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Archivio news:  don Sergio Ceppi

Il manifesto di presentazione della serata

Il manifesto di presentazione della serata

Il pubblico presente alla serata

Il pubblico presente alla serata

 

 

SE GH'È UL SIGNUR DI CIUC GH'È ANCA' UL SIGNUR DI PRET MARTUR

(Ricordi di una pastorale che fu)

Sirtori, Aula Magna Niso Fumagalli presso le scuole elementari di via Pineta

ore 20:45

 

 

 

L'amministrazione comunale di Sirtori con la Parrocchia e l'Associazione storico-culturale S. Agostino propongono una serata che ripercorre l'esperienza di una delle figure più importanti e ricordate dalla comunità sirtorese. Nella serata di lunedì 20 gennaio ci sarà la presentazione del libro di memorie di don Sergio Ceppi, parroco a Sirtori dal 1980 al 1996, dal titolo "Se gh'è ul Signur di ciuc gh'è anca' ul Signur di pret martur". Si tratta di un quadro del mondo visto con gli occhi di don Sergio ed è calorosamente consigliata la partecipazione presso l'Aula Magna Niso Fumagalli presso le scuole elementari di via Pineta.

 

 

Il libro è argutamente presentato dallo stesso autore in questi termini:

"Questo aforisma, naturalmente di mia invenzione, faceva occhiolino da un quadretto appeso nel mio studio. Dal 1970. Nonostante vari tentativi altrui di farmelo togliere. Ora, è appeso in camera, per pudore: sono infatti troppi i curiosi che vogliono sapere cos'è. L'ho scritto di mia mano quel brutto giorno in cui ... È un aforisma redatto con linguaggio birichino. Il linguaggio esatto dovrebbe essere così: "Per ogni situazione, c'è lo Spirito di Dio che veglia sui suoi figli, nella misura giusta che Lui solo, sa.” Però, io preferisco la prima versione. E sotto queste parole, voglio elencare per voi - se per caso vi interessassero - tante cosette che le giustificano. Racconterò, ed è comprensibile, solo le cose meno disonorevoli per me. Infatti in 60 anni e passa di vita da prete, me ne sono capitate tante e altrettante ne ho combinate, per cui, se da una parte ho ricevuto elogi, dall'altra ho ricevuto anche rimbrotti. Sia dalla gente che dai Superiori. E sono in attesa di quel che mi dirà il buon Dio. Penso proprio che non sarà una cosa piacevole. Ho volutamente usato molte parole in dialetto e molti dialettismi. Se no, che parroco di campagna sarei stato? Per di più, la mia prima Parrocchietta era - a detta di tutti - abbandonata da Dio e dagli uomini e la seconda - a detta di un alto personaggio della Curia - era "selvatica". Tutto umile, come l'umile dialetto. Come l'umile campagna. Se volete arrivare fino in fondo nella lettura, armatevi di un pizzico di ottimismo, di umorismo, di pazienza, di comprensione e di simpatia. Così il menù è fatto."

 

 

Cronaca di Italo Allegri

La serata è stata introdotta dal sindaco di Sirtori Davide Maggioni: “Questa sera ricordiamo don Sergio. Pochi giorni fa era l'anniversario della sua morte. Lo ricordiamo in maniera un po' particolare con le sue parole. Perché questa sera presentiamo il suo libro dal titolo abbastanza evocativo. Io don Sergio l'ho conosciuto molto poco e conosco un pochino di quello che mi è stato raccontato su di lui. È l'occasione per ricordarlo e per chi non lo conosce di conoscerlo. Visto che la maggior parte di voi lo hanno conosciuto vedremo se alla fine vi siete ritrovati nei racconti che don Sergio ci ha lasciato o emergerà qualche sfaccettatura non conosciuta di don Sergio, del suo carattere”.

Il presidente dell'Associazione Sant'Agostino prof. Luigi Beretta ringrazia il Sindaco e il parroco della Comunità Pastorale Santissimo Nome di Maria don Renato Cameroni, quindi spiega: "Gli affreschi di don Sergio ci fanno pensare come un parroco giovane, un po' spaurito, deve affrontare una situazione più grande di lui; di una parrocchia - quella di Pinzano - definita ‘selvatica', costituita da un insieme di persone un po' particolare negli anni Cinquanta-Sessanta. Di esse racconta le case occupate, i rapporti familiari, la situazione dei giovani, i chierichetti e attraverso loro descrive situazioni fuori dall'ordinario, dal senso comune. Poi diventa parroco di Sirtori e qui si allarga un po' il cuore”. Il racconto snocciola episodi quotidiani che lo riguardano personalmente o altre persone. La forma letteraria utilizzata è un po' strana, perché non è autobiografica seguendo un itinerario temporale, ma essendo don Sergio un pittore presenta tanti piccoli quadri che illustrano di volta in volta le situazioni cui lui è protagonista in tutti i campi della vita. Situazioni a volte imbarazzanti, a volte comiche, a volte disperate, a volte che fanno riflettere, attraverso le quali emerge la figura di don Sergio.

Il prof. Beretta procede per tematiche coadiuvato da Sandro Pozzi che legge alcuni aforismi. Il rapporto positivo con le donne di famiglia, mentre è un po' più imbarazzante con la altre, esclusa la sua perpetua. Come don Sergio affronta le questioni di carattere sociale. La sensibilità nei confronti della natura in generale e nello specifico l'amore per i fiori e in tutto ciò che rimanda alla presenza di Dio. Di fronte alla scienza si pone una serie di domande con tono riflessivo, non precostituite. Don Sergio nei suoi scritti trasmette il sentimento profondo di preghiera non concepita come recita delle orazioni, ma declinata attraverso la vita. Era una persona molto umile nei confronti delle istituzioni in generale. In moltissime altre situazioni emerge il don Sergio pastore, che ha a cuore la parrocchia che gli è stata affidata, dove racconta le meraviglie di quanto succede negli incontri, nelle diverse occasioni che lo inducono a riflettere e la preoccupazione di essere un buon prete all'altezza del compito che gli è stato assegnato. Segue poi la proiezione di una serie di diapositive che raccontano la vita di don Sergio, tratte in buona parte dalla pubblicazione. Il cognato di don Sergio informa poi i presenti che don Sergio amava dipingere e dal 2015 al 2017 ha eseguito ben 3500 disegni, ai quali se ne aggiungono altri 500 di soggetto religioso, biblico ed evangelico, donati alla Villa Sacro Cuore di Triuggio dove possono essere ammirati, soprattutto molto espressivi nelle didascalie apposte su ciascuna tavola.