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CAMILLO PACE: Il ritiro di Cassago

La copertina del libro edito nel 1928

La copertina del libro

 

 

 

S A N T ' A G O S T I N O

Vescovo d'Ippona - Dottore della Chiesa (354 - 430)

 

di Camillo Pace

 

 

Biblioteca del Popolo

Centesimi 80 il volume

CASA EDITRICE SONZOGNO della Società Anonima ALBERTO MATARELLI Via Pasquirolo, 14 MILANO

Volume 133

Ogni volume consta di 64 pagine di fitta composizione e contiene un completo trattatelo elementare di scienza pratica, di cognizioni utili ed indispensabili, dettato in forma popolare, succinta, chiara, alla portata di ogni intelligenza.

 

Finito di stampare il 15 ottobre 1928

 

 

 

Il ritiro di Cassago.

Venti giorni appena lo separavano dalle vacanze : pazientò quindi fin allora. La sua decisione era ormai presa : non voleva più risalire la «cattedra di menzogna».

Del resto l'umidità del clima aveva scosso la sua salute e questa era una buona ragione per domandare un congedo. Libero da ogni preoccupazione mondana, l'anima sua aspirava alla pace della vita solitaria. Eppure il problema finanziario si presentava ad Agostino in tutta la sua importanza. Aveva a suo carico la madre, il figlio, il fratello ed i cugini. Romaniano, che trovavasi allora a Milano, venne, come sempre in soccorso. Il ritiro d'Agostino in un domicilio di quiete, era un disegno che anche lui vagheggiava. Perciò l'aiutò nel porlo in atto.

Un collega, il grammatico Verecondo, offrì una sua villa nei dintorni di Milano, chiamata Cassago, sui primi contrafforti della Brianza. Colà si ritirò Agostino, per prepararsi degnamente al Battesimo, con sua madre, il fratello Navigio, il figlio Adeodato, i suoi cugini, Alipio e Licenzio.

Vi trascorsero sette mesi. Si viveva vita comune, ritirata ed austera, sotto la savia direzione di Monica; si trattavano viarie questioni, o passeggiando per la campagna, o, se il tempo era cattivo, nella sala da bagno. Uno stenografo raccoglieva le opinioni di ciascuno. Agostino voleva che anche la madre prendesse parte alle discussioni, ammirato dalla rettitudine dell'animo suo.

E Monica gli rispondeva, con affettuosa bonarietà, che egli non aveva mai detto tante menzogne. Una volta, trattando della divina Provvidenza, nel momento di ringraziare Dio, la cui bontà veglia sui suoi figli, si ferma e, dirigendosi alla madre, così le dice :

Affinché queste preghiere e questi voti sieno espressi con maggior fervore, noi te ne incarichiamo, o madre mia. E credo fermamente che tu che hai ottenuto per me la grazia di desiderare ardentemente la Verità, otterrai anche, con le tue preghiere, la grazia di possederla pienamente.

E si discuteva di poesia, di rettorica, di grammatica, di cose profane ; però da tutto si prendeva motivo per ridursi al riconoscimento d''un Sommo Bene Increato, d'una Sapienza indefettibile ed eterna. La filosofia e la letteratura non avevano, certo, come prima, l'esclusivo dominio di Agostino, ma egli teneva a dimostrare ai suoi compagni da convertire o da confermare nella Fede, che la religione non esige da essi nè il sacrificio della ragione, nè la proscrizione dell'eloquenza e della pagana poesia.

E da questi trattenimenti, ch'egli dirige, cerca sempre di trarre conseguenze utili ed edificanti, fornite dal soggetto stesso o da qualche incidente occorso durante la discussione. Infatti un giorno in cui Trigezio, avendo espresso un'opinione errata, domandava, per vanità, che non fosse riportata dallo stenografo, e Licenzio, per gelosia, insisteva, perché fosse scritta, Agostino li ricondusse all'umiltà e carità cristiana ammonendoli :

È così che voi agite? È questa l'elevazione verso Dio a cui vi credevo giunti? Questo l'amore del vero di cui io gioivo? Oh! se voi poteste vedere, anche con gli occhi deboli quanto i miei, l'orrore e la pazzia del male che questa vostra domanda rivela, con quale sollecitudine non la cancellereste con rivi di lacrime!... Non mi affliggete più così, se è vero che mi dovete un po' d'affetto, se sapete quanto io vi ami, quanto sono preoccupato della cura di formare i vostri costumi! ... Non prendete piacere a chiamarmi vostro maestro: non vi domando che questa sola ricompensa: siate uomini dabbene! Qual profondo cambiamento la Grazia ha prodotto nell'anima bella d'Agostino!