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BEAti dell'Ordine Agostiniano: GIOVANNI BECCHETTI

Immagine di S. Agostino in estasi fra angeli

 

S. Agostino in estasi fra angeli

 

 

Beato GIOVANNI BECCHETTI

... - 1400

 

 

 

Era un parente stretto del beato Pietro e sul suo esempio condivise lo stesso ideale di vita entrando qualche anno dopo di lui nel convento agostiniano di Fabriano, ove con serio impegno attese alla sua formazione spirituale e intellettuale. Già avviato agli studi umanistici venne attirato al chiostro degli Agostiniani dal cugino Pietro, di lui più grande di qualche anno e impegnato allora negli studi di filosofia. L'ottima formazione ricevuta in famiglia lo fecero emergere fra i novizi per l'impegno e l'applicazione nello studio. Per tale eccezionalità fu destinato all'Università di Oxford dove perfezionò i suoi studi in teologia conseguendo brillantemente il magistero nel 1385. A Oxford si trovò implicato nelle controversie scatenate da Wiclef, un ecclesiastico fiero e puntiglioso che si era posto a capo di un movimento antipapale, i lollardi.

Fra Giovanni avvertì con disagio la profonda lacerazione dottrinale determinata da Wiclef e rafforzò la convinzione che lo studio va sostenuto dalla pietà e condotto con docilità dalla autorità della Chiesa. Con zelo si dispose all'insegnamento difendendo la fede cattolica con discorsi e scritti. Dopo vari anni di insegnamento fu richiamato a Perugia col titolo di Reggente degli Studi. Scrisse varie opere filosofiche, teologiche e anche di commento alla Sacra Scrittura.

Lo studio non lo distoglieva dagli impegni apostolici della predicazione a cui si dedicava con grande passione e profitto dei fedeli. Con pari fede ed entusiasmo compì col fratello il pellegrinaggio in Terra Santa e ne riportò frutti di pietà che volle prolungare nel tempietto del S. Sepolcro riprodotto presso la propria chiesa. La sua più grande consolazione era trascorrere le ore libere in meditazione e preghiera. Morì nel 1400 e le sue reliquie, composte con quelle del cugino, sono esposte in venerazione nella chiesa di S. Agostino. Lo pregavano particolarmente in situazioni d'emergenza contro pestilenze e carestie.

Nel 1591 il Comune colpito da una pestilenza arrivò ad erogare una cospicua somma per la processione propiziatoria ai beati Becchetti. La peste cessò e la Comunità riconoscente ordinò di contribuire per dodici anni a feste di ringraziamento.

Il suo culto fu approvato da Gregorio XVI che fissò la sua memoria al 2 luglio.