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Cucina di S. Monica

Porticato del palazzo Pirovano-Visconti dove gli anziani parlavano di una Cucina di S. Monica

Porticato del palazzo Pirovano-Visconti dove gli anziani parlavano di una Cucina di S. Monica

 

 

CUCINA DI SANTA MONICA

 

 

 

Nell'estate del 1913 Louis Bertrand intraprese un viaggio in Italia per visitare sia Casciago che Cassago per trovare testimonianze, ricordi, tradizioni che potessero permettere di risolvere la questione della localizzazione del rus Cassiciacum di sant'Agostino.

Dopo una lunga disamina le sue conclusioni lo portarono a scegliere Cassago. Nelle sue annotazioni, apparse in REVUE DES DEUX MONDES, Anno LXXXIII pagg 327-341 pubblicate a Parigi il 15 settembre 1913, accenna alla tradizione di una Cucina di santa Monica che il fattore della villa Pirovano-Visconti di Cassago testardamente gli mostra.

 

 

 

Quanto alla topografia della villa moderna, si adatta facilmente alle indicazioni descrittive di Sant'Agostino. Niente di più facile, dato che queste indicazioni sono molto sommarie. In tutta questa regione collinosa, difficilmente c'è una villa che non ha il suo prato o il suo terrazzo, con un prato sottostante, dove sono sparsi gruppi di alberi. Ed è quello che trovo a Villa Visconti. Tra due abeti, che incorniciano l'orizzonte, si apre una vasta prospettiva, sulle ondulazioni della Brianza, fino alla nebulosa catena delle Alpi. I contorni tremano in questo azzurro soave e chiaro e che sembra il colore dell'aria in questo paese. A sinistra riconosco la montagna frastagliata ed i pendii selvaggi, che avevo già osservato l'anno scorso a Cernusco. In definitiva, il paesaggio è lo stesso che ho descritto nel mio capitolo su Cassiciacum. Se Verecondo ebbe qui la sua villa, non mi sbagliavo molto, cercandola sulla linea da Lecco a Milano. Il palazzo moderno, che l'ha sostituita, ha indubbiamente parti molto antiche, ma sovrapposte e diventate quasi irriconoscibili sotto il rifacimento nello stile del 1830. Tuttavia, il fattore ci tiene a farmi visitare i sotterranei, dove [egli] si ostina a vedere la cucina di Santa Monica. Ammetto che il solo aspetto del luogo scoraggia tutti gli sforzi della mia immaginazione per seguirlo su questa strada. C'è infatti una corte circondata da una passerella con colonne toscane, tendaggi di tela rossastra, tra le colonne, che ricorda vagamente l'atrio di una casa romana. Non è che una visione fugace. Quasi tutto il rivestimento della casa è progettato nel gotico oxfordiano più puro.

 

 

 

Louis Marie Émile Bertrand nacque a Spincourt nel Dipartimento della Mosa nel 1866. Suo padre Ferdinand-Nicolas Bertrand, era cancelliere del giudice di pace. A Parigi studiò all'École normale supérieure dal 1885 al 1888 e l'anno seguente incominciò a insegnare lettere classiche al Liceo di Aix-en-Provence. Fra i suoi allievi troviamo il futuro Joachim Gasquet. Insegnò successivamente a Bourg-en-Bresse e in vari istituti di Algeri. In questa città nel 1897 ottenne il diploma di dottore in lettere. Nel 1901 passò al Liceo di Montpellier. Poco dopo abbandonò l'insegnamento per dedicarsi alla scrittura. Amico di Caroline Commanville, nipote di Gustave Flaubert,nel 1931 ne ereditò i libri e l'archivio dello zio, che nel 1936 vendette all'Istituto di Francia. Bertrand fu eletto all'Académie nel 1925 e fu anche membro dell'Académie de Stanislas.

Nel 1912 ricevette la nomina a Cavaliere della Legion d'Onore. Morì a Cap d'Antibes il 6 dicembre 1941.