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Maestro vetraio di Naumurg

 Maestro di Erfurt Agostino e un suo compagno (1316 -1324) a Cassiciaco

Maestro di Erfurt  (1316 -1324)

Agostino e un suo compagno

 

 

 

MAESTRO DI NAUMURG

Vetrate della chiesa di S. Agostino a Erfurt

1316-1324

 

Agostino e un suo compagno a Cassiciaco

 

 

 

Il tema della scena è specificato nel filatterio dove sta scritto: AVGVSTIN ET [SO]CIVS SVIS. Dei due personaggi non si riesce a distinguere chi è Agostino. Forse è il personaggio che porta una specie di cappello in testa. L'altro, come suggerisce Courcelle, potrebbe essere un amico dei tempi del soggiorno a rus Cassiciacum: Sociavimus eum (Adeodato) coaevum nobis in gratia tua ... et baptizati sumus.

M. Reutsch, riprendendo un passo della Legenda Aurea di Jacopo da Varagine ("Socium suum Alipium tam vultu quam mente turbatus invasit") crede che sia Alipio, ma questa identificazione non è certa.

Poichè il filatterio ricorre nel ciclo anche nel caso dei discipuli e dei fratres, può darsi che il personaggio di questa scena sia proprio uno di questi socii.

Tuttavia poichè questo amico è tonsurato si è anche tentati di credere che sia Evodio, di cui Agostino scrive: "Consociasti nobis et Evodium iuvenem ex nostro municipio. Qui cum agens in rebus militaret, prior nobis ad te conversus est et baptizatus et relicta militia saeculari accinctus in tua. Simul eramus, simul habitaturi placito sancto. Quaerabamus, quisnam locus non utilius haberet servientes tibi: pariter remeabamus in Africa."

Anche lo storico Enrico di Friemar riprende il testo e lo interpreta così: cum sociis in Africam est profectus.

Agostino, Confessioni IX, 8, 17, 2

 

 

Il tredici novembre ricorreva il mio compleanno. Dopo un pranzo tanto frugale che non impedì il lavoro della mente, feci adunare nella sala delle terme tutti coloro che non solo quel giorno ma ogni giorno convivevano con me. S'era presentato come luogo appartato, adatto all'occorrenza. Partecipavano e non ho timore di presentarli per ora con i soli nomi alla singolare tua benevolenza, prima di tutto mia madre, ai cui meriti spetta, come credo, tutto quello che sto vivendo, Navigio mio fratello, Trigezio e Licenzio miei concittadini e discepoli. Volli che non mancassero neanche Lastidiano e Rustico, miei cugini, sebbene non avessero frequentato neppure il maestro di grammatica. Ritenni che il loro buon senso fosse sufficiente all'argomento che intendevo trattare. Con noi era anche mio figlio Adeodato, il più piccolo di tutti. Egli ha tuttavia un ingegno che, salvo errore dovuto all'affetto, promette grandi cose.

AGOSTINO, De Beata Vita 1, 6

 

Quando ricorderò tutti gli avvenimenti di quei giorni di vacanza? Non li ho però dimenticati, né tacerò la durezza del tuo flagello e la mirabile prestezza della tua misericordia. Mi torturavi allora con un male ai denti. Quando si aggravò tanto che non riuscivo a parlare, mi sorse in cuore il pensiero di invitare tutti i miei là presenti a scongiurarti per me, Dio di ogni salvezza. Lo scrissi sopra una tavoletta di cera, che consegnai loro perché leggessero, e appena piegammo le ginocchia in una supplica ardente, il dolore scomparve. Ma quale dolore? O come scomparve? Ne fui spaventato, lo confesso, Signore mio e Dio mio, perché non mi era mai capitato nulla di simile da quando ero venuto al mondo. S'insinuarono così, nel profondo del mio essere, i tuoi ammonimenti, e giulivo nella fede lodai il tuo nome. Quella fede tuttavia non mi permetteva di essere tranquillo riguardo ai miei peccati anteriori, perché non mi erano stati ancora rimessi mediante il tuo battesimo.

AGOSTINO, Confessioni 9, 4, 12