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Servi di Dio dell'Ordine Agostiniano: TOMMASO JIHYOE DI SANT'AGOSTINO

Agostino allo scrittoio: miniatura del XV secolo

 

Agostino allo scrittoio: miniatura del XV secolo

 

 

TOMMASO JIHYOE DI SANT'AGOSTINO

(1600 - 1637)

di Pietro Bellini  O.S.A.

 

 

 

Le persecuzioni non solo creano martiri, ma sovente anche "avventurieri per Cristo". Così fu Tommaso Jihyoe, agostiniano giapponese che, con il nome di battaglia Kintsuba, durante la persecuzione anticristiana del sec. XVII, per 5 anni tenne in scacco i soldati dell'imperatore che cercavano di catturarlo, perché sacerdote cattolico. Nacque a Omura, presso Nagasaki, intorno al 1600. I suoi genitori, catechisti, moriranno ambedue martiri per la fede. Da bambino frequentò la scuola dei Gesuiti ad Arima. Chiusa la scuola a motivo della persecuzione, passò a Macao, per terminare gli studi.

Consigliato da un missionario agostiniano, nel 1622 si trasferì a Manila nelle Filippine professando nel convento di S. Agostino Intramuros nel 1624, quindi si recò a Cebu per gli studi di teologia. E fu consacrato sacerdote. Nel frattempo in Giappone infieriva la persecuzione e uno ad uno i missionari cadevano sotto i colpi implacabili dei persecutori, lasciando abbandonate le comunità cristiane. Tommaso sentì che il suo posto era nel suo paese. Dopo diversi tentativi seguiti da altrettanti naufragi, nel 1631 riuscì a tornare a Nagasaki. Essendo giapponese, gli fu facile mascherare la sua condizione di sacerdote cattolico.

Era coraggioso, e soprattutto animato da grande spirito di fede. Si fece assumere al servizio del governatore di Nagasaki, col nome di Kintsuba, elsa d'oro. In questa veste poté assistere P. Bartolomeo Gutiérrez in carcere, fino al suo martirio, e in seguito prendere il suo posto nell'assistere e incoraggiare i cristiani carcerati. Il ritrovato coraggio di questi fece intuire al governatore la presenza di un sacerdote nascosto. Scoperto, Tommaso si ritirò presso una grotta vicino la città. Si aprì allora la famosa "caccia" alla sua persona viva ancora oggi nella memoria popolare. Normalmente usciva di notte per incontrare i cristiani e amministrare i sacramenti, mimetizzandosi e cambiando continuamente abitudini e aspetto. Alla fine, nel 1637, venne acciuffato per puro caso.

Fu lui a rivelare la sua identità ai catturatori che pensavano fosse un semplice cristiano fuggiasco. Fu inutilmente sottoposto per vari mesi ad ogni sorta di raffinati tormenti perché apostatasse. Il 6 novembre 1637 venne condotto al luogo del supplizio, chiamato poi la "Collina dei martiri", e sottoposto, finché non morì, alla classica condanna della fossa, sospeso per i piedi con la testa dentro una buca scavata per terra. Nel novembre del 1982 il suo nome è stato incluso nella lista di altri 187 martiri per i quali l'episcopato giapponese istruì il processo di canonizzazione, poi affidato alla Postulazione dell'Ordine e ora già a Roma presso la Congregazione dei Santi.

 

 

CLAVER, M., OSA. El admirable y excelente martirio en el reyno del Japòn de los benditos Padres fray Bartolomé Gutierréz. fray Francisco de Gracia y fray Thomàs de S. Agustin, Manila 1638,43-74; SICARDO J., OSA., Christiandad del Japòn, Madrid 1698, 300-314; GASPAR DE S. AGUSTIN, OSA., Conquista de las Islas Filipinas II, Valladolid 189°,362-371; HARTMANN A., OSA., The Augustinians in the seventeenth century Japan, King City, Ontario 1965, 126-156; MINAKUCCHI TOMIKO, Kintsuba. The Story of the japanese Martyr Father Thomasjihyoe, Kyoto 1995.