Percorso : HOME > Africa agostiniana > Ippona > Insula cristiana

L'africa romana: Ippona

Vista area dell'insula cristiana con il museo (in basso a destra) e la basilica Pacis  (foto 1960)

Vista area dell'insula cristiana con il museo (in basso a destra) e la Basilica Pacis

 

 

INSULA CRISTIANA

 

 

 

Questo quartiere occupa circa 6000 metri quadrati. Si tratta di un insieme di grandi santuari e delle relative dipendenze necessarie al culto di una Chiesa che nel IV secolo aveva la gestione della liturgia, della giustizia e di tutte le attività intellettuali e scolastiche dedicate al culto eucaristico. Per entrare in questa insula bisogna abbondare il quartiere delle ville, che occupava il fronte del mare, per avviarsi a ovest in direzione del Foro. La prima basilica ha tre navate e una forma rettangolare di circa 800 mq di superficie. A nord si sviluppa l'emiciclo dell'abside profondo 7 m e largo 8,5 m.

A parte i basamenti delle colonne, il suolo si presenta spoglio con qualche grossa tomba nella navata centrale, dove si intravedono alcuni pavimenti in mosaico con almeno venti motivi diversi. Alcuni mosaici sono stati rotti per fare spazio a delle tombe. Ne restano circa una trentina che si riconoscono per i cubetti bianchi e neri del contorno. Ovunque compare la formula rituale "Fidelis in pace" assieme ai simboli di palme, croci, colombe, pavoni.

All'interno di alcune di esse sono stati rinvenuti resti di ossa, epitaffi, orecchini d'oro di modesta grammatura. La basilica è circondata da piccoli muretti, ma non si trova alcuna traccia del pavimento, salvo qualche lacerto che introduce alle cappelle. In queste dipendenze, abside, battistero, cisterna, si scoprono magnifici pavimenti a mosaico. Sono chiamati "Il mosaico di Swastila", "Il mosaico delle nove Muse", "La cappella Tréflée", sono policromi, ricchi di decorazioni. La cappella del consignatorium ha un rivestimento in marmo.

Questa basilica fu al centro delle tragiche ore della lotta contro il donatismo. Era uno dei più grandi santuari dell'Africa cristiana, anche se il suo valore archeologico non è confrontabile con i più grandi edifici dell'Europa o dell'Asia Minore. Fu chiamata la "Basilica della Pace" o la "Grande Basilica." L'altra chiesa è situata nella medesima Insula cristiana ed è divisa in 5 navate longitudinali e 4 trasversali con 4 allineamenti di colonne. Si trova a nord-est della basilica della Pace a una ventina di metri di distanza. Occupa una superficie di 688 mq ed è orientata sull'asse nord-est/sud-ovest.

  APPROFONDIMENTI

            Insula cristiana 

 

Vi si accede da una entrata rettangolare che introduce a uno spazio a cielo aperto. Il pavimento è alquanto rovinato, tuttavia permangono frammenti di mosaici policromi. Possiamo immaginare l'aspetto originario con le sue decorazioni floreali, con tasselli bianchi, verdi, neri e rossi a disegni geometrici che coprivano vaste superfici. Si sono rinvenute varie tombe di età romana, vandala, bizantina e forse anche araba. Questa basilica fu la basilica dei donatisti, aveva varie dipendenze oltre all'abside di cui restano i frammentari muri perimetrali. Queste sale coprono circa 240 mq.

I pavimenti sono quasi del tutto scomparsi: restano lacerti di marmo e uno splendido mosaico, "Il Mosaico dalle teste d'animale." Un'altra moltitudine di edifici religiosi occupa una vasta superficie trapezoidale cui si accede da una strada detta "decumano" provvista di una canalizzazione e di uno sgocciolatoio. Si possono vedere numerose camere o cappelle di differente grandezza, il cui solo è ricoperto da basamenti di colonne, capitelli ionici o corinzi.

Nella massa delle rovine nel 1927 furono recuperate delle monete con l'effigie di Massinissa, Micipsa, Giuba, Adriano, Marco Aurelio, Gordiano, Diocleziano, fino a Costantino il Grande. Negli scavi furono rinvenuti anche piccoli oggetti in metallo di uso comune, spatole, cucchiai, o anche in avorio, di origine probabilmente numida. La zona fu anche sede di una fabbrica di tintori forse di porpora, un'attività assai diffusa e praticata nelle città del litorale e in particolare a Chullu (El Kol), retaggio della colonizzazione fenicia.