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BEAti dell'Ordine Agostiniano: CHERUBINO TESTA

Immagine Cherubino testa da Avigliana

 

Cherubino Testa

 

 

Beato CHERUBINO TESTA da Avigliana

1451 - 1479

 

 

 

Fu una vocazione tardiva che a 20 anni seppe prendere la decisione di consacrarsi a Dio. Vi fu orientato da padre Agostino d'Anna da Carignano, un predicatore agostiniano che aveva risvegliato tante coscienze alla verità cristiana. Ad Avigliana tenne una predicazione straordinaria, per cui il popolo volle gli agostiniani in città. Terreno e progetto furono tosto trovati e nel 1452 sorse il convento col titolo della Beata Vergine delle Grazie. La Congregazione Agostiniana di Lombardia operava allora a rivitalizzare gran numero di conventi, creandone anche di nuovi dal Piemonte alle Marche, compreso Tolentino. Il convento d'Avigliana, appena fuori dell'abitato, divenne subito noviziato e professorio e si rivelò un vivaio di santità grazie alla direzione spirituale del beato Adriano Berzetti, religioso di grande spirito di orazione e penitenza. Avigliana è un piccolo centro della Val di Susa, non lontano dalla Sagra di San Michele, che nel degradar delle Alpi sorge su spuntoni di roccia attorno al vecchio castello del Conte Rosso. La famiglia Testa di antica origine vi godeva rinomanza per le amichevoli relazioni e i servizi ai Savoia, che in Avigliana avevano un turrito castello e contavano un buon vassallaggio. Il palazzo Testa, anch'esso con torre, vantava il secondo orologio di allora, dopo quello di sant'Eustorgio a Milano. La famiglia era composta da tre persone: Filippo, un gentiluomo intraprendente e pio, Lucrezia, sua moglie, energica e insieme mite e devota, Cherubino, il figlio di buone inclinazioni. I genitori avevano concorso alla fondazione del convento agostiniano, che Cherubino frequentava con piacere. A vent'anni entrò in convento. Il padre Berzetti seppe leggere in quell'animo cristallino l'innocenza dei costumi e la intenzione retta con cui il giovine operava la scelta. L'accolse paternamente e l'animò con esempio integerrimo e illuminati consigli a corrispondere alla vocazione religiosa. Cherubino coltivò la preghiera e la meditazione, approfondendo la passione di Gesù. Si esercitò nel sacrificio per adattarsi alle diverse condizioni del monastero rispetto alla casa paterna. Il suo primo incarico fu provvedere ai poveri che si presentavano per essere sfamati. Vi pose il massimo impegno, sollecitando all'occorrenza la generosità dei genitori. Attese con impegno allo studio della filosofia e teologia e in capo a qualche anno divenne sacerdote. Mentre stava aspettando la sua nuova destinazione la sua salute andò deperendo. Le cure prestate non valsero a farlo riprendere e in breve giunse alla morte. A soli 28 anni, il 17 dicembre 1479 padre Cherubino passò a maggior gloria. Che fosse un santo se ne parlava da tempo, ma ora, dopo la morte, le voci si fecero insistenti. Vari miracoli confermarono le voci popolari. Quando nel 1805 il fatiscente convento delle Grazie fu demolito l'urna fu trasferita nella parrocchia di san Giovanni, dove tuttora è venerato.

 

Appartenente alla nobile famiglia Testa, Cherubino nacque ad Avigliana (Torino) nel 1451. Abbracciata ben presto la vita religiosa, vestì l'abito degli Eremitani di S. Agostino nel locale convento dell'Ordine, fondato dal beato Adriano Berzetti da Buronzoo. Quivi condusse, sino alla fine della sua breve esistenza, un'austera vita di mortificazione e di santità, improntata sempre a un profondo spirito di obbedienza e a un'immensa pietà, distinguendosi, inoltre, per la sua purezza e per la particolare profonda devozione alla Passione di Cristo, tanto da trascorrere gran parte della sua giornata piangendo, in estatica contemplazione di Gesù crocifisso. Cherubino si spense, ventinovenne, il 17 settembre 1479 nello stesso convento aviglianese. Si narra che, nel momento medesimo in cui esalò l'ultimo respiro, le campane del luogo si misero a suonare da sole prodigiosamente, quasi ad annunziare il felice transito dell'anima sua in paradiso. In un dipinto esistente un tempo nel chiostro dell'antico convento agostiniano di Tolentino, nelle Marche, il beato Cherubino era raffigurato con l'aureola, un giglio geminato sul cuore e un crocifisso nella mano destra; sotto l'immagine si poteva leggere la seguente iscrizione: Beatus Cherubinus de Aviliana, conventus S. Augustini Avilianae magnus splendor. La ragione per cui veniva rappresentato con il giglio germogliante dal cuore è spiegata da taluni antichi scrittori agostiniani, quali, ad es., il Torelli e l'Elsen, col fatto che, avvertendo i suoi confratelli un soave olezzo sprigionarsi dal suo sepolcro ogni qualvolta vi passavano davanti per recarsi in coro, fu deciso di esumare il corpo del beato per trasferirlo in una più degna sepoltura; all'apertura del sepolcro si vide che un odoroso giglio era spuntato miracolosamente dal cuore di Cherubino. Tali prodigi, verificatisi dopo la sua morte, favorirono l'immediata affermazione del culto in suo onore, conservatosi sempre vivo nel tempo, così da ottenere solenne conferma da parte di Pio IX, il 21 settembre 1865.

 

 

 

Sacra Rituum Congregatione. Confirmationis cultus ab immemorabili tempore praestiti Servo Dei C. 7: ad A., Romae 1865; IMPEROR, G. B. Cuor-giglio, ossia il B. Cherubino della nobile famiglia Testa, Torino 1880; ID, Vita del beato Cherubino Testa sacerdote agostiniano, Tonno 1884; HUMPFHER, W:, OSA., Cherubin v. A., In Lextcon fur Theologie und Kirche II (1958) 1045-46; AA. VV:, Il Beato Cherubino Testa:, una presenza in Avigliana, Giaveno - Torino 1980.