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CONVENTI agostinianI: Como

Immagine frescata di san Nicola da Tolentino

san Nicola da Tolentino

 

 

CONVENTO DI S. AGOSTINO A COMO

 

 

 

L'insediamento degli Eremitani a Como, risalente agli inizi del XIV secolo, trae la sua origine da un più antico nucleo situato nel borgo di Civiglio, sulle pendici del monte di Brunate. Sebbene non si conoscano precisi documenti che descrivano lo sviluppo architettonico del complesso agostiniano, esso certo dovette essere proporzionale alla crescente popolarità degli Eremitani a Como soprattutto nel corso dei secoli XIV e XV, quando "il convento degli Eremitani di S. Agostino, verso l'anno 1449 o non molto dopo, abbracciò la riforma, ossia l'Osservanza della Congregazione di Lombardia", e successivamente nel 1463 e nel 1481, quando fu sede di ben due Capitoli provinciali degli Agostiniani.

Il monastero agostiniano apparteneva agli Eremitani di S. Tommaso, che aderirono alla riforma dell'ordine agostiniano attorno al 1449. I due chiostri furono rifatti nel Cinquecento, mentre il monastero fu soppresso nel 1772.

Dal punto di vista architettonico, il complesso agostiniano di Como risponde pienamente alla tipologia degli edifici propri agli ordini mendicanti tra Due e Trecento, ed è quindi improntato ad un' ascetica semplicità di forme e di materiali. La chiesa, a tre navate, è caratterizzata verso oriente da un transetto appena accennato per la presenza di un'abside rettangolare all'estremità del braccio sinistro, simmetricamente integrata nella sacrestia sul lato opposto, e da absidi piatte, di cui quella del coro ha copertura a volta costolonata, mentre il resto dell'edificio presenta copertura a capriate. La divisione interna dello spazio si riflette sulla facciata tripartita da quattro lesene che terminano sotto lo sgrondo a capanna, fastigiato alle estremità e sul colmo da tre pinnacoli cilindrici sormontati da croci latine in ferro.

Le testimonianze pittoriche superstiti presenti nella chiesa e nel chiostro si possono abbastanza agevolmente suddividere in precise scansioni cronologiche che vanno dalla seconda metà del XIV secolo agli ultimi due decenni del seguente, anche se in qualche caso una datazione precisa risulta difficile a causa di successive e pesanti ridipinture che hanno compromesso, talora irrimediabilmente, il ductus originario delle opere ... Dal punto di vista iconografico va ben notato che S. Gerolamo, qui con l'abito degli Eremitani, e S. Caterina d'Alessandria, entrambi in connessione con la Maestà, rappresentano l'aspetto più emblematico della spiritualità agostiniana, ovvero la connessione tra Eremitismo e Sapienza.

Interno della chiesa con le capriate in legno

Interno della chiesa con le capriate

Chiostro interno del convento di Como

Veduta del chiostro maggiore dell'antico monastero agostiniano (XIV secolo)

degli Eremitani di S. Tommaso, che aderirono alla riforma dell'ordine agostiniano

attorno al 1449. I due chiostri furono rifatti nel Cinquecento, mentre il monastero

fu soppresso nel 1772.

Ad un analogo contesto culturale, tuttavia non alla stessa mano, sono riconducibili altri tre affreschi, raffiguranti rispettivamente una Vergine in trono con Bambino e donatore agostiniano, un S. Nicola da Tolentino, assai ammalorato, che tiene Belial sotto i piedi, datus in stimulum sanctitatis, di cui si vedono ancora le coma e le grinfie ignite aggrappate al lembo destro della veste del santo, e una notevole S. Lucia.

Le pitture si trovano rispettivamente sul quinto pilastro alla destra del coro, su quello corrispondente alla sinistra, sulla parasta di sinistra della cappella del Sacro Cuore situata nella navata laterale sinistra. Sebbene il S. Nicola sembri leggermente posteriore alla Vergine in trono, di esecuzione più rigida e schematica, nondimeno i due dipinti vanno datati all'inizio o comunque entro il primo decennio del Quattrocento, come sembra suggerire la figura del donatore, ben curato nei tratti somatici e, nel caso del S. Nicola, la calibrazione lievemente all'indietro del busto, di tipo goticheggiante, ma certo anche dovuta all'atteggiamento fiero e trionfante sul sottostante demonio. Proprio in base al filo conduttore del nesso tra eremitismo e sapienza, nessun'altra figura di santo risulterebbe altrettanto significativa che quella di S. Nicola da Tolentino vincitore sul demonio.

Infatti, se da un lato l'emblematica raffigurazione del sole che splende sul petto di S. Nicola rinvia al concetto di Luce e di illuminazione intellettuale, cioè di Sapienza, la presenza di Belial oppresso sotto i piedi del santo costituisce invece un preciso rimando al concetto di vita eremitica, quale fuga dal mondo e dalle sue demoniache tentazioni, e quindi anche quale vittoria sulle stesse con l'aiuto di Dio. Pertanto, se Agostino e Gerolamo rappresentavano per gli Eremitani l'ideale della Sapienza ottenuta grazie alla vita eremitica, Nicola è invece l'eremitano che ha seguito e incarnato tale modello di vita, costituendo a sua volta un modello per l'Ordine.

Con ciò va notato che sia il libro tenuto dal santo nella destra, e che potrebbe alludere abbastanza chiaramente alle note parole "Praecepta patris mei (Augustini) servavi", sia il Crocifisso nella sinistra contribuiscono a confermare iconografiçamente la tradizione di questo modello di vita spirituale, essenzialmente fondata sulla Imitatio Christi.