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brianza romana: Olginate

a Musa

I resti del ponte sull'Adda

 

 

OLGINATE

 

 

 

 

 

Ponte di Olginate

"Un ponte di pietra agevolava il passaggio dalla valle di S. Martino sulla destra dell'Adda ad Olginate, l'origine della qual terra rimonta pure ad epoche lontane, come vedremo. Di questo ponte esistono ancora ragguardevoli avanzi. Un arco intero si conserva ancora unito alla casa del sig. Carlo Testori; vi sono gli avanzi dei piloni in mezzo all'Adda, stati in parte distrutti l'anno 1755, nel pensiero di togliere altra delle cause che producono le inondazioni a Lecco, a Como ed altrove, e qualche avanzo di pilone fu altresì già riconosciuto sulla sponda sinistra del fiume, d'onde si vede, che questo ponte era molto lungo; l'arco che rimane ci mostra altresì che era di una grande solidità.

Proseguiva la strada a Garlate, luogo non meno assai antico, ed indi verso la terra di Galbiate."

 

L'avvio di un progetto regionale di ripristino della navigabilità dell'Adda tra Garlate e il bacino del Naviglio di Paderno ha permesso indagini archeologiche per verificare lo stato dei resti del ponte romano. Tali indagini hanno consentito individuare una serie di strutture in conglomerato cementizio riconducibili alla testata e alle pile del ponte romano. La testata, pertinente alla sponda sinistra, si innesta su due muri d'ala disposti a V, dei quali il ramo a monte è maggiore di quello a valle. Le pile più lontane dal fulcro della corrente si presentano meglio conservate, mentre delle restanti pile risultano lacunose le dimensioni e difficoltoso il posizionamento: sono stati individuati solo scarsi tratti di murature, sempre comunque lungo l'asse del tracciato del ponte. Sono stati rinvenuti due pali lignei ancora infissi sul fondo del fiume e interpretabili come sottofondazioni di alcune pile. Sia la testa del ponte che i muri d'ala non superano i 20 cm dal fondale e le strutture risultano notevolmente erose dalla corrente.

 

 

Tombe in via S. Agnese

Durante lavori per la posa di tubature sono state individuate tre sepolture a inumazione, di cui due (T1 e T2) parzial-mente danneggiate e una quasi completamente asportata dal mezzo meccanico (T3). La tomba 1 e la tomba 2 sono strutture di forma rettangolare costruite con lastre in pietra squadrate di varia grandezza disposte a formare il fondo, le pareti e la copertura della tomba. Entrambe le tombe all'altezza delle mani, a circa metà di uno dei lati lunghi, presentavano una nicchia, anch'essa in lastrine di pietra, che conteneva il corredo. Questo elemento strutturale è poco diffuso nell'area lecchese. Entrambe le tombe erano a deposizione plurima, con i resti ossei piuttosto mal conservati. Nella tomba 1 nella nicchia laterale era deposta un'olletta in ceramica comune; nei pressi della tomba vi era un tegame ceramico. Il corredo della tomba 2 era composto da un'olletta in ceramica comune e da un'olpe con tracce di invetriatura. La tomba 3 sembra anch'essa, per quanto rimasto, costruita con lastre di pietra e predisposta per deposizioni plurime. Il corredo, molto frammentario, era costituito da una patera in terra sigillata di produzione padana e da un'olletta in ceramica comune. Strutture riferibili alla tardo romana del III-IV sec. d. C.

 

 

Capiate

Nel cascinale ex chiesa di S. Nazaro, n. 3c nel 1925 fu localizzata:una lapide in marmo, murata in un edificio e lacunosa nella parte superiore, con iscrizione:

[...]

FLAM DIVI TITI ITEM FLAM

DIVI NERVAE PONTIF AVG

IIII VIR I D COMI BIS

IIII VIR I DMEDIOL

IVDEX EX SELECTIS

ADLECT QVINQVENNAL

MEDIOLANI

 

Termine post quem della lapide 98 d. C. Murata nella parete di un vecchio cascinale, ex basilica di S. Nazaro.

 

 

Capiate

Nella ex chiesa di S. Nazaro sono stati identificati dei frammenti di sarcofagi e coperchi in serizzo reimpiegati.

Datazione imprecisabile, forse età tardo-romana o alto medievale. Inglobati nella muratura della torre.

 

 

Capiate

Nella ex chiesa di S. Nazaro nel 1956 nel corso di lavori per l'acquedotto furono rinvenute varie tombe a inumazione con struttura a cassa di lastre. Probabilmente nella stessa occasione fu trovato anche un capitello con disegni fitomorfi stilizzati. Datazione imprecisabile. Materiali dispersi.

 

 

Cava di argilla

In una cava d'argilla probabilmente all'inizio degli anni '60 furono raccolti, forse dallo stesso O. Cornaggia Castiglioni. alcuni frammenti ceramici che egli attribuisce all'Eneolitico, facies di Civate. Datazione imprecisabile, probabilmente Eneolitico o età del Bronzo. Collocazione sconosciuta.