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AFRICA ROMANA: Lambesi

Lambesi in Algeria: l'arco di trionfo

Lambesi in Algeria: l'arco di trionfo

 

 

LAMBESI

 

 

 

Tra il 128 e il 132 l'imperatore romano Adriano fu in Oriente, in Grecia, in Egitto, dove perse l'amato Antinoo, e in Africa, dove ispezionò accuratamente la provincia e le truppe tenendo nel campo di Lambesi un discorso di cui restano frammenti. Qui organizzò le frontiere della Mauretania Cesariense. Per avere milizie più interessate alla difesa, trasformò il sistema di reclutamento, stabilendo che ciascun soldato servisse nella sua provincia di origine, ma riservando tuttavia il grado di centurione a cittadini romani nati o allevati in Italia o nei paesi romanizzati dell'Occidente. Per mantenere il morale delle truppe e non lasciarle impigrire, Adriano stabilì intensi turni di addestramento, ispezionando personalmente le truppe nel corso dei suoi continui viaggi. Poiché non era incline, già dai tempi delle campagne daciche, a distinguersi per lussi particolari, si spostava a cavallo e condivideva in tutto la vita rude dei legionari. Di questa attività rimane memoria nelle cosiddette Epigrafi di Lambesi che vennero erette dopo una permanenza dell'imperatore nel castrum omonimo, sede della Legio III Augusta di stanza in Numidia. In questo documento viene descritta una serie di esercitazioni molto complesse che la legione svolse con successo nell'anno 128. Ciò a dimostrazione della nuova dottrina difensiva di Adriano che intendeva ottenere il massimo dell'efficienza militare anche in quadranti, come quello numidico, abbastanza pacifici. Da un punto di vista della struttura organizzativa non portò grandi innovazioni nell'esercito, salvo creare (secondo alcuni, rinforzare corpi già esistenti) truppe, basate su leva locale, denominate Numeri. Ciò al fine di dare un apporto alle truppe ausiliarie: i cosiddetti Auxilia. I motivi erano vari, innanzitutto tecnici, si trattava di mettere in linea truppe molto specializzate, ad esempio lanciatori, o destinate a terreni particolari o equipaggiate in modo non convenzionale (ad esempio alcuni corpi di cavalleria pesante). Inoltre i Numeri non fruivano come gli Auxilia del diritto di vedere arruolati stabilmente i loro figli nelle legioni e quindi ciò contribuiva a mantenere gli organici in numero costante. Di fatto i Numeri erano molto più vicini degli Auxilia ai gruppi etnici stanziati nei territori che si intendevano controllare e conservavano organizzazione e armamento loro propri. Il tutto a costi nettamente inferiori rispetto a quelli che si sostenevano per i legionari regolari, i quali oltre ad una paga di tutto rispetto, fruivano di donativi saltuari ed una liquidazione finale alla fine del servizio, spesso costituita dal diritto di proprietà di terreni.