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CONVENTI agostinianI: San Costanzo

Tela di Ignoto, Madonna della cintura, sec. XVIII nella chiesa di S. Agostino a San Costanzo

Tela di Ignoto, Madonna della Cintura, sec. XVIII

 

 

CONVENTO AGOSTINIANO A SAN COSTANZO

 

 

 

La più antica testimonianza della presenza degli agostiniani nella terra di San Costanzo risale a prima dell'anno 1445 quando il convento si trovava in località Monte Campanaro, piccolo castello poco distante da quello di Querciafissa (attuale Cerasa). Facendosi sentire l'esigenza di vivere a più stretto contatto della popolazione, il vecchio convento venne demolito e, grazie alla generosità del conte Pietro Barbetta e della popolazione di San Costanzo, si dette inizio alla costruzione di un nuovo convento e dell'attigua Chiesa dedicata a Maria Santissima Regina del Cielo ed a San Pietro Principe degli Apostoli, ma sempre indicata come Chiesa di Sant'Agostino.

La prima pietra fu posta il 27 settembre del 1610, in vocabolo Sant'Agostino o Porta Marina, alla presenza di tutto il clero con il pievano Don Giulio Cesare Bambini in paramenti episcopali. Nella zona detta Borgo di sotto, verso il mare per la strada pubblica dalla parte del ponente "si gettò la prima pietra sulli fondamenti nel cantone verso casa degli eredi di Costanzo Salucci sotto la quale furono posti alcune medaglie et monete di oro et argento in memoria di detta fabrica et compita tale cerimonia furono dal medesimo benedetti tutti li fondamenti di detta Chiesa dandosi per tutti i luochi l'acquasanta et ciò compito si cantò dal medesmo messa solenne in detto luoco sotto una tenda che ivi era apparecchiata et dopoi compita detta messa se ne ritornò detto clero accompagnato dal populo alla Chiesa Maggiore cantando il Tedeum Laudatis et questo sia stato et sempre sia laude del nome di Gesu et di Maria et del Santo Beato S. Pietro Amen."

Nel 1617, a costruzione da tempo ultimata, venne collocata una lapide in arenaria sulla facciata, a ricordo dei benefattori:

TEMPLUM HOC COELOR REGINAE,

ET APOSTOLOR[UM] PRINCIPI DICATUM,

PETRUS BARBETTA VIR SUMMA PIETATE

PRAEDITUS, ATQ[UE] PRAECLARA

S.CONSTANTII UNIVERSITAS, UT RELIGIOSAM

OBSERVANTIAM IN AMPLISSIMAM

DIVI AUGUSTINI FAMILIAM TESTATAM FACERENT.

COMMUNI AERE A FUNDAMENTIS

ERIGI MANDARUNT. QUA RE BENEFICIARII

BENEFACTOR[UM] MEMORES

AD AETERNITATIS MEMORIAM HOC EIS

POSUERE MONIMENTUM

ANNO REPARATAE SALUTIS MDCXVII

Il convento passò indenne attraverso la Soppressione dei piccoli conventi decretata da Papa Innocenzo X nel 1652. Fu definitivamente chiuso nel 1811, durante il Regno Italico napoleonico. I locali dell'ex Convento furono acquistati da Andrea Lazzarini e dal conte Francesco Cassi.

Il Convento, un tempo abitato dagli agostiniani, interessava parte delle costruzioni a ridosso della chiesa. L'attuale corridoio (sala Don Geri) che dalla pubblica via conduce alla sagrestia era utilizzato come magazzino, nella parete destra alcune porte immettevano nel chiostro. Attraverso una piccola scaletta si saliva al piano superiore adibito a dormitorio dei frati. Le stanze dei religiosi si aprivano in un corridoio posto al di sopra di quello a piano terra, illuminato da quattro finestre che si affacciavano nel cortile interno.

I recenti restauri del Convento con l'annesso Chiostro e della Chiesa con le opere pittoriche in essa contenute, sono stati finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, dalla CEI e dalla Parrocchia dei Santi Cristoforo e Costanzo. 

 

 

Bibliografia:

Paolo Vitali, Storia di San Costanzo dalle Origini al XIX secolo, Fano 1995