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Conventi agostiniani Tedeschi: Wittenberg

Convento e chiesa agostiniana di Wittemberg

Complesso agostiniano a Wittenberg

 

 

IL CONVENTO DI WITTENBERG

 

 

 

Il monastero agostiniano di Wittenberg è famoso per i suoi legami con Martin Lutero. Nel 1508, in seguito alla raccomandazione di Staupitz, a Lutero fu assegnata una cattedra di filosofia morale ed etica aristotelica all'università di Wittenberg, appena fondata nel 1502 dal principe elettore Federico III di Sassonia, detto il Saggio (1486-1525). Da Wittenberg il futuro riformatore si recò nel 1510 a Roma, assieme al suo maestro Johann Nathin, per portare una lettera di protesta in merito ad una diatriba interna all'ordine agostiniano. Lutero ne approfittò per visitare la città, facendo il giro dei luoghi santi, per guadagnare, come era consuetudine, indulgenze.

Su questo viaggio a Roma, i biografi differiscono nel giudizio: alcuni riportano che Lutero ne ritornò disgustato dalla corruzione e dal rilassamento dei costumi della corte di Papa Giulio II (1503-1513), altri raccontano che il viaggio non ebbe particolare influenza sulle sue future scelte. Comunque, ritornato in Germania, Lutero completò gli studi di teologia, diventando magister in teologia nell'ottobre del 1512 e priore del convento di Wittenberg. Nel 1513 Lutero assunse la cattedra di esegesi biblica, che conservò fino alla morte. Nel periodo 1513-1519 Lutero tenne lezioni su varie parti della Bibbia, come i Salmi e, in modo particolare, le lettere di San Paolo ai Romani, ai Galati e agli Ebrei. Proprio ad iniziare dal 1513 Lutero iniziò a preoccuparsi ed a riflettere sulla salvezza e sull'incapacità dell'uomo di ottenerla: si allontanò deluso dalle teorie di Occam per accostarsi agli scritti del fondatore del suo ordine, Sant'Agostino, soprattutto quelli contro il pelagianismo. In quel periodo Lutero faceva lunghe meditazioni solitamente isolandosi in una torre del convento, dove, in un momento imprecisato tra la fine del 1512 e l'inizio del 1514, Lutero provò "l'esperienza della torre" (Turmerlebnis), un'improvvisa rivelazione, mentre egli leggeva e meditava sulla lettera di San Paolo ai Romani. Per un certo periodo, vale a dire fino al 1517, Lutero poté predicare i suoi concetti con una relativa calma.

Ma fu in quell'anno che l'occasione dello scontro scaturì dall'episodio della raccolta delle indulgenze in Germania. Questa fu organizzata dall'arcivescovo Alberto di Magonza (1490-1545), diventato arcivescovo di Magdeburgo nel 1513 e di Magonza nel 1514. Detti titoli non gli furono certo conferiti gratuitamente ed egli accumulò debiti nei confronti dei famosi banchieri Fugger per un totale di 29.000 fiorini romani. Poiché nello stesso periodo i papi Giulio II e poi Leone X (1513-1521) avevano indetto una raccolta di indulgenze per finanziare il completamento della basilica di San Pietro, Alberto riuscì a convincere la curia di assegnare a lui, per otto anni, la gestione delle indulgenze in Germania, i cui introiti per metà avrebbero sponsorizzato la basilica romana e per metà avrebbero appianato i debiti dell'arcivescovo. Il grandioso e articolato programma di indulgenze comprendeva l'assoluzione di peccati di tutti i generi e la remissione delle pene di defunti, secondo un preciso tariffario, denominato Taxa camarae, il cui elenco era un allucinante compendio di delitti e aberrazioni umane, come omicidio (le tariffe variavano se l'omicidio era passato o ancora da compiere e a seconda dell'importanza dell'assassinato), aborto, incesto, fornicazione di laici o di ecclesiastici (con tariffe differenziate nei casi di fornicazioni verso donne, suore, parenti, bambini, bestie, ecc.), concubinato, adulterio, truffa, spergiuro, furto, incendio, eresia, contrabbando, consumo di carne in quaresima, simonia, e quant'altro. Alberto di Magonza mise in campo i migliori predicatori dell'epoca, tra cui il domenicano Johann Tetzel (1465-1519), che fu nominato commissario delle indulgenze per la regione del Magdeburgo. Tetzel iniziò a predicare nel 1516 nella regione e nell'Aprile 1517 fece un intervento a Jüterbog.

In quest'ultima occasione diversi cittadini di Wittenberg, a 30 km. da Jüterbog, si recarono a sentire il predicatore e riferirono le varie argomentazioni a Lutero, che si decise di pubblicare il suo pensiero sull'argomento riassunto nelle famose 95 tesi sulle indulgenze. La leggenda racconta che egli affisse le sue 95 tesi il 31 ottobre 1517 sulla porta della chiesa del castello di Wittenberg, ma pare lo stesso interessato avesse smentito l'episodio. Le tesi, approvate perfino dal suo vescovo, erano meno rivoluzionarie di quanto si vuole far credere: Lutero aveva messo l'accento sulla mancanza della intima penitenza e della piena conversione da parte del fedele, che doveva accettare la pena e non sfuggirla, pagando. In linea di principio, però, Lutero non era contrario alle indulgenze, che comunque non dovevano essere meritorie e sostitutive della penitenza. La reazione della curia romana fu abbastanza tardiva, nonostante che già in Dicembre 1517, Alberto di Magonza avesse informato Roma sulle nuove dottrine di Lutero. Solo verso Marzo 1518 fu iniziato un procedimento contro il monaco tedesco, condotto dal domenicano Silvestro Mazzolini, detto Prieras dal paese natale di Priero (Cuneo) (1456-1523), che, come Sacri Palatii Magister, esaminò gli scritti di Lutero, trovandoli eretici e il 7 Agosto 1518 invitò il riformatore a recarsi a Roma per discolparsi. Quest'invito fu variato da un "breve" del papa del 23 Agosto, che ordinò a Lutero di recarsi ad Ausgburg (Augusta) per farsi interrogare dal cardinale domenicano Tommaso Caietano (1469-1534).

L'incontro avvenne il 12 Ottobre, ma Lutero non ritrattò nulla delle sue affermazioni e Caietano cercò inutilmente di farlo catturare o espellere dai territori del principe di Sassonia. A questo punto il papa inviò il nunzio papale Carl Von Miltitz (1480-1529), che ottenne, dopo un incontro con Lutero il 4/5 Gennaio 1519, una tregua nelle polemiche fino alla disputa di Lipsia, avvenuta dal 27 Giugno al 16 Luglio 1519, tra il teologo Johann Eck (1486-1543) e i due amici e colleghi Andreas Bodenstein e Lutero stesso. Quest'ultimo, tirato dentro in una polemica, che inizialmente si riferiva solamente ai primi due contendenti, prese una posizione piuttosto decisa: negò il primato del papa, l'infallibilità dei concili e assunse la Sacra Scrittura come supremo riferimento. Il 1520 fu l'anno della definitiva rottura.