppano il testo devozionale di Ercole Strozzi in maniera raffinatamente virtuosistica, rispondono due voci (il cantus e il tenor) che intonano la famosa antifona Ave Maria gratia plena in forma di cantus firmus.

Nel loro scorrere le due parti, apparentemente inconciliabili, si si accumulano e sovrappongono fino a mescolarsi del tutto, sorprendentemente, nell'Alleluja finale. A Ferrara potrebbe essere stata composta anche Inviolata, integra et casta, uno dei capolavori di Josquin, mottetto di luminosa serenità, come il precedente Virgo salutiferi caratterizzato da una scrittura a cinque voci delle quali due eseguono un cantus firmus (in questo caso proprio l'antifona Inviolata, integra et casta), mentre le altre si lanciano in sottili ed elegantissime fioriture. Degne di particolare nota sono senz'altro le aperture delle tre parti in cui è suddiviso il mottetto, di virtuosistica cantabilità le prime due, intimamente accordale, di carattere quasi popolare, quella dell'ultima, con le sue tre invocazioni "O benigna, o regina, o Maria". Esemplare, infine, lo splendido episodio conclusivo, nel quale l'altus, i due tenores e il bassus sembrano voler accompagnare e fornire sostegno alla voce del cantus nel suo magnificarsi in meravigliose volute melodiche; aerea, spirituale, trasfigurata nel suo volo sublime.

Walter Testolin

 

 

De labyrintho

Musica come linguaggio superiore e come risultato quintessenziale di suono, parola, pensiero e simbolo. Musica come sublime espressione dell'animo umano. È l'idea da cui nasce De labyrintho, fondato e diretto da Walter Testolin, ensemble italiano tra i più conosciuti e affermati gruppi vocali dediti alla polifonia rinascimentale, riferimento soprattutto per chi intende necessaria l'adesione della musica ai significati profondi del testo. Nel suo repertorio miusiche dei grandi maestri della scuola franco-fiamminga, ma anche di Palestrina, Gesualdo, Lasso, Victoria, Monteverdi e molti altri, su tutti Josquin Desprez, il più amato. Chiamato a chiudere il Festival Symposium "Josquin ac the Sublime" tenutosi a Middelburg in Olanda, De labyrintho è stato definito "oggi forse la compagine più esperta al mondo nel cavare dalle note del compositore quella musica così sublime, struggente, intimamente umanista, che lo fece paragonare a Michelangelo e Raffaello".

I cinque dischi finora pubblicati hanno ricevuto il plauso della critica internazionale ("A striking debut" è stato definito il disco d'esordio dalla prestigiosa rivista inglese Gramophone), ottenendo tra gli altri premi prestigiosi quali il Gramophone Critic's Choice 2004, il Premio Amadeus 2008 per il miglior disco dell'anno con la registrazione dedicata a Lasso e la segnalazione ai Klaramuziekprijzen 2007 come gruppo emergente, oltre a essere stati diverse volte premiati come "Disco del Mese" e "Raccomandato" su varie riviste specializzate di tutto il mondo, venendo da subito indicati come titoli di riferimento nel repertorio Quattro-Cinquecentesco. Oltre alla consueta attività concertistica nell'ambito della polifonia rinascimentale, De labyrintho ha anche eseguito il Vespro della Beata Vergine di Claudio Monteverdi nella Basilica di S. Marco a Venezia e ha partecipato al film "Sul nome Bach" di Francesco Leprino eseguendo il Contrapunctus X dell'Arte della Fuga di J.S. Bach.

 

 

Walter Testolin

Cantante e direttore di coro, la sua attività professionale si è svolta sin dall'inizio nell'ambito della musica rinascimentale e barocca, con diverse esperienze anche nel repertorio contemporaneo. Basso profondo di particolare estensione e duttilità, svolge intensa attività nei generi dell'Oratorio, della Cantata e dell'Opera barocca e nel repertorio rinascimentale sia sacro che madrigalistico per ensemble, cantando per prestigiose istituzioni concertistiche e teatrali sotto la guida di direttori quali Sigiswald Kuijken, Alan Curtis, Andrew Lawrence-King, Peter Maag, Fabio Bonizzoni, Diego Fasolis, Barthold Kuijken, Michael Radulescu, Ottavio Dantone. Nella sua produzione discografica, composta d'oltre cento titoli, spiccano l'integrale dei Madrigali di Claudio Monteverdi e di Carlo Gesualdo oltre alla partecipazione all'integrale delle musiche di Heinrich Schütz.

Ha inoltre effettuato registrazioni per molte delle più importanti emittenti radio-televisive europee. Collabora con La Petite Bande di Sigiswald Kuijken, prendendo parte alle tournée e alle registrazioni discografiche del Vespro della Beata Vergine di Claudio Monteverdi, della Johannes-Passion di Johann Sebastian Bach e della Weihnachtshistorie di Heinrich Schütz. Ha collaborato in veste di direttore di coro alla prima mondiale del Mosé di Michael Nyman (Roma 2001) ed è stato invitato nell'ottobre 2008 a dirigere la Messa per 6 voci e 3 bayan che il "Laboratorio per la Musica Contemporanea al Servizio della Liturgia" di Milano ha commissionato a cinque rappresentativi compositori europei. Studioso appassionato dell'opera di Josquin Desprez, della quale è considerato uno dei più attenti e significativi conoscitori ed esecutori in assoluto, il suo nome è indissolubilmente legato a De labyrintho, ensemble vocale da lui fondato che sotto la sua direzione si è segnalato come uno dei gruppi vocali di riferimento nel repertorio rinascimentale e la cui attività discografica ha ricevuto riconoscimenti come il Gramophone Critic's Choice 2004, la segnalazione ai Klara Muziekprijzen 2007 come ensemble emergente e il Premio Amadeus 2008 per il Miglior disco dell'Anno.

Cifra particolare delle sue esecuzioni è la costante attenzione dedicata alla restituzione dei significati profondi del testo cantato, inteso come vero motore dell'interpretazione musicale, e la cura rivolta al rapporto tra le musiche eseguite e gli ambienti culturali, filosofici e artistici che le hanno prodotte. Tiene corsi, conferenze e Masterclass presso prestigiose istituzioni italiane ed estere e collabora, in qualità di consulente del direttore editoriale, alla "New Josquin Edition", nuova edizione critica delle musiche di Josquin Desprez, edita dal Reale Istituto Olandese di Studi Musicali. È autore di uno studio, reso pubblico durante il Symposium Josquin and the Sublime svoltosi presso la Roosevelt Academy dell'Università di Utrecht (NL) e la cui versione definitiva è stata pubblicata nella Rivista Italiana di Musicologia, che riconosce in Josquin Desprez il soggetto del "Ritratto di Musico" di Leonardo da Vinci conservato nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Ha partecipato al film Sul nome B.A.C.H. di Francesco Leprino, eseguendo con De labyrintho il Contrappunto X dell'Arte della Fuga. È direttore dei corsi estivi Rovigo Musica Antica organizzati dall'associazione Il Canto delle Muse in concorso con il Conservatorio "Venezze" di Rovigo e dal 2011 dirige l'ensemble giovanile vocale e strumentale RossoPorpora.