Percorso : HOME > Associazione > Omelie > Carmelo Sgroi

don Carmelo Sgroi

Don Carmelo distribuisce l'eucarestia

Don Carmelo distribuisce l'eucarestia

 

 

 

Omelia di don Carmelo Sgroi

NEL GIORNO DELLA FESTA DI SANT'AGOSTINO

(4 settembre 2011)

 

 

PRIMA DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI

 

 

Il Cristiano autentico è sempre alla ricerca di Dio. Ci sono molti modi di cercare il Signore. Dipende da come lo si cerca. Anche Erode Antipa, dice il vangelo, cercava di vedere Gesù. Egli bramava di assistere a qualche suo miracolo. Ma l'ambigua curiosità di Erode non giungerà a riconoscere il Signore e tanto meno a farlo credere in lui. Quanti cercatori distratti di Gesù anche ai nostri giorni! Dobbiamo almeno augurarci che, prima o poi, il Signore riesca a penetrare oltre la scorza della nostra indifferenza. Come fece, ad esempio, con S. Agostino, patrono speciale della nostra parrocchia.

Agostino, come sappiamo, bruciò i suoi anni giovanili a cercare Dio nei vicoli ciechi dell'eresia e dell'immoralità. Quando finalmente a 33 anni lo trovò, o meglio, capì di essere stato ritrovato da lui, confessò: "Ma io dov'ero quando pur ti cercavo? Tu eri in me, ma io non ero in Te. Mi ero allontanato da Te e anche da me; e non ritrovavo neppure me stesso. Tanto meno potevo ritrovare Te".

Non restiamo, allora, in superficie! S. Agostino si dedicò a una lunga e sofferta ricerca di Dio, che credeva di trovare nella filosofia e nella cultura di quell'epoca. Nel suo libro "Le Confessioni", Agostino ha illustrato in un modo toccante il cammino della sua conversione, iniziato con il battesimo amministratogli dal vescovo Ambrogio, che segnò la grande svolta della sua vita. La conversione non fu un evento di un unico momento, ma appunto un cammino. Dapprima Agostino viveva come tutti gli altri, ma c'era in lui qualcosa di particolare: egli rimase sempre una persona in ricerca. Voleva trovare la verità. Voleva riuscire a sapere che cosa è l'uomo. Da dove proviene il mondo. Di dove veniamo noi stessi, dove andiamo e come possiamo trovare la vita vera. Sempre aveva creduto che Dio esiste e che egli si prende cura di noi. Arrivare a dire "sì" a lui, con tutte le conseguenze: questa era la grande lotta interiore dei suoi anni giovanili. Che grande lezione anche per noi: rimanere, cioè, persone che cercano, non accontentandosi di ciò che tutti dicono e fanno.

Dopo il suo battesimo, Agostino si era deciso a ritornare in Africa; e lì con i suoi amici aveva fondato un piccolo monastero, dove potesse dedicarsi totalmente al colloquio con Dio e alla riflessione e contemplazione del suo mistero. Recandosi, poi, a Ippona fu trattenuto dal Vescovo che lo consacrò sacerdote, suo malgrado. Il bel sogno della vita contemplativa era svanito. "Continuamente predicare, discutere, riprendere, essere a disposizione di tutti". Insieme con Cristo donare la propria vita, affinché gli altri potessero trovare lui, la vera Vita. Agostino aveva così scoperto che la vita va donata, per essere ritrovata in Cristo per tutta l'eternità.

Sarà proprio la nostra carità cristiana che ci aiuterà a condividere con tanti fratelli, soprattutto poveri e bisognosi, l'amore di Dio effuso nei nostri cuori. Gesù ci raccomanda: "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e glorifichino il padre vostro che è nei cieli". Forse questo invito può essere raccolto da quanti tra noi stanno cercando una vita cristiana più autentica. A tutti il Signore sta chiedendo, comunque, un salto di qualità verso un rapporto di fede con lui più vivace, più luminoso, più generoso. S. Agostino ha riflettuto a lungo sul Discorso della Montagna e sulle Beatitudini, ricavandone la convinzione che il battezzato, vivendo totalmente secondo il messaggio di Cristo, può essere, appunto, "perfetto". Le parole del Discorso della Montagna, sono totalmente realizzate in uno solo: in Gesù Cristo stesso. Tutta la Chiesa, invece, tutti noi, dobbiamo pregare ogni giorno: "Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori".

Agostino aveva appreso un ultimo grado di umiltà: riconoscere che a lui stesso e a tutta la Chiesa peregrinante, era continuamente necessaria la bontà misericordiosa di un Dio che perdona. E noi, diceva il grande Dottore della Chiesa, ci rendiamo simili a Cristo, il Perfetto, nella misura più grande possibile, quando diventiamo come Lui persone di misericordia. Questo ci augura Agostino seguendo il suo esempio: diventare copie fedeli del Cristo misericordioso nei confronti di tutti i nostri fratelli.

 

 

don CARMELO SGROI

Direttore dell'Istituto guanelliano "S. Antonio" a Cassago Brianza