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AFRICA ROMANA: Sabratha

Mosaico del pavimento della basilica cristiana di Sabratha

Mosaico del pavimento della basilica cristiana di Sabratha

 

 

SABRATHA

 

 

 

A Sabratha, città romana nell'attuale Libia, conserva una bella basilica cristiana che fu costruita poco dopo la riconquista bizantina dell'Africa. Il pavimento è costituito da un magnifico mosaico, dove il motivo predominate degli uccelli fra foglie e rami, che esprime un gusto ellenistico, assunse probabilmente un significato mistico nell'uso cristiano primitivo. Gli uccelli simboleggiano sia l'Anima sia lo Spirito Santo.

Adagiata sul litorale mediterraneo, Sabratha appare in tutta la sua bellezza, sovrastata dal magnifico teatro romano. Dopo Leptis Magna è la zona archeologica più importante della Tripolitania. Anticamente ebbe una posizione di rilievo come emporio commerciale collegata all'oasi di Ghadames, quindi sotto la dominazione romana si sviluppò come centro culturale al pari di Leptis Magna.

Subì molti saccheggi e distruzioni dagli invasori Vandali e Arabi: la città non riuscì più a riprendersi se non durante il periodo bizantino, caratterizzato da numerosi restauri alle antiche mura e ai monumenti. Oggi la zona archeologica è quasi totalmente tornata alla luce. Archi, colonne, capitelli, mosaici sono stati liberati dalla sabbia e riportano alla luce gli splendori della città romana.

Subito all'ingresso c'è il museo con alcune vetrine adorne di oggetti funerari, vasellame e monete, quindi alcune sculture e pitture parietali provenienti da alcune case patrizie, e gli immancabili mosaici. Ve ne sono alcuni anche all'esterno. Dal viale alberato si oltrepassa la porta bizantina che conduce ai resti del tempio antoniniano.

Resti del teatro di Sabratha

Resti del teatro di Sabratha

Di fronte sorge la basilica cristiana. Attraverso una via pavimentata si giunge al Foro dove era concentrata la vita pubblica della città. Poco distante si può visitare il tempio di Giove, di età augustea con la basilica cristiana giustinianea costruita da Giustiniano, che aveva tre navate laterali con colonne e, al centro, un maestoso pavimento in mosaico (in figura). Si possono quindi visitare le abitazioni, o quello che resta, di un quartiere i cui pavimenti conservano alcuni interessanti mosaici. Sicuramente il monumento meglio conservato di Sabratha è il teatro romano. L'epoca della sua costruzione non è nota, ma gli studiosi pensano che sia tra la fine del II secolo e l'inizio del III secolo.

La parte meglio conservata è la scena, ricomposta con i frammenti originali: suddivisa su tre piani con colonne marmoree sovrapposte, essa conferisce a questo capolavoro architettonico un aspetto straordinario. Undici scalinate assicurano una capienza di 5.000 posti. Il pulpito ha una serie di decorazioni in bassorilievo rappresentanti divinità, scene storiche e teatrali, ed una serie di nicchie rettangolari e semicircolari. In quella centrale troviamo la dea Roma con elmo e scudo e vestita da amazzone, con al fianco un’altra divinità rappresentante Sabratha. Poco distante si trova l'anfiteatro con l'arena dove un tempo i gladiatori affrontavano le belve feroci combattendo fino a morire. Ben visibili i corridoi sotterranei che venivano usati per far entrare le belve nell'arena.