Percorso : HOME > Cassiciaco > Iconografia >  Pacheco

Pacheco: la scena del mal di denti

Lima: la scena del mal di denti in una tavola di Pacheco

Monastero di Lima: tavola con la scena del mal di denti

opera di Basilio Pacheco (1644-1646)

 

 

 

BASILIO PACHECO

Monastero degli Eremitani a Lima

1644-1646

 

La scena del mal di denti a Cassiciaco

 

 

 

La spiegazione indica che Agostino in preda a un doloroso mal di denti non era in grado di proferire parola e con uno scritto aveva invitato i suoi amici a pregare per lui. L'episodio caro al XV secolo ritorna qui nuovamente in un ciclo iconografico.

Nella scena immaginata da Pacheco Agostino è un giovane ricco in preda alla sofferenza e tende a due amici lo scritto dove si legge: Orate Dominum ut impleat petitionem meam. Un dottore l'assiste e una donna, Monica, gli tende un cataplasma. Un'altra donna sta aprendo un cassettino delle medicine. Un'altra donna a destra sta riscaldando dei panni.

L'artista ha saputo dipingere una scena viva con tanti personaggi attivi.

 

Quando avrò distillata in cuore tutta la memoria di quei liberi giorni? Ma non ho dimenticato e non tacerò l'asprezza del tuo staffile e la furia mirabile della tua misericordia. Mi tormentavi in quei giorni con il male ai denti, e quando fu tanto forte che non ero più in grado di parlare, mi affiorò in cuore l'idea di invitare tutti i miei amici presenti a scongiurarti in vece mia, Dio di ogni salute. E lo scrissi su una tavoletta e la diedi loro da leggere. Avevamo appena piegate le ginocchia in atteggiamento di supplica, che il dolore era sparito. E quale dolore! E come? Ne fui spaventato, lo confesso, mio Signore e mio Dio. In vita mia non avevo provato mai nulla di simile. E questi cenni della tua potenza si insinuarono nel profondo di me stesso, e nella gioia della fede resi lode al tuo nome. E quella stessa fede non mi lasciava stare senza angoscia per i peccati commessi in passato, perché ancora non mi erano stati rimessi con il tuo battesimo.

AGOSTINO, Confessioni 9, 5, 12

 

Gli venne allora un forte mal di denti, tanto che non poteva parlare: scrisse che si pregasse per lui, acciocchè quel mal di denti cessasse, poi si mise in ginocchio, appena egli si fu inginocchiato, il male cessò.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

 

L'autore Basilio Pacheco e il ciclo iconografico di Lima

L'ispiratore del ciclo sembra sia stato padre Fernado de Luna, eminente teologo e allo stesso tempo priore di Cuzco. I due cicli dipinti da Pacheco dovevano avere una fonte letteraria comune, forse una Vita del santo di fonte spagnola. Pacheco comunque ha saputo realizzare una sequenza di scene piuttosto originale con la presenza di personaggi del tutto nuovi come Pelagio, Eulogio, Petiliano, Paolino da Nola. Qualche scena è stata tratta dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, altre da Bolswert. A differenza dei cicli europei, Pacheco avvia la sequenza con scene tratte dalla vita familiare. Il ciclo presenta una grande unità interna di stile, anche per il fatto che fu interamente eseguito da un unico pittore. La scuola di Cuzco, di cui Pacheco fu uno dei migliore rappresentanti, fu nel corso del '600 una delle più originali artisticamente dell'intera area dell'America latina. Se Pacheco molto deve a Bolswert per l'iconografia, molto deve invece per lo stile allo spagnolo Zurbaran, il cui successo in Perù era considerevole in questo periodo. Vi si riconoscono il gusto delle luci contrastanti, la robustezza delle persone e la tensione drammatica dei temi toccati. Pacheco non è comunque un grande pittore poichè non è in grado di eguagliare i suoi modelli europei. Tuttavia il suo ciclo è affascinante soprattutto per la mistura di arcaismo e i tentativi di produrre qualcosa di nuovo. Oltre alle 38 scene descritte ve ne sono altre due piuttosto deteriorate che non hanno potuto essere riprodotte. La prima scena rappresenta un grandioso corteo dove figurano tanti vescovi con un gran concorso di notabili e di popolo. Si tratta dei funerali di Agostino. Vi si può distinguere, fra i personaggi, il ritratto dello stesso Pacheco e anche l'architettuta della cattedrale di Cuzco. Un'ultima scena ricorda invece l'episodio della traslazione delle reliquie del santo dall'Africa in Sardegna.