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Archivio news:  13 novembre

Il manifesto della serata con il cenacolo agostiniano di Cassiciaco

Il manifesto della serata

 

 

Cassago, sabato 13 novembre

COMPLEANNO DI SANT'AGOSTINO

 

Presenta Ivano Gobbato con letture di Ettore Fiorina

Sala del pellegrino, ore 20.45

 

 

 

Nel dialogo De Beata Vita Agostino ricorda il giorno del suo compleanno. Come egli stesso scrive, quel giorno si trovava nella villa dell'amico Verecondo a Cassago e, per festeggiare la ricorrenza, tutti i presenti si riunirono nei balnea della villa.

Così scrive Agostino:

"Il tredici novembre ricorreva il mio compleanno. Dopo un pranzo tanto frugale che non impedì il lavoro della mente, feci adunare nella sala delle terme tutti coloro che non solo quel giorno ma ogni giorno convivevano con me. S'era presentato come luogo appartato, adatto all'occorrenza. Partecipavano e non ho timore di presentarli per ora con i soli nomi alla singolare tua benevolenza, prima di tutto mia madre, ai cui meriti spetta, come credo, tutto quello che sto vivendo, Navigio mio fratello, Trigezio e Licenzio miei concittadini e discepoli. Volli che non mancassero neanche Lastidiano e Rustico, miei cugini, sebbene non avessero frequentato neppure il maestro di grammatica. Ritenni che il loro buon senso fosse sufficiente all'argomento che intendevo trattare. Con noi era anche mio figlio Adeodato, il più piccolo di tutti. Egli ha tuttavia un ingegno che, salvo errore dovuto all'affetto, promette grandi cose."

 

 

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Agostino non si recò a Cassiciaco da solo, ma, come spesso accadeva nel IV secolo, si mosse assieme a conoscenti e amici, per il gusto della compagnia e per evitare disagi e lungaggini nel viaggio. La loro presenza e il lungo soggiorno a Cassiciaco si spiegano anche in ragione del tentativo di formare una comunità cristiana fra amici, dalla quale tuttavia restò escluso l'inquieto Verecondo, che generosamente si offrì di ospitarli.  Agostino al termine delle ferie vendemmiali aveva avvertito i milanesi di provvedersi d'un altro insegnante per i loro studenti, poiché non era più in grado di esercitare quella professione, per le difficoltà di respirazione e i dolori ai polmoni. Preparandosi al battesimo nella tranquillità della campagna, assieme agli amici, dispose l'animo ad accogliere la parola divina, approfondendo e risolvendo numerosi problemi filosofici, che lo avevano sempre tormentato nella giovinezza. Nella sua villa assieme ad Agostino soggiornarono la madre Monica, il figlio Adeodato, il fratello maggiore Navigio, i cugini Rustico e Lastidiano, i discepoli Trigezio e Licenzio, tutti presenti in occasione del suo compleanno il 13 novembre 386 d. C. e inoltre l'amico Alipio. In gran parte intervengono tutti, con diversa autorità filosofica, nei discorsi, che formano gli argomenti dei Dialoghi, dai quali emergono le loro personalità e qualche rara notizia sulla loro vita.

Più volte Agostino parla della madre con affetto. A Cassiciaco ella partecipa alle discussioni e interviene attivamente in diverse occasioni. Adeodato era dotato di notevole intelligenza, ma piuttosto malato. Morì appena diciassettenne nel 389 quasi sicuramente a Tagaste. Navigio in quei mesi era ammalato e soffriva di dolori alla milza o al fegato. Venuto in Italia assieme alla madre Monica, era il fratello maggiore di Agostino. Ebbe probabilmente un figlio, Patricius come il nonno, ordinato sacerdote a Ippona e diverse figlie, che entrarono nel monastero della loro zia, una sorella di Agostino, che, divenuta vedova, diresse una comunità di religiose a Ippona. Poco sappiamo di Rustico e Lastidiano o Lartidiano, come riporta un codice dell'Ambrosiana. Essi sono ricordati sempre solo marginalmente. Dotato di una più spiccata personalità era Trigezio, un discepolo e concittadino di Agostino, amante della storia e discreto interlocutore nelle discussioni. Poco più che ventenne, aveva appena concluso il servizio militare (C. acad. 1, 1, 4). Era coetaneo di Licenzio, il figlio di Romaniano, ricco cittadino di Tagaste, che fu amico e mecenate di Agostino dopo la morte del padre. Licenzio aveva in particolare predisposizione per le lettere e la poesia (C. acad. 2,3, 7 e 4, 10).

Dei presenti a Cassiciaco, il grande amico di Agostino fu comunque Alipio, benchè di lui più giovane. Era anch'egli di Tagaste, apparteneva ad una famiglia di rango ed era stato suo scolaro anche a Cartagine. Come Agostino anche Alipio aderì dapprima al manicheismo, dopodichè si convertì al cristianesimo ricevendo il battesimo a Milano. Nel 394 d. C. divenne vescovo di Tagaste, l'odierna Souk-Ahras e, dopo un'intensa attività pastorale, morì qualche anno dopo l'amico. Fu acclamato santo e la sua festa viene celebrata dalla Chiesa il 13 agosto.