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BEAti dell'Ordine Agostiniano: PIETRO GIACOMO da PESARO

Ritratto del beato Pietro da Pesaro di Pietro Gagliardi in sant'Agostino a Roma Ritratto del beato Pietro da Pesaro di Pietro Gagliardi in sant'Agostino a Roma

Immagini del beato Pietro Giacomo da Pesaro

 

 

Beato PIETRO GIACOMO da PESARO

(1445 - 1496)

 

 

 

Pietro Giacomo da Pesaro fu frate agostiniano del Quattrocento, morto nel 1496. Nasce a Pesaro molto probabilmente nell'anno 1445. Poco si sa della sua famiglia, che qualche storico chiama Gaspari. Le sue spoglie sono state traslate nel 1996 nella chiesa di sant'Agostino a Pesaro. Dobbiamo alla sua attività di calligrafo le prime due date certe della sua vita. L'8 agosto del 1472 lo troviamo infatti a Farneto di Montelabbàte (Pesaro) e il 3 novembre maestro degli studenti a Perugia, dove, l'anno seguente otterrà il grado di Lettore. Entrò giovanissimo nel convento agostiniano della sua città attratto, oltre che dall'ideale religioso, dal desiderio di saziare la sua fama di conoscenza delle cose di Dio: era già in sintonia, forse senza conoscerlo ancora, col suo padre Agostino, che aveva messo come scopo del suo itinerario spirituale la conoscenza di Dio e di se stesso. Terminato il noviziato, il giovane emette la professione e viene avviato al compimento degli studi necessari per il ministero sacerdotale e alla carriera accademica secondo il rigido e impegnativo programma prescritto all'Ordine agostiniano. Dopo l'ordinazione sacerdotale, è inserito nella vita conventuale con l'impegno di proseguire gli studi e di guidare i giovani studenti dell'Ordine. Nel 1473 è inviato ad insegnare nello Studio agostiniano di Firenze.

E allo studio si applicò con entusiasmo riuscendo in breve tempo a conseguire i gradi di lettorato, baccelliere e, nel 1479, di Maestro di teologia. Il beato Pietro Giacomo metteva a disposizione dei confratelli la sua preparazione spirituale e i suoi progressi teologici. I superiori lo inviano dapprima a Perugia per formare e istruire i giovani agostiniani di quello studentato, poi al convento di Bologna per l'insegnamento della teologia in quel celebre studio generalizio. Nel 1482 lo troviamo, già con il titolo di maestro in Sacra Teologia a Rimini con il compito di Reggente dello studio. Partecipa a due Capitoli Generali: nel 1482 a Perugia e nel 1486 a Siena.

Dalle notizie che conosciamo per certe e da altre che si desumono indirettamente, il Beato emerge per alcune caratteristiche inconfondibili: la santità di vita, l'amore per lo studio, l'impegno nell'evangelizzazione e nella formazione spirituale e culturale dei giovani agostiniani, la preghiera e la penitenza, la ricerca di solitudine, ascesi, tutti elementi che le Costituzioni del tempo - erano le stesse preparate dai Beati Clemente da Osimo e Agostino Novello per il Capitolo di Ratisbona nel 1290 - presentavano come punti forza dell'Ordine agostiniano appena strutturato. Predicò con grande zelo la parola di Dio in molte città d'Italia e amò intensamente la vita contemplativa. Ma oltre che per le sue doti intellettuali, frate Piergiacomo eccelleva per le sue virtù umane e soprannaturali, unite ad un sereno equilibrio e una rara prudenza. Per questo a più riprese dai confratelli fu eletto priore provinciale della Marca Anconetana, come allora veniva chiamata la sua provincia religiosa. Verso la fine della sua vita, desideroso di solitudine, si ritirò nel romitorio di Valmanente alla periferia di Pesaro, già santificato dalla permanenza di S. Nicola da Tolentino, dove si dedicò alla preghiera e ad un lavoro manuale particolarmente utile e prezioso a quei tempi: ricopiare e decorare codici e libri liturgici. Era infatti un valente calligrafo.

I numerosi compiti affidatigli non gli avevano permesso fino ad allora di esercitare tale arte se non saltuariamente. A Valmanente chiuse serenamente il suo terreno pellegrinaggio nel 1496 poco più che cinquantenne, acclamato da tutti come un santo. Ancor oggi i suoi resti mortali sono venerati nella chiesina annessa al convento. La memoria liturgica del beato cade il 23 giugno. Pio IX ne approvò il culto nel 1848. I calligrafi - ne esistono ancora, nonostante i progressi della stampa allora ai primi vagiti - lo riconoscono come loro protettore e i fedeli lo invocano per qualunque necessità.

Altre notizie, che a volte nelle piccole biografie gli storici hanno riportato - come una sua nomina a commissario generalizio per una vertenza tra i Conventi di Pergola e Corinaldo, la sua elezione a Priore Provinciale della Provincia Picena e l'incarico di Priore nel celebre Convento e Studio di S. Giacomo Maggiore a Bologna - andrebbero meglio verificate, anche perché alcune potrebbero riferirsi ad un omonimo Pietro Giacomo da Pesaro, a lui contemporaneo. Da notizie certe sappiamo tuttavia che il Beato emerge per alcune caratteristiche inconfondibili: la santità di vita, l'amore per lo studio, l'impegno nell'evangelizzazione e nella formazione spirituale e culturale dei giovani agostiniani.