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padre giancarlo ceriotti o.s.a.

Padre Giancarlo Ceriotti e Vittorio Cristinelli davanti alla sede della Associazione S. Agostino

Cassago: p. Ceriotti e Vittorio Cristinelli

 

 

Omelia di padre Giancarlo Ceriotti O.S.A.

NELLA FESTA DI S. AGOSTINO E DEL 50° DELLA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA PARROCCHIALE DI CASSAGO

(4 settembre 2005)

 

 

Dei molti discorsi di S. Agostino solo tre riguardano la dedicazione della Chiesa (Serm. 336-338) e, solo in un caso, egli è il vescovo consacrante: l'edificio visibile si dedica ora nel corso di questa nostra visita, quello spirituale, che siamo noi, sarà dedicato alla fine dei tempi, con la venuta del Signore, che vi abiterà spiritualmente (Serm. 337, 2). Pur ammettendo qualche sporadico accenno nelle Enarrationes in psalmos, come il 126: se il Signore non costruisce la casa ... noi lavoriamo all'esterno, il Signore costruisce all'interno ... La casa di Dio è la città di Dio e questa casa di Dio è il Popolo di Dio (En. Ps. 126, 2-3). La scarsità di omelie in materia è chiara dimostrazione di quanto scrive il biografo Possidio: Agostino non aveva la malattia del mattone, più degli edifici materiali gli stavano a cuore le costruzioni spirituali. Non si occupò mai di nuove costruzioni, per evitare d'impigliarvi l'animo, che voleva aver sempre libero da preoccupazioni temporali; tuttavia (questo è un tratto della delicatezza d'animo !) non proibiva a chi voleva costruire, purchè evitasse gli eccessi e fosse moderato (Vita 24, 13). Egli passa naturalmente dalla Chiesa-edificio alla Chiesa-corpo di Cristo. L'edificio è la casa dove eleviamo le nostre preghiere: casa di Dio siamo noi ! (Serm. 336, 1)

In linea con S. Pietro (1 Pt 2, 4-5) insiste nel valore spirituale della costruzione fondata in Cristo, "aggrappandovi a lui, pietra viva, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio."

L'interpretazione allegorica o spirituale offre al vescovo lo spunto per mostrare l’affinità e la continuità tra i gesti materiali della costruzione fatta di pietre e legname, e le azioni dei catechisti e dei sacri ministri, sacerdoti e vescovo: i fedeli, mediante la fede, quasi trovandosi nelle mani di operai, sono sgrossati, squadrati, levigati – sono infatti catechizzati, battezzati, istruiti ... Diventano però casa del Signore solo quando sono scompaginati e cementati dalla carità, che rende solida e stabile la costruzione: allora entri sicuro, non temi un crollo !

Ecco perché Gesù parla di comandamento nuovo … la carità che elimina il vecchio: "per essere liberati dal cumulo delle vostre macerie, amatevi gli uni gli altri." (Serm. 336, 1)

La casa della carità è sempre in costruzione, il compito non si esaurisce, come avviene per gli ambienti materiali: l’architetto si serve di macchinari e impalcature provvisori per costruire la casa che rimane (Serm. 362, 7).

La costruzione della Chiesa, locale e universale, richiede il contributo di tutti; nessuno è così piccolo, diceva Paolo VI, da non portare il suo contributo a quest'opera: costruire la Chiesa, che prosegue il suo pellegrinaggio tra le tribolazioni del mondo e le consolazioni di Dio (De Civ. XVIII, 81) e si rivolge a tutti ampliando i confini, nessuno escluso: convoca cittadini da tutte le nazioni ... senza badare alle differenze dei costumi, delle leggi, delle istituzioni ... non sopprime né distrugge alcuna di queste cose, anzi conserva e accetta tutto ciò che, sebbene diverso nelle diverse nazioni, tende ad un solo e medesimo fine: la pace terrena, a condizione che non impediscano di adorare l'unico Dio, sommo vero (De Civ. XIX, 17).

E' l'appello di Benedetto XVI !

L'amore alla Chiesa, inseparabile dal Cristo, sì da costituire il Cristo totale - totus Christus: capo e corpo in Io. 21, 8 - è un punto base della riflessione, della preghiera, della teologia di Agostino. In essa si manifesta tutto il culmine dell'autorità e il lume della ragione (Ep. 118, 5, 33). A questo amore e appartenenza spinge tutti i fedeli, corpo di Cristo, insistendo sul legame d'amore che rinnova l'amo col canto nuovo: cantare è proprio di chi ama. La voce di questo cantare è il fervore di un santo amore (Serm. 336, 1), che si manifesta con le opere buone, le opere di misericordia. La fede costruisce le chiese con le opere buone ... ma non guarda la bellezza dell'edificio ma la bellezza dell'uomo interiore da cui vengono le opere di misericordia, fatte con fervore religioso e devozione sincera. Nella Chiesa dobbiamo essere come pietre vive, sul fondamento e la pietra angolare che è Cristo, principio di connessione e unità (Serm. 337, 1).

Per questo incita i fedeli al bene: "squadratevi, sgrossatevi, nelle fatiche e nelle difficoltà, nelle veglie, nelle attività, siate disponibili ad ogni opera buona, in modo da meritare il riposo nella vita eterna" (Serm. 337, 4). Le opere buone non sono tanto da lodare quanto esempi esempi da imitare. La Chiesa è il monte che, da piccola pietra, è diventato grande e occupa il mondo intero: su questo monte è edificata la Chiesa (Serm. 338, 1). Le opere buone compiute non ricercano l'approvazione e lo sguardo della gente ma desiderano la gloria di Dio da parte di coloro che vedono e ci imitano (Serm. 338, 4).

L'amore, caratteristico e distintivo del cristiano, riconosce il primato di Dio, a cui si rapportano le relazioni umane: "Amiamo Dio per se stesso e noi in lui, a motivo di lui, ama l'amico di amore sincero chi ama Dio nell'amico, o in quanto Dio è in lui o perché sia con lui ... avvicinatevi a lui e sarete illuminati: egli è luce, noi senza di lui siamo tenebre." (Serm. 336, 3)

Si desti in noi l'amore verso colui che vuole darci conforto (Serm. 336, 4). Qui s'innesta la riflessione agostiniana sulla maternità della Chiesa con espressioni famose: "Chiunque noi siamo, voi siete sicuri: voi che avete Dio per padre e la Chiesa per madre." (Contra litt. Petil. III, 9, 10 e En. In Ps. 88, d. 2, 14)

Possediamo la Spirito Santo se amiamo la Chiesa e amiamo la Chiesa se rimaniamo nella sua unità e nella sua carità (In Io. 92, 8). Quest'ultima citazione, sul capitolo VI del vangelo di Giovanni, ha un valore e un contenuto eucaristico: eucaristia e Chiesa sono intimamente uniti tra loro. La Chiesa celebra l'Eucarestia per la Chiesa: "I fedeli dimostrano di conoscere il corpo di Cristo se non cessano di essere il corpo di Cristo" (In Io. 26, 13: mistero di comunione e verità). Diventano corpo di Cristo se vogliono vivere dello Spirito di Cristo. Dello Spirito di Cristo vive soltanto il corpo di Cristo ... Mistero di amore ! Simbolo di unità ! Vincolo di carità !