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Chiese agostiniane IN SPAGNA: Elorrio

La chiesa di sant'Agostino a Elorrio

La chiesa di sant'Agostino de Etxebarria a Elorrio

 

 

LA CHIESA DI SANT'AGOSTINO A ELORRIO

 

 

 

La prima descrizione della chiesa di sant'Agostino risale al 1053 ed è conservata in un documento di dubbia validità nell'archivio del monastero di Barria. Secondo il documento i conti di Tabira, Sanchez e la signora Don Munio Leguncia, avevano donato un terreno per la costruzione di una nuova chiesa, e nell'atto venivano definiti i limiti di queste terre: "si tterras ETT tterminos, IDSA / di Olabeeçahar usque ad illum pontemm quod dicittur Markoçubi, ett quomodo cirritt riguum quod DICI / ttur Çumelhegi quod usque ad monasterium dicittur Me / maia ett ad quod illum riguum descenditt iuxtta Har / Hegi ett di partte l'altro di Legeriano usque ad riguum // (Fol.1v) diccituur Itturlax omnia quod ipsa ualle ettiam post morttem con / IUX meum cui requies Sitt in uitte perenne amen."

Purtroppo alcuni di questi toponimi non sono più identificabili: non è possibile specificare dov'era "Markozubi" nè "Itulatx".

Non è possibile altresì indicare con certezza il monastero di Memaia citato, o le tre cappelle che esistevano sul monte Memaia (Santa Marina, Santa Vittoria e Santa Cruz). Di sicuro è noto solo che nel 1792 fu concesso il permesso di demolire queste cappelle. Per quanto riguarda la dedicazione della chiesa, Barria è il nome indicato nel documento di fondazione, ma nei documenti successivi prevale san(t) Agosto / Ustin (H) echauarri. Quando il complesso viene nuovamente menzionato nei secoli XVI e XVII anteyglesia (H) echabarria si parla e lo si chiama di sant'Agostino.

Nel 1630 diversi quartieri furono aggiunti, quali Arabio, Berrizabaleta, Arauneta, Leiz, Lekerika Miota, ampliando i confini di Elorrio. Nella medesima raccolta di documenti, sono documentati sedici villaggi, di cui sei sono scomparsi: Errekalde (1734) Etxebarria (1598) Etxebarribein (1576), Gosetxe (1880-1889) e Zuburrutibarri (1714). S. Agostino sorge in una zona rurale lontana dai centri abitati, in una stretta pianura sulla riva destra del fiume Zumelegi.

La primitiva chiesa era in stile romanico, come dimostrano cinque pietre scolpite utilizzate come materiale di riempimento nei pennacchi della volta attuale. Alla prima metà del XVI secolo, all'apice della della sua importanza, la chiesa fu ricostruita e ampliata assumendo un aspetto in stile gotico basco. Esternamente presenta mura in conci ben squadrati di arenaria, mentre l'interno è decorato con pietre con motivi cruciformi. All'interna presenta una lunga navata distinta in quattro settori, due cappelle nel lato aperto del Vangelo tra i contrafforti, un abside rettangolare e una torre. Archi e nervature incise poggiano su raffigurazioni scultoree di umani, animali o forme geometriche a staffe. Ogni striscia è rivestita con bellissimi tralci di vite in bilico tra un uccello e animali fantastici, quali i draghi. La loro presenza è una possibile allusione al male, che ritroviamo in altri esempi a Kurutziaga a Durango o Sasamón a Burgos, e che rappresenta chiaramente il peccato originale. Il presbiterio, di forma rettangolare, ha un ingresso trionfale ad arco. E' coperto da una volta a botte decorata con affreschi rococò di scarsa qualità che raffigurano la incoronazione dell'Immacolata con angelo musicanti.

Nelle chiavi delle volte sono raffigurati san Giacomo come pellegrino (è il protettore dei viandanti), santa Caterina d'Alessandria con la ruota a pale del suo martirio, santa Marina e il Drago, san Giovanni Battista, e sant'Andrea, che appare con la croce del suo calvario.

Tra i contrafforti sul lato del Vangelo, si sviluppa una cappella rinascimentale dedicata alla via Dolorosa. La torre è una bella e snella struttura quadrata, strutturata in due corpi sormontati da una cupola ottagonale che ripete la tipologia della torre-portico di grande tradizione nella architettura religiosa in Bizkaia. La sua costruzione impegnò i migliori architetti baschi come Lecuona, Ibero, Lizardi, Zuaznabar. I lavori furono conclusi nel 1742 da Francisco Javier de Arizabaleta. All'interno si trova una magnifica pala d'altare di puro stile plateresco che è forse il più importante esempio del suo genere nei paesi baschi e si compone di quattro sezioni: nella parte inferiore ci sono i quattro Evangelisti, nelle altre tre sono raffigurati diversi episodi della vita di Gesù Cristo. In una nicchia al centro si trova una statua di sant'Agostino del XIV secolo.

All'esterno si trova una cappella ogivale dedicata a santa Marina e san Martin de Tours, che conserva le tombe con i corpi mummificati dei fondatori.