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BEAti dell'Ordine Agostiniano: GUGLIELMO da TOLOSA

Immagine del beato Guglielmo da Tolosa in un dipinto di Hajnal

 

Immagine del beato Guglielmo da Tolosa in un dipinto di Hajnal

 

 

Beato GUGLIELMO da TOLOSA

(1297 - 1369)

 

 

 

Fu un giovane nobile che scelse la vita contemplativa e semplice del chiostro, preferendola alle comodità del suo palazzo feudale. Quantunque qualcuno affermi che fosse di stirpe regale, Guglielmo discendeva più probabilmente dal conte di Tolosa, lo stesso che dopo aver sostenuto gli Albigesi, ritornò sui suoi passi e combattè l'eresia con le armi. Guglielmo nacque sul finire del XIII secolo a Tolosa, città di grande rilievo perché capitale della Francia meridionale. Ricevette una severa educazione che incise sul suo carattere sensibile. Schivo per natura del chiasso e della baldoria, che non doveva mancare nemmeno nel suo castello, spesso si appartava nella biblioteca in lettura. Negato alla carriera delle armi, fu avviato a quella degli studi per i quali mostrava una evidente attrattiva e buone capacità.

A diciannove anni, al termine degli studi di grammatica, umanità e retorica, chiese di entrare nell'Ordine agostiniano, che a Tolosa erano presente in modo significato. Si trattava di una comunità di oltre 150 frati in un vastissimo convento al cui fabbricato si stava in quei tempi lavorando alacremente. Sperimentò la vita agostiniana seguendo le norme di S. Agostino, che puntano sulla genuina amicizia come riprova del vero amore di Dio. Si esercitò nel dominio di sé con la perfetta castità, nel distacco dalla proprietà con la povertà evangelica e nella docilità alle regole e alle direttive dei superiori rinunziando al proprio io.

Portato com'era alla solitudine, trovò il suo paradiso nel silenzio del chiostro. Con pieno impegno attese alla formazione cristiana con lunghe ore di preghiera, studio e penitenze che praticava nella più rigorosa osservanza comunitaria. Guglielmo fu titubante dinanzi al sacerdozio, preferendo la semplice vita del fratello laico. La sua docilità al proprio direttore spirituale lo convinse infine a superare questa crisi e sin dalla sua prima messa il popolo lo chiamò santo. Prima di iniziare l'apostolato fu mandato a Parigi, all'Università della Sorbona, l'accademia dei begli ingegni, ad approfondire la sua cultura teologica. Vi conseguì il titolo di lettore, ma rifiutò quello di maestro, forse per la sua ritrosia a ricevere onorificenze e privilegi che abbellivano tale grado accademico.

Immagine del beato Guglielmo da Tolosa

Guglielmo da Tolosa

Rientrò pertanto a Tolosa umile, ma ben saldo nella sua preparazione teologica.

Fu predicatore ricercato e ascoltato per il felice connubio fra dottrina e santità: la fluida parola scendeva nei cuori scuotendo per la carica che vi metteva. Era cercato per i consigli e per le confessioni: affabile e riservato insieme, fu nelle simpatie di tutti. Tale stima lo infastidiva e gli creò un'aria melanconica che non lo lasciò più. Per amor di povertà rifiutava ogni dono e offerta, ad eccezione dell'olio per la lampada alla Madonna della sua cameretta. Integerrimo nel comportamento esigeva massima riservatezza dai suoi penitenti. Quanto a obbedienza era a sua volta docilissimo.

Anche quando nel capitolo generale del 1341, che si tenne proprio a Tolosa, lo elessero priore di Pamiers, convento in situazione difficile, che richiedeva esemplarità e fermezza di polso. Dovette accettare l'incarico in ossequio a papa Benedetto XII, che conosceva personalmente prima che dalla sede di Tolosa venisse elevato al soglio pontificio ad Avignone. La situazione nel convento di Pamiers fu subito difficile, poiché i monaci erano riottosi, altri sobillavano, qualche volta si verificavano scaramucce. Una sera Guglielmo scendendo in coro verso mezzanotte per la preghiera corale, con l'anticipo di sempre, fu sorpreso nel vedere gli stalli già occupati. Il solito numero di frati se ne stava sempre a dormire, mentre i presenti avevano i volti bassi sul breviario. Raggiunto il posto egli dà inizio alla salmodia.

Al Deus in auditorium scoppia all'improvviso un diavolerio con trivialità, bestemmie di ogni genere e lancio dei breviari contro la sua persona.

Egli ebbe appena il tempo di tracciare contro di essi un segno di croce e fu un fuggi fuggi generale. Da allora padre Guglielmo divenne l'esorcista a cui si ricorreva con sicura fiducia nei frequenti casi di indemoniati. Dopo un decennio ritornò a Tolosa come semplice frate, dedicandosi a tempo pieno alla preghiera e al ministero sacerdotale. Morì a 72 anni il venerdì 18 maggio 1369. Fu in venerazione a voce di popolo: la ratifica del culto avverrà nel 1893.