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Percorso : HOME > Cassago > Nobili > OrigoI Nobili Origo

La lapide che assegna a Marco Antonio Origo il patronato
dell'oratorio di san Gregorio a Oriano
La nobile famiglia Origo
La nobile famiglia Origo di Torricella è presente in Barzanò sin dalla prima metà del secolo XVI, come risulta dallo stato d'anime della parrocchia del 1574. Giunse a Barzanò provenendo da Paderno-Robbiate. Verso il 1630, secondo la testimonianza di Bedoni, un vecchio oratorio probabilmente dedicato a S. Bernardino in Torricella fu sostituito dall'attuale chiesuola di Maria Assunta. La chiesa fu dotata dagli Origo di un beneficio per una Messa quotidiana, che già al 20 marzo 1782, prima di essere incamerato nel 1867, era già stato ridotto a 294 messe annue.
Divenne di loro patronato, per quanto di uso pubblico. Sulla facciata della chiesa, su una lastra di marmo nero, vennero incise queste parole: "De fonte Paradisi Origo mea. Hinc ad caelos assumptio. Unde de caelis Origo". Nella sagrestia si conserva un'altra iscrizione scolpita su lapide di marmo che riporta il seguente testo: "Ex parietinis restaur / sacellis. Iacobi / in Eccl. M. Assump. loci Paderni / huc trasferri cur / Marc. Anton. et Dionis. / Fratr. de Origo / MDCXXXIII".
Dozio nei suoi manoscritti riporta una ulteriore iscrizione esistente in sagrestia: "D. O. M. / Baptistino Patri: Dioniso Avo / Berthole pro avo Martiro abavo / Mapheolo atavo de Origis / De Robiate / Nob. et integ. viris / Matheus in hac sacello / S. Iacobi patronatus gentilizius / Habens una cum nob. de Airoldis Maiorum suorum B. V. / Temparum edacitatis memoriam obiiciebat / Anno MDLXV".
Un Marco Antonio Origo viene investito dello Ius Patronato della chiesa di san Gregorio a Oriano, alla cui Cappellania con il relativo beneficio istituito da Prospero Perego rinuncia nel 1672 trasferendola al sacerdote Matteo Origo figlio di Dionisio. Nel dicembre del 1692 Marc'Antonio acquistò in feudo nella vicina località di Cortenova per sé e per i suoi discendenti maschi primogeniti, con l'esborso di L. 48 per focolare o famiglia: i fuochi erano 30. Con diploma di Carlo III di Spagna del 3 marzo 1700 ottenne anche il titolo di conte trasmissibile ai discendenti maschi primogeniti. Nel giugno del 1791, essendo morto il primogenito conte abate Carlo Origo senza prole, feudo e titolo ritornarono alla Regia Camera il 13 agosto dell'anno seguente. Non vi era annesso alcun reddito feudale.
Gli Origo avevano acquisito nel comune di Barzanò fin dal 1657 il dazio del bolino e della macina, ossia del pane venale e del vino al minuto (vedi A. S. M., Finanza, cart. 132). Il dazio detto del bolino fu imposto dagli spagnoli nel 1626, e consisteva nel pagamento di un soldo per ogni boccale di vino venduto al minuto. Fu abolito nel 1777 con reale dispaccio, aggiungendo una tassa di esercizio agli osti. In Barzanò vi era allora una sola osteria ed un solo prestino. Verso la metà del secolo XVIII i conti Origo risultavano ancora i maggiori proprietari terrieri del comune di Barzanò. I loro fondi si stendevano da una parte sino al Baciolago, e dall'altra ad Oriano dove avevano il patronato per l'oratorio di S. Gregorio. L'ampio caseggiato di Torricella e gran parte dei beni della nobile casata, ridotta alla rovina dallo scialacquatore Paolo Origo, ultimo rampollo collaterale, nel 1846 furono acquistati dal collegio delle zitelle della Immacolata di Como ed il restante da altri.
Gli Origo erano originari di Robbiate-Paderno d'Adda, come sembra dimostrare un istrumento rogato il primo dicembre 1434 dal notaio Agostino de Riboldis di Besana, figlio del quondam Luchino, dove si legge che "Dominus Johannes et Martinus fratres de Origo de Robiate filii quondam Domini Maphioli habitantes in loco Paderno, Plebis Brippii Ducatus Mediolani, et uterque eorum in solidum teneantur" a pagare una data somma a "Domino Johanni de Nava filio quondam Domini Symonis de loco Cogorè Plebis Uglonis Ducatus Mediolani."
L'atto fu rogato in Oggiono nella casa d'abitazione del notaio. Fra i testimoni c'è un Isacchi figlio di Giovanni abitante "in castro de Isacchis vicinantie loci de Uglono".