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Casarini: VERONICA DA BINASCO

Immagine della Beata Veronica

Veronica da Binasco

 

 

Sul misticismo della Beata Veronica da Binasco: necessità di una profonda esegesi sui Significati e le Interpretazioni morali dei vari atti e momenti della Passione di Cristo ispirati dal suo "volare tra i celesti"

di GIUSEPPE CASARINI

 

 

 

 

Mario Capodicasa (1) curatore di una edizione delle Confessioni così ci presenta nella prefazione la figura di Agostino "La sua grandezza, come teologo, filosofo, mistico, scrittore, psicologo, è data dalla sintesi armoniosa e splendente delle sue doti ... se rifletti bene e lo segui nelle sue speculazioni e nella sua dialettica ravvisi Aristotele, Atanasio; se ti invade il fiume della sua eloquenza ravvisi Cicerone, Crisostomo; se ti commuove la genuina parola del cuore che è sempre alta poesia ravvisi Pindaro, Virgilio; se riesci a penetrare nel suo cuore lo vedrai simile a quello di Paolo, generoso come quello di Pietro".

Veronica da Binasco (1445-1497), al contrario, una delle tante figlie spirituali del Santo di Tagaste è una povera ed ignorante contadina: "Giovannina (Nina) Negri o Negroni nasce in quel di Cicognola di Binasco ai tempi di Ludovico Il Moro, duca di Milano e di sua moglie Beatrice d'Este.

Nata da famiglia umile e assai timorata di Dio ma non tanto povera tenuto conto dei tempi e delle condizioni di vita dei miseri e dei derelitti, infatti il padre era dedito alla lavorazione dei campi ed all'allevamento seppur modesto di bestiame e Nina collaborava fin da giovinetta, assieme alla mamma, a tali attività con grande dedizione ed entusiasmo ma altro era il desiderio che ardeva nel suo cuore: la completa dedizione al Signore, il farsi monaca! Difficile allora per una figlia di contadini, anche se non indigenti, avere rudimenti scolastici anche se elementari e senza una minima istruzione: le porte dei conventi rimanevano chiuse!

Insufficienti per le varie Badesse i rudimenti di catechismo appresi nel corso delle visite al vicino convento di Santa Maria in Campo dal Beato Baldassarre Ravaschieri dei Frati minori suo confessore spirituale, nozioni che Nina conosceva ma che anelava conoscere sempre più.

Infine dopo i vari tentativi di ammissione presso diversi Conventi milanesi e, come detto, i costanti rifiuti ecco che, finalmente e per intercessione della Vergine Maria le porte del convento di Santa Marta in Milano si apriranno per lei verso i vent'anni. Come conversa indossa l'abito agostiniana, non povera si fa povera tra i poveri: le verrà imposto il nome di Veronica, un nome profetico e che condizionerà tutta la sua esistenza: ultima tra gli ultimi sia in convento che per le strade di Milano: il pollaio per amico nelle notti gelide e come questuante i più poveri da amare e da consolare (2)".

Quali dunque i punti di contatto, quale pertanto il possibile raffronto tra questi due figure tanto dissimili per origine, cultura e periodi storici ?Sono artefici entrambi della luccicante e sempre rinnovata, da nuovi mattoni e nuovi castoni, casa del Padre, cercheremmo invano di differenziare il loro contributo a questa edificazione: tra gli operai e gli artefici del Regno di Dio non esiste distinzione tra orafi e badilanti!

Esistono però delle curiosità e coincidenze che forse sono uniche tra le vicende terrestri di Agostino e quelle dei suoi tanti figli e tante figlie spirituali: per Agostino e Veronica il cammino di fede parte per entrambi da Milano: la Milano romana di Ambrogio per il primo, la Milano ducale di Lodovico il Moro per la seconda, mentre Agostino sarà protagonista di spicco e difensore della fede cristiana a Cartagine, la nuova Roma, troveremo missionaria nella Roma dei Papi Veronica: singolare infine il fatto che la Diocesi di Pavia ne conservi le venerate spoglie sottoposte entrambe a varie vicissitudini e peregrinazioni dopo la morte: da Ippona in Sardegna nel Logoduro e da qui in S. Pietro in Ciel d'Oro a Pavia quelle di S. Agostino e, a pochi chilometri, nella Parrocchiale di Binasco quelle della Beata Veronica dopo la traslazione dal Convento agostiniano di Santa Marta in Milano (3-4).

Di fatto il Convento di Santa Marta fu soppresso nel 1799 e fu frazionato ed assegnato per la maggior parte alla Guardia Nazionale Napoleonica, salvo una parte rimasta alle ex monache e fungente da centro di raccolta per le religiose provenienti da altri enti soppressi cittadini; la chiesa invece fu inglobata nel vicino Istituto tecnico comunale e trasformata in laboratorio mentre le reliquie di Veronica furono prese in custodia dalla Curia Arcivescovile.

Per volere e volontà del prevosto di Binasco Don Luigi Stefanini nel 1812 le spoglie della Beata Veronica, con tutte le sue reliquie ritornano a Binasco, provincia di Milano e diocesi di Pavia ed il 27 giugno dello stesso anno con atto stilato sull'autenticità della reliquia del corpo della beata il vescovo di Pavia ne concedeva il culto pubblico: così Veronica "santa milanese" per circa tre secoli diventa "santa pavese" anche se Santi e Beati hanno cittadinanza non di campanile ma universale!

Culto che però parte da lontano in quanto non molti anni dopo la sua morte Papa Leone X (Giovanni de Medici) con concessione "data a Roma presso S. Pietro sotto l'anello del pescatore il 15 Dicembre del 1517- anno quinto del pontificato" e con "breve" indirizzato alla Madre Superiora del Convento della "Beata Marta di Milano" apriva con queste parole al culto ed alla venerazione di Veronica da Binasco nei luoghi agostiniani: ".. Voi desiderate ardentemente che Veronica possa essere da voi onorata e venerata come beata nella chiesa e nel vostro monastero per le singolari virtù di una vita esemplare ... Noi dunque volentieri, per quanto possiamo ... esortiamo alla possibilità che la stessa Veronica sia venerata nelle vostre chiese e sui vostri altari come beata, e affinché possiate far dipingere la sua immagine senza incorrere in alcun demerito o in idolatria ... permettiamo questo, non essendoci qualcosa che vi si opponga o agisca contrariamente alle costituzioni ed alle regole apostoliche .."

Le prime notizie storiche sulla fama e sulla "santità" di Veronica sono ovviamente confinate in ambito milanese (5-8) per non parlare poi dei lavori di diversi Dottori della Biblioteca Ambrosiana dell'Ottocento e del primo Novecento ma ben presto il segno della fama e della grandezza raggiunte da questa umile figlia e conversa della famiglia di Agostino si estenderà anche al di fuori "delle "mura di casa" è, e non per caso, oggi il suo nome compare in volumi di piccole o grandi dimensioni dovute alla penna di autori illustri o di scrittori poco conosciuti: libri sparsi in biblioteche di enti e università prestigiose oltre che in più semplici e modeste librerie dei quali si riporta titolo esemplificativo una breve rassegna (9-14) e ai quali nel tempo certamente se ne aggiungeranno altri ancora come testimonia il programma di un recente Congresso Internazionale attorno alla sua figura (15).

Detto ciò, e questo è l'intendimento di tale nota, conviene in modo evidente e perentorio far rimarcare che questa fama ovvero "il tutto" parte da un semplice, all'apparenza, libricino" La Mirabile Vita della Beata Veronica da Binasco" e dal suo contenuto, messo in carta inizialmente in volgare da una monaca Suor Benedetta da Vimercate dello stesso Convento di Santa Marta in Milano e successivamente riveduto e corretto e riproposto in latino da Isidoro degli Isolani nel lontano 1517 e di recente presente in una bella traduzione dovuta al compianto Don Ermanno Segù e a Don Giacomo Ravizza (16-18). Interessanti notizie sulla "genesi" del testo latino dell'Isolani, sulle difficoltà economiche incontrate dalle monache agostiniane per la prima "ritraduzione" in versione italiana e stampa nel 1581 nonché altre curiosità sono presenti sia in Borstein-Rusconi (11) a pagg 262-263 nel capitolo curato da Gabriella Zarri che in "Stampa, libri e letture nell'età di Carlo Borromeo (35). Pertanto il libro dell'Isolani risulta, a mio avviso, il punto di partenza, il riferimento principale se davvero si vuole conoscere Veronica, tutto il resto per quanto possa essere interessante è mero corollario relativamente alla sua "santità" e di "grande mistica"!

In un'altra occasione (19) ebbi modo di dire che, a mio avviso, la grandezza di Veronica, per quanto già nota e consolidata, avrebbe trovato e troverà il suo definitivo compimento ed il giusto riconoscimento quale mistica mirabile solo e solo dopo la profonda esegesi delle sue visioni e del misticismo ad esse legato: compito, come fatto rimarcare a suo tempo demandato a profondi conoscitori e interpreti della mistica medievale ed esperti della sua specifica metodologia di indagine (20-21 ). "La vergine Veronica all'età di quarantadue anni, dopo che ottenne moltissimi trionfi contro i demoni ebbe in dono la grazia di essere rapita ai palazzi celesti", una grazia poi continua quella del suo volare tra i celesti ... in quanto " dopo aver ricevuto la divina Eucaristia, prese l'abitudine di essere rapita in estasi": così il Capitolo primo del Libro terzo (18) dal titolo L'inizio dell'estasi ci narra come avvenne questo significativo dono..! Per tale dono e motivo il nome di Veronica, come già ripetutamente detto, è sì citato in vari testi che fanno riferimento alla spiritualità ed al misticismo medievale (22-34) ma sulla interpretazione del significato che si nasconde sotto la superficie delle sue parole, a prima vista di facile ed immediata intuizione, legato ai vari temi delle mistiche visioni di Veronica e riportate nelle pagine del Libro dell'Isolani, poco o nulla vi è a tutt'oggi nella letteratura specialistica anche se, tra questo "poco" meritano di essere segnalate, per affermare quanto sia grande mistica Veronica da Binasco, le riflessioni e le meditazioni di S. Alfonso Maria dè Liguori (36) nel suo " Dè dolori di Maria E Gesù Cristo medesimo rivelò alla B. Veronica da Binasco ch'egli quasi più si compiace in vedere compatita la Madre che se stesso; poiché così le disse: Figlia, mi son care le lagrime sparse per la mia Passione; ma amando io con amore immenso la mia Madre Maria, mi è più cara la meditazione de' dolori ch'ella patì nella mia morte" e le sensazioni espresse nel loro carteggio da due grandi sacerdoti, i fratelli Mario e Luigi Sturzo, "Sento leggere a tavola la vita della B. Veronica da Binasco , una delle sante del medio evo di vita altamente mistica. Mi fa l'effetto d'un ritiro spirituale (37)! Per pochi quindi la lettura e la possibilità di discernimento delle pagine dell'Isolani?

Fortunatamente no, non sarebbe da Veronica! Infatti la lettura del libro dell'Isolani offre spunti e tematiche di riflessione nonché suggerimenti spirituali e di buona pratica quotidiana anche a chi sia sprovvisto di conoscenze teologiche e dottrinali in quanto, in molti casi e limitatamente alla "superficie", tanto sono chiare e facilmente " leggibili" le parole di Veronica " ispirata da Cristo Dio Immortale "! Come primo e bell'esempio per chi volesse avvicinarsi senza particolari difficoltà di interpretazione esegetica è il riferimento alla Settimana Santa già a partire dalla Domenica delle Palme e quanto, al riguardo Veronica , con le sue parole nel Libro Sesto della sua vita e dal Primo Capitolo "La Manifestazione di alcune visioni nella domenica delle Palme", presenta ai nostri cuori ed alle nostre menti, quali momenti e motivi di meditazione, senza poi dimenticare, per la bellezza della descrizione (" i fanciulli degli ebrei, agitando rami di ulivi ..."

il Capitolo Tredicesimo del Libro Quarto: " Veronica nel giorno delle Palme riceve la rivelazione dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme e della cena fatta in casa di Marta". Si legga in particolare l'ultimo periodo del Primo Capitolo del Libro Sesto e se ne faccia tesoro e spunto di riflessione, lasciando sì stavolta quel monito " Dunque gli uomini stiano attenti" alla cura degli esegeti che recita "Dunque gli uomini stiano attenti a non avvicinarsi ai sacerdoti della chiesa per ricevere i rami degli ulivi o delle palme se non avendo premesso la confessione dei peccati, come atto o come proposito". Così si conclude il Capitolo "Con queste opere positive porterà degnamente i rami delle palme".

E che dire dell'inizio del già citato Capitolo Tredicesimo del Libro Quarto tanto è bello e facile, fatte salve alcune parti, da comprendere! "Nella notte della domenica delle Palme, Veronica, rapita in estasi, è condotta dall'Angelo a Gerusalemme e lì contemplò Cristo seduto sopra un'asina ..."! Meritevole di particolare attenzione ed analisi da parte degli esegeti appare il Capitolo Decimo del libro Sesto: "Il significato morale degli avvenimenti di Cristo dal pretorio di Pilato fino al monte Calvario". Qualche passaggio: "Ma io vedendo la Madre e dicendo: "Oh Genitrice! La tua presenza aumenta immensamente i miei dolori", insegno che coloro che nascondono i peccati nella confessione e assumono indegnamente la santa Eucaristia, per lo più riescono a stare nascosti dagli uomini, ma mai possono nascondersi a me che sono Dio ed anzi aggiungono peccati a peccati, assumendo il sacramento del mio corpo per loro condanna". Un ultimo esempio: al mutamento dei costumi religiosi e al decadimento morale di quegl'anni di fronte all'incombente spettro scismatico di Lutero e alle focose prediche del Savonarola e di Bernardino da Feltre trovano immediato riscontro e facile spiegazione le parole che il Signore Gesù Cristo usa con Veronica per la interpretazione nel capitolo ottavo del libro Sesto del "significato morale del triplice rinnegamento di Pietro".

"Queste cose significano, o figlia mia, che coloro che mi servono mi rinnegano con i loro peccati, come fece Pietro. Sono anche coloro che mostrano di essere fiacchi nell'amore verso di me. Fra questi principalmente si trovano coloro che sono ministri delle realtà sacre. Già talvolta te li ho mostrati nell'ammettere colpe tanto grandi e di notevole entità. Chiari i riferimenti al viaggio nella città di Como e alla sua ambasciata presso Papa Alessandro VI per ordine di Cristo (Rif. 16 Libro Primo, Capitoli XIV e XVI)

Ed ancora: "Oh! Se coloro che sull'esempio di Pietro peccano seguissero lui come penitente! Richiamo oggi di particolare attualità tenuto conto di quanto affermato di recente Papa Benedetto XVI a proposito dei mali interni della Chiesa. Rimanendo in attesa che gli esegeti delle visioni mistiche di Veronica mettano mano alla loro penna, nulla vieta comunque all'interessato e curioso lettore di proseguire da parte sua in modo semplice e genuino nella lettura dei Libri e dei capitoli della Vita di Veronica che parlano dei Significati e delle Interpretazioni morali dei vari atti e momenti della Passione di Cristo. Bello infine ricordare, a chiusura di questa nota, come Veronica, umile conversa agostiniana , dopo aver ricevuto il dono divino dei rapimenti "nei palazzi celesti", descrive i suoi incontri mistici e spirituali con il Santo del suo ordine (18)."

Nell'anno 1487 dal parto della Vergine Maria, mentre Veronica si dedicava all'orazione notturna, apparve il Beato Agostino per tre volte ... Agostino era ricoperto di un manto di seta e di una veste di porpora. Si vedeva l'aspetto tipico di un essere divino. Sul capo portava una fulgentissima mitra. Dapprima Veronica si spaventò di quella luce immensa. quindi esultò per le gioie celesti." (Libro secondo, Capitolo secondo: L'apparizione di sant'Agostino). E poi continuando:"Durante la festa particolare di S. Agostino, tralasciando con lo spirito i sensi terrestri, vide queste cose: il nostro santo padre Agostino in abito pontificio e con sotto una veste di color rosso avanzava tra i santi Nicola da Tolentino e Guglielmo ... Con una mitra che splendeva d'oro e di pietre preziose .. reggeva in mano una nicchia d'oro di meravigliosa fattura. La mente umana non comprende quanto fosse la bellezza, incredibile lo splendore". (Libro quinto, Capitolo undicesimo: La manifestazione della festività di S. Agostino).

 

 

Riferimenti bibliografici

(1) Sant'Agostino: "Le Confessioni" a cura di Mario Capodicasa, Ed. Paoline, 1961

(2) G. Casarini: "Veronica da Binasco:questa sconosciuta", Appunti personali, Binasco, 2008

(3) G. Casarini: "Riflessioni di ritorno a Binasco dopo un viaggio nel Nord Africa sulle orme del santo di Ippona", Il Ticino, 30 Gennaio 2010

(4) Pietro Moiraghi "Cenni storici sulla beata Veronica da Binasco: ricordo della solenne esaltazione del suo sacro deposito il 30 settembre 1883", Pavia, Ponzio, 1883.

(5) Paolo Morigia: "La nobiltà di Milano nel quale si hà piena notizia di tutte le reliquie notabili, corpi santi milanesi, edifitij di chiese, et altri luoghi pij d'essa città ... Aggiuntovi il Supplimento in questa nova impressione del Sig. Girolamo Borsieri, Milano, Bidelli, 1619.

(6) Federico Borromeo: "Fhilagios sive de amore virtutis" (ossia l'amante della santità), biografie di estatiche, Milano 1623

(7) Serviliano Latuada: "Descrizione di Milano" Milano, 1733

(8) Nicolò Sormani : "Passeggi storico-topografico-critici nella città indi nella diocesi di Milano" dedicati al cardinale Pozzobonelli, Milano 1751-1752

(9) Renato Vasconi: "I giorni di Veronica", Gribaudi, Torino, 1983

(10) Fernando Rojo Martinez: "Il fascino di Dio, Profili di agiografia agostiniana", Pubblicazioni Agostiniane, Roma, 2000

(11) D. E. Bornstein, R. Rusconi :" Women and religion in Medieval and Renaissance Italy"-University of Chicago Press-1996

(12) G.M. Chiericato: "La prima, la seconda e la terza età del mondo", 1708

(13) J. M. Matz: "La «vie» en français de la bienheureuse Véronique de Binasco »  in Melanges de l'Ecole francaise de Rome, 1999

(14) G. Zarri: Le sante vive. Profezie di corte e devozione femminile tra '400 e '500", Rosemberg e Sellier, 1990

(15) Programma del Convegno Internazionale Beata Veronica, Milano, Binasco a Maggio 2010

(16) Wikipedia: "Suor Benedetta da Vimercate"

(17) Inexplicabilis Mysterii Gesta B. Veronicae Virginis Preaclarissimi Monasterii S. Martae Urbis Mediolanis Sub Observatione Regulae Divi Augustini, Fratis Isidori de Isolanis Mediolanensis Ordinis Praedicatorum et Vitae Regularis Professoris, Vita Veronicae anno 1518 Mediolani typis Gotardi Pontici edita est

(18) Vita della Beata Veronica da Binasco-Isidoro de Isolanis-Quaderni del Seminario di Pavia-2006

(19) G. Casarini: "Veronica da Binasco: Aspetti iconografici, Una ricerca da approfondire" Appunti personali, Binasco, 2009 e Sito internet: Associazione Storico Culturale S. Agostino di Cassago Brianza, 2010

(20) Bernard McGinn: "Storia della mistica cristiana", Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1984

(21) AAVV in Mysterion, Rivista di spiritualità e mistica, Anno 1, n° 2, 2008

(22) P. Zovatto, C. Cagnoni: "Storia della spiritualità italiana", Città Nuova, 2002

(23) P. Dinzelbacher, M. P. Ciccarese, Y. Christe, W. Berschin: "Le visiones nella cultura medievale"

(24) P. Dinzelbacher: "Vision und Visionsliteratur im Mittelalter", Hiersemann, Stuttgart, 1981

(25) G. L. Podestà: "Il profetismo gioachimita fra '400 e '500", Marietti, 1991

(26) Montague Summers: "Physical Phenomena of Mysticismý", 2003

(27) Pierre Pourrat: "Christian spirituality", 1955, Volume 3, p. 250, 1955

(28) A. Poulain, J. V. Bainvel: "The graces of interior prayer: (Des grâces d'oraison) A treatise on mystical ..."

(29) L. Andrews Fisher: " Mystic Vision in the Grail Legend and in the Divine Comedy", 2003

(30) B. J. Groeschel: "A Still, Small Voice: A Practical Guide on Reported Revelations", p. 175, 1993

(31) Sito internet " Innamorati di Maria", La Beata Veronica da Binasco a cura di Vincenzo Maddaloni

(32) M. Petrocchi: "Storia della spiritualità, I contemplativi nel mondo", SEI, 1996

(33) H. Thurston: "Surprising mystics", p. 73, 1955

(34) Bartolomeo Guidetti: "Vita di Maria Santissima", 1828

(35) N. Raponi, A. Turchini: "Stampa, libri e letture nell'età di Carlo Borromeo", Vita e Pensiero, 1992

(36) A. M. dè Liguori: "Dolori della Beata Vergine Maria" Sito internet

(37) L. Sturzo, M. Sturzo: "Carteggio (1924-1940) ", p. 97, 1985