Contenuto
Percorso : HOME > Associazione > Settimana agostiniana > Settimana 2025 > S. MessaS. Messa 7 settembre

I concelebranti con le istituzioni e le associazioni

Il parroco e i concelebranti con Sindaco, assessori e il presidente e soci della Associazione S. Agostino

I sacerdoti concelebranti con chierichetti
S. Messa solenne in chiesa parrocchiale presieduta da Padre Eugenio Cavallari OAD, Priore del Convento degli Agostiniani Scalzi della Madonnetta in Genova concelebrata da p. Michele Falcone OSA agostiniano del santuario di S. Rita di Milano e don Gabriele Pauletto CRL padre provinciale dei Canonici Regolari Lateranensi in Roma nella ricorrenza della 395 Festa in onore di sant'Agostino Patrono di Cassago, con la preghiera per la Comunità e l'offerta dell'olio per la lampada votiva da parte del Sindaco avv. Roberta Marabese e della Municipalità di Cassago
Domenica 7 settembre
DISCORSO DEL SINDACO
L'anno 2025 è un anno di grazia contrassegnato per i cristiani dall'esperienza del Giubileo, sul cui significato si sono soffermate a lungo le serate della Settimana agostiniana. Il 2025 è anche l'anno in cui è stato eletto per la prima volta un Pontefice che è stato scelto fra i figli spirituali di Agostino. La nomina di Papa Leone XIV, ovvero del monaco agostiniano p. Robert Prevost, è stata una sorpresa che ci ha fortemente coinvolto non solo per lo spessore dell'uomo, ma soprattutto perché in lui rivive lo spirito autorevole di Agostino. Siamo ancor più felici di questa nomina perché in tempi non sospetti, precisamente nell'estate del 2006, l'attuale papa, allora priore generale dell'ordine agostiniano, è stato ospitato a Cassago in una memorabile giornata che vide la presenza di oltre 400 ragazzi di tutto il mondo.
La grandezza di papa Leone XIV l'abbiamo conosciuta subito con il suo richiamo forte e indiscutibile a costruire la pace, a eliminare ogni conflitto, a creare condizioni di vita fra gli uomini che restituiscano a tutti la loro dignità di persona. Forte è stato il suo appello a far cessare ogni guerra, in Ucraina, a Gaza ed in ogni altra parte del mondo. Una pace disarmante e disarmante è stato il suo monito rivolto a quanti non capiscono ancora che la logica del potere non ha nulla di umano. Ogni potere, ogni impero è crollato: la storia ce lo testimonia con fredda precisione. Ma perché allora certi potenti insistono in questa direzione? Alto si leva l'avvertimento di Agostino che indica agli uomini tutti il percorso della vita: la via che seguiamo è come un pellegrinaggio, cioè un camminare per i campi e per le terre del mondo, dove ciascuno cerca di raggiungere la sua meta senza lasciarsi distogliere dalle cupidigie mondane.
Due sono gli argini lungo questa strada diretta verso quella che Agostino chiama la Città di Dio, due argini capaci di assicurare prosperità a tutti: la giustizia e l'umiltà. Senza giustizia non c'è pace e senza umiltà l'uomo non riesce più a riconoscere i propri limiti, a fuggire da ogni forma d'orgoglio, di superbia, di emulazione o di sopraffazione. Grazie dunque al Giubileo che ci aiuta a promuovere e a riscoprire i valori su cui si fonda la santità della vita e i principi stessi che hanno fatto grande l'Europa.
Che il Giubileo sia veramente un tempo di grazia, di conversione, di riconciliazione e di rinnovamento della fede. L'atto del pellegrinaggio, che anche la nostra comunità parrocchiale celebrerà nelle prossime settimane a Roma, simboleggia, attraversando la Porta santa, il passaggio da una condizione di miseria ad una vita nuova. Le opere di misericordia volte alla pacificazione fra gli uomini rafforzano il legame fra Dio e la comunità umana. Raccogliamo dunque l'invito che il Giubileo ci propone per un profondo rinnovamento interiore, che unisce il perdono alla speranza di una vita più piena e riconciliata.
Nell'accendere la Lampada votiva all'altare di sant'Agostino, siamo ben consapevoli dei problemi del nostro tempo e, come amministratori del nostro paese, chiediamo pertanto ancora una volta il suo aiuto. Desideriamo ricordare, soprattutto per tutti noi, le sagge parole che don Motta scrisse nella sua preghiera al santo:
Noi, responsabili dell'ordine di un piccolo paese, ci rendiamo conto dinanzi a Dio, della cooperazione che gli dobbiamo per il bene dei nostri fratelli, nel guidarli in una condizione di vita disciplinata e ordinata. Sentiamo la fiducia che per la tua intercessione la nostra mente sia illuminata e la nostra volontà sia retta nella fortezza, per dare alla nostra piccola comunità di Cassago, che il tuo soggiorno terreno ha onorato, i sensi e la misura della santità. I voti della nostra preghiera siano nella benignità della tua intercessione e nella volontà operante della Misericordia di Dio.
Amen