Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Agiografia > Beati agostiniani > Giacomo da Viterbo

BEAti dell'Ordine Agostiniano: GIACOMO DA VITERBO

Immagine di Giacomo da Viterbo in una interpretazione di Hajnal

 

Immagine di Giacomo da Viterbo in una interpretazione di Hajnal

 

 

Beato GIACOMO DA VITERBO

1255 ca. - 1307

di Niccolò Del Re

 

 

 

Discendente forse, della nobile famiglia Capocci, nacque a Viterbo intorno al 1255, ma non si hanno notizie dei suoi anni giovanili. Abbracciata ben presto la vita religiosa, entrò nel 1272 tra gli Eremitani di sant'Agostino, di cui vestì l'abito nel convento viterbese della S.ma Trinità. Prima del 1275 fu inviato a Parigi a studiare teologia nello Studio del suo Ordine, dove frequentò le lezioni di Egidio Romano, che lo ebbe poi sempre in grande stima. Tornato in patria nel 1281-82, ricopri dapprima la carica di primo definitore della provincia romana nel 1283, quindi fu visitatore nel 1284 e poi di nuovo definitore nel 1285, esercitando nel frattempo con ogni probabilità anche le funzioni di lettore in qualche convento della medesima provincia. Insieme forse con Egidio Romano, ritornò a Parigi nel 1286 per riprendervi gli studi teologici, conseguendo infatti il baccellierato nel 1288 e, al termine del prescritto tirocinio, il dottorato nella Pasqua del 1293. Su designazione di Egidio Romano, eletto priore generale dell'Ordine, fu nominato nello stesso anno maestro reggente dello Studio parigino, rimanendo in carica sino al 1299. Tornato in Italia nel 1300, insegnò per due anni nello Studio di Napoli, che dovette lasciare perché nominato da Bonifacio VIII, il 3 settembre 1302, arcivescovo di Benevento; il 6 o il 12 dicembre successivo venne trasferito alla sede di Napoli, dove, pastore veramente zelante, seppe guadagnarsi la stima e la venerazione del re Carlo II d'Angiò e del figlio Roberto, duca di Calabria, che lo aiutò nella costruzione della nuova cattedrale. Il 13 maggio 1306 cominciò a trattare la causa di canonizzazione del santo pontefice Celestino V; che gli era stata espressamente affidata da Clemente V e nella quale egli pose ogni cura, tanto da recarsi personalmente a raccogliere testimonianze sui luoghi stessi dove Pietro di Morrone aveva condotto la sua vita penitente; ed in tale attività seguitò sino alla morte, avvenuta a Napoli, in odore di santità. La memoria di Giacomo fu subito circondata di venerazione, divenendo anche ben presto oggetto di culto pubblico che, nondimeno, fu confermato ufficialmente solo nel 1911. Considerato uno dei maggiori teologi scolastici, per l'acume del suo ingegno, meritò 1'onorifico titolo di doctor speculativus. L'unica opera di G. pubblicata per intero è il De regimine christiano, scritta nel 1303 in occasione della lotta tra Bonifacio VIII e Filippo il Bello, e che può considerarsi il primo trattato sistematico sulla Chiesa.

 

 

 

DE ROMANIS A. C., OSA., Cenni biografici del beato Giacomo da Viterbo, Viterbo 191; Neapolitana. Confirmationis cultus ab immemorabili tempore praestiti servo Dei Jacubo Capoccio. Positio super confirmatione cultus, Roma 1911; MARlANI V., OSA, Scrittori politici agostiniani del sec. XIV; Firenze 1927, 64-99; GUTIÉRREZ D., OSA., De beati Iacobi Viterbiemis, OESA., vita, operibus et doctrina theologica, Roma 1939; RIZZACASA, A. - MARCOALDI G. B. M. in Il governo della Chiesa. De regimine Christiano, Firenze 1993,7-95.