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CANONICI REGOLARI DI SANT'AGOSTINO DI VEZZOLANO

Abbazia di Vezzolano: l'altare con Agostino a destra

Abbazia di Vezzolano: l'altare con Agostino a destra

 

 

CANONICI REGOLARI DI SANT'AGOSTINO DI VEZZOLANO

 

 

 

 

Quando accettarono la chiesa di Santena con le sue pertinenze e decime i Canonici Vezzolanesi si obbligarono a venire ad ufficiarla e prestarvi quei servizi che fossero richiesti dai bisogni religiosi della popolazione. Sin dal secolo XII venne pertanto istituito il Priorato di S. Paolo di Santena, dove alcuni monaci, di solito due o tre, staccandosi dai grandi monasteri, andavano a stabilirsi, rimanendo però sempre sotto la giurisdizione spirituale e temporale dell'Abbazia da cui erano partiti.

Anche Ponticelli divenne un Priorato o sede di Canonici Regolari di Sant'Agostino della Prevostura di Vezzolano, e nel 1188 v'era Priore un canonico di nome Airaldo. Priore di Santena era forse il chierico Lorenzo Serralunga che il 13 novembre 1331 pagò il fitto come Rettore della chiesa santenese al Capitolo di S. Giovanni di Torino.

Il Priore di Santena dipendeva direttamente dal Prevosto di Vezzolano, che era il Superiore della Congregazione dei Canonici Regolari professanti la regola di Sant'Agostino, e doveva essere anch'esso un canonico regolare della stessa Congregazione. Era però soggetto, per la cura d'anime, al Vescovo di Torino, ed era tenuto a pagargli il cattedratico, poichè in un elenco delle chiese della Diocesi torinese che avevano tale obbligo nel 1386, è compresa anche quella di S. Paolo di Santena. Le pertinenze del Priorato di Santena consistevano in un cascinale di circa ottanta giornate di beni, sparsi qua e là per il territorio della Parrocchia, che si chiama ancora ai nostri giorni la Priorata.

I beni della chiesa di Santena si trovano spesso menzionati nei cosiddetti "consegnamenti" fatti al registro catastale di Chieri fin dal secolo XIII. Altro cespite di rendita per il Priorato erano le decime. Dei tanti canonici di Vezzolano che ressero il Priorato di Santena solo uno è noto con certezza: si tratta di P. Bartolomeo de Pisis di Moncalieri, che firmò un atto di transazione fatto il 15 aprile 1485 tra il Comune di Albugnano e i Canonici Vezzolanesi, investiti dei vari Priorati dipendenti da quella Prevostura.

Erano in dodici, compreso il Prevosto Marco Lascaris dei Signori di Tenda. Bartolomeo de Pisis, Priore di S. Paolo di Santena, era anche Vicario generale del Prevosto. Priore di S. Maria di Ponticelli era un certo Facino de Gallis di Crescentino.