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CONVENTI agostinianI: Milano san Marco

Stampa che riproduce il monastero di san Marco

Monastero di san Marco a Milano

 

 

CONVENTO DI S. MARCO A MILANO

 

 

 

La fondazione della chiesa primitiva sembra risalire alla fine del XII secolo. Fu titolata a San Marco per ringraziare i veneziani che avrebbero aiutato i milanesi ad edificarla. Sorge in Milano a porta Nuova. Dopo la nomina di Lanfranco Settala a priore generale dell'ordine degli eremitani di Sant'Agostino nel 1254 la chiesa fu ingrandita e l'attiguo convento, che secondo la tradizione sarebbe stato fondato dallo stesso Settala, ospitò uno "studium" agostiniano.

Nel 1393 papa Bonifacio IX concesse l'unione dei terziari francescani di Santa Maria in Strada di Monza. Quando i religiosi rifiutarono di aderire alla riforma osservante introdotta da Giorgio da Cremona verso la metà Quattrocento, l'Ordine attraversò un periodo di decadenza. Nel 1796 il monastero venne soppresso e gli edifici trasformati in caserma. La storia di questo monastero agostiniano e dell'annessa chiesa é ricca di importanti particolari,che gettano un'ampia luce sul diffondersi di questo ordine nei territori lombardi durante il medioevo.

In questa disamina tuttavia non ci occuperemo dell'analisi della sua storia nota o inedita, quanto piuttosto cercheremo di abbozzare qualche accenno alla straordinaria ricchezza iconografica di S. Agostino conservata nella chiesa da diversi secoli. Non si conosce l'esatta origine di questa chiesa, poiché l'attuale é una ricostruzione del XIII secolo. Si sa infatti che nel 1254 il frate Lanfranco Settala, divenuto l'anno seguente Generale dell'Ordine degli Eremitani di S. Agostino, pose la prima pietra per la ricostruzione di una primitiva chiesetta dedicata sempre a S. Marco. Diverse indagini sembrano ammettere che la preesistente sia da attribuire a Pietro Valdo e ai suoi seguaci,detti "i poveri di Lione", che nel 1195 ebbero un pezzo di terreno per erigere la loro casa fra porta orientale e la pusterla di Monforte. I suddetti valdesi o "poveri cattolici" primi di essere eretici avevano anche eretto una chiesa dedicata a S. Agostino, patrono degli Agostiniani.

Il desiderio di fondere i due ordini in uno solo prese corpo nel 1256 quando il 26 luglio venne raggiunto un accordo fra frate Nicolao e i suoi nove compagni dei "poveri di Lione" e frate Jacopo procuratore degli Agostiniani in base al quale fu decisa l'unificazione. Da allora la chiesa e l'annesso convento ebbero una lunga tradizione nell'ordine agostiniano, tanto da diventare il centro di irradiamento milanese degli eremitani. Numerosi episodi ricordano continuamente ancora oggi questa origine e questa funzione, soprattutto nell'arte, che esprime spesse volte la devozione ad Agostino attraverso rappresentazioni iconografiche del santo e dell'origine e dello svilupparsi della regola agostiniana. Già nella facciata, più volte ricostruita scopriamo un evidente richiamo agostiniano. Restaurata fra il 1872 e il I873 e completata delle parti mancanti, grazie all'attività dell'architetto Maciachini che a poco a poco la riportò al disegno della sua primitiva concezione, la facciate vide l'aggiunta nelle teste dei contrafforti e sulla cuspide di cinque edicolette terminanti a cono cestile. Qui furono collocate le statue di S. Rita, S. Marco,della Madonna, di S. Nicola da Tolentino e di S. Agostino. L'arco del portale é opera di Balduccio da Pisa, mentre l'architrave e le tre statue nelle nicchie sono probabili opere di Matteo da Campione, un allievo di Giovanni di Balduccio. Nell'architrave sono scolpiti i simboli dei quattro evangelisti e al centro si trova la figura del Redentore in mezzo ai Santi Ambrogio e Agostino.

All'interno della chiesa troviamo numerose tele e affreschi di varia epoca. Nella prima cappella detta di "Pietro Foppa" e datata al 1571 scopriamo di Paolo Lomazzo una pala d'altare raffigurante la Madonna con il Bambino e i santi Pietro, Paolo e Agostino. Nella seconda cappella dedicata alla Madonna della Cintura, troviamo un esplicito riferimento al tradizionale culto agostiniano per la Vergine, diffuso fin dai tempi di Agostino in ricordo del sogno di Monica che ricevette la cintura dalla Madonna. La cappella é piuttosto tarda e risale al I7I4, opera dell'architetto Giuseppe Quadrio. Relativamente recente, risale al 1542, é pure la cappella sesta del Buon Consiglio, che sostituisce una preesistente dedicata a S. Caterina e che richiama ad un'altra tipica devozione agostiniana per la Vergine Maria. Il transetto di destra é occupato invece interamente nella sua parte superiore da un grande affresco dei fratelli della Rovere detti i Fiammenghini che rappresenta papa Alessandro IV che consegna la Bolla dell'Unione alla Congregazione di S. Agostino.

Nella parte inferiore invece, opere di restauro, condotte nel I956, misero in luce eccezionali affreschi trecenteschi attribuiti dai prof. Dell'Acqua e Cipriani a Giovannino de' Grassi, un pittore lombardo che qui dipinse un Crocefisso di grande interesse cromatico attorniato da vari angeli e santi fra cui S. Agostino in abiti pontificali. La data presunta di esecuzione dell'affresco é posta fra il 1365 e il I370, nel periodo cioè seguente al prolungamento della chiesa e al rifacimento della facciata. Sempre nel XIV sec. troviamo la cosiddetta Arca Aliprandi, monumento funebre di Martino Aliprandi morto nel 1339 e sepolto in S. Marco. L'arca é riferibile indubbiamente alla seconda metà del XIV sec. con tre formelle e due nicchie a completare la struttura. Nella nicchia di sinistra si trova scolpito un S. Agostino, che richiama fortemente l'immagine di un'anta di legno conservata nella parrocchiale a Cassago. Altri affreschi si trovavano anche nella torre campanaria. Purtroppo la lunga esposizione agli agenti atmosferici li ha in parte deteriorati. Strappati e restaurati sono ora conservati all'interno della chiesa. I dipinti sono riferibili alla scuola lombarda trecentesca e raffigurano S. Marco, la Madonna col Bambino e S. Agostino assieme a un altro Dottore della Chiesa. Ad Agostino é dedicato anche un altare all'interno della chiesa. La pala che lo raffigura assieme a S. Monica é di Luigi Valtorta (1852-1929). Troviamo ancora immagini di Agostino nel presbiterio. L'affresco della seconda volta ad esempio,che raffigura una allegoria di angeli musicanti, ha nervature gotiche che convergono al centro verso un medaglione trecentesco in pietra che riproduce S. Agostino. Ma sono certamente le due tele del coro quelle che richiamano maggiormente lo sguardo del visitatore. A destra é conservata la "Disputa di S. Ambrogio e S. Agostino" di Camillo Procaccini (Bologna 1555-Milano 1629) mentre a sinistra Giovan Battista Crespi detto il Cerano ha firmato nel 1615 una tela grandiosa dal titolo "Il battesimo di S. Agostino" .L’opera é straordinaria per il vasto respiro compositivo e per il movimento di forme e di colori.

La scena é dominata da Ambrogio : ai suoi piedi giace Agostino in abito succinto, mentre più in basso si ergono S. Monica e una moltitudine di persone. Nella parte destra in alto é rappresentata la scena della abiura di Agostino davanti ad Ambrogio. In basso a sinistra invece, vicino al piede del personaggio, c'é la firma del pittore, che molto probabilmente ci ha lasciato in quella figura il proprio autoritratto. In fondo al coro un'altra tela di Ercole Procaccini il vecchio (Bologna 1515- Milano 1595) ci ripresenta S. Agostino seduto in trono. Si tratta di una ottima composizione dove il santo compare in abiti pontificali attorniato in atteggiamento devoto da quattro monaci e quattro monache del suo ordine. Anche il portale della sagrestia, in stile barocco semplice e severo, introduce nel centro il busto del santo di Ippona mentre tiene nella mano sinistra una chiesetta, la stessa chiesetta del XII sec. dedicata a S. Marco.

All'interno della sagrestia una nuova tela riproduce S. Agostino, così come alle porte d'angolo quattro tele di ignoto autore dipingono vari santi, fra cui Agostino mentre scrive in abiti pontificali. Nella navata sinistra infine, alla quarta arcata, scopriamo ancora un trittico di Antonio Campi: a sinistra la "fuga in Egitto", al centro l'assunzione "della Vergine Maria al cospetto degli apostoli" e infine a destra "il transito della Madonna" dove fra altri santi e diversi rappresentanti dell'ordine compare anche S. Agostino. Al dire del Torre (Torre, Ritratto di Milano, Milano 1674) nel chiostro del convento esistevano diversi affreschi che descrivevano la vita di Agostino e di S. Nicola, dipinti da Domenico Pellegrino, dal Fiammenghino e dal Montalto, di cui però non resta più traccia. (G. Motta, San Marco nella storia e nell'arte, Milano 1973). Il convento di S. Marco espresse la sua influenza ben oltre le cerchia di mura di Milano. Un caso su tutti ci é noto nei particolari : si tratta di alcuni possedimenti che il monastero acquisì presso Trezzo d'Adda. Nel 1517 il convento milanese incorporò la Rocca e l'annesso convento agostiniano fin ad allora autonomo e nel 1544 acquistò poco lontano una casa da nobile, adattata ad oratorio dove fu dipinto un affresco di S. Agostino (Torelli, Secoli Agostiniani, Bologna 1680 e R. Beretta, Pagine di Storia briantina, 10).

 

Bibliografia:

- Dizionario della Chiesa Ambrosiana, vol. III (1989), 1886 - 1888 = Dizionario della Chiesa Ambrosiana, voll. I - VI, Milano, NED, 1987 - 1993

- FIORIO, Chiese, 164 - 171 = Chiese di Milano, (Le), a cura di M. T. FIORIO, Milano 1985

- LATUADA, Descrizione di Milano, 5, 238-247 = LATUADA, S., Descrizione di Milano (...), delle Fabbriche più cospicue che si trovano in questa Metropoli (...), 5 tomi, Milano, Giuseppe Cairoli, 1737-1738, (tomo V, porta Nuova/Comasina, 1738); riprodotto integralmente a cura di G. MASTRULLO per i tipi delle Edizioni La Vita Felice: tomo V

- MAMBRETTI, Gli insediamenti francescani, 84 = MAMBRETTI, R., Gli insediamenti francescani nel territorio della custodia di Monza (secoli XIII-XIV), in Il Francescanesimo in Lombardia. Storia e arte, Milano 1983, pp. 81-88

- MARTINELLI, S. Apollinare, 97 = Le pergamene milanesi del secolo XII conservate presso l'Archivio di Stato di Milano. S. Apollinare, S. Caterina alla Chiusa, S. Dionigi, S. Donnino, S. Eusebio, S. Eustorgio, Lentasio, S. Marco, a cura di L. MARTINELLI, Milano 1994

- POGLIANI, Contributo, 234 - 235 = POGLIANI, M., Contributo per una bibliografia delle fondazioni religiose di Milano, in «Ricerche storiche sulla Chiesa ambrosiana», 1985, XIV, pp. 157-281