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AFRICA ROMANA: Cotta

Cotta: resti della città romana

Resti della città romana

 

 

 

 

COTTA

 

 

 

Poco oltre Tangeri (10 Km), verso Cap Spartel si scorgono, presso la riva, le rovine dell'antica Cotta. Gli scavi hanno portato alla luce costruzioni del II-III secolo, in particolare i resti di un tempio eretto sul luogo di un'antica cisterna in epoca posteriore al regno di Adriano (117-138) e quelli di un piccolo stabilimento termale.

Nei pressi, le vestigia di numerose aziende agricole romane munite di frantoi, per lo più del II e III secolo, documentano la fertilità della regione che, già frequentata in epoca preistorica, doveva allora essere coperta di oliveti.

Si ha l'opportunità di ampliare la visita archeologica deviando per la necropoli megalitica di Randak Gour, 2 km a nord e, poco lontano, per le vestigia di un'azienda agricola del IV secolo. Nelle vicinanze, a Jorf el-Hamra, si trovano altri resti di una grande fattoria del III o II secolo a. C. in attività fino al III secolo, comprendente stalle, frantoi, magazzini, piccole terme (fine del II secolo).

L'oleificio è di epoca mauretana e fu utilizzato fino all'inizio del IV secolo; non distante, vicino a una tomba megalitica, si trova un'altra fattoria fortificata abitata ancora nel IV secolo. Cotta si trova a circa 500 m dalle Grotte di Ercole, delle cavità naturali calcaree invase dall'acqua con l'alta marea. Sono molto buie e umide; l'unica luce entra dall'apertura sull'oceano che ad alcuni ricorda una carta dell'Africa rovesciata.

La mitologia greca racconta che Ercole trovò riposo all'interno dell'antro dopo le sue fatiche. La leggenda narra inoltre che l'eroe, durante la ricerca dei pomi delle Esperidi, scavò lo stretto di Gibilterra spostando le montagne, creando così da una parte il gebel Tarik (Gibilterra) e dall'altra, in Africa, il gebel Moussa.

In questi luoghi sono state rinvenute tracce di frequentazione preistorica. Sulle pareti delle grotte gli Atlanti hanno inciso con la selce centinaia di segni circolari ancora visibili.