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Il Cinquecento

 

 

SAGGI, RICERCHE E STUDI

 

 

Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano Cassago era compreso, nella pieve di Missaglia, come "el locho de Casago". Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti fino al XVII secolo (Estimi del ducato di Milano del 1558, con aggiornamenti fino al XVII secolo, ASCMi, Località foresi, cartt. 1-52), Cassago risulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano).

In un prospetto comprendente tutte "le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale", risalente al 1572 (Terre Ducato di Milano, 1572, "Terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale a cadauno di esse tassate per il censo. 1572", ASCMi, Località foresi, cart. 53), era compresa anche Cassago. Dalle risposte fornite nel 1571 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la comunità di Cassago, compresa nella pieve di Missaglia, risultava "non mai infeudata, a memoria". Di consueto la giustizia restava amministrata dal vicario della Martesana, presso la cui banca criminale prestava il console il suo annuale giuramento, pagando all'attuario soldi 13.3.

Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 400 abitanti, aveva il suo consiglio, eletto dagli uomini in pubblica piazza a suono di campana, comprendente il console, il cancelliere e, nei casi di maggior rilievo, i primi estimati; presso il cancelliere con il salario di lire 12 annue era conservato "il libro chiamato il catasto dei riparti", non avendo la comunità un proprio archivio (Risposte ai Quarantacinque quesiti della Real Giunta del Censimento, 1571, ASMi, Catasto, cartt. 3059-3074, Cassago).