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COnventi agostiniani: Biella

Mappa della Congregazione agostiniana di Lombardia

Mappa della Congregazione agostiniana di Lombardia in una stampa di Lubin del 1659

 

 

CONVENTO DI S. PIETRO A BIELLA

 

 

 

Biella possedeva già prima del secolo XI un Ospedale per ospitare gli ammalati. Lo si ricava dagli Statuti ospitalieri di S. Agostino del 1171, dagli Statuti ospitalieri di Santa Caterina del 1188 e dagli Statuti di Biella. Fin dal 1245, ogni anno, nel mese di maggio, i quattro Consoli, che allora reggevano la Città, dovevano eleggere quattro uomini, allo scopo di visitare l'Ospedale e rendersi esatto conto del suo andamento ordinario affidato a frati.

Una scrittura del 28 novembre 1235 attesta che il Comune di Biella acquistò del terreno verso mezzogiorno della città a poca distanza della stessa, per poter fabbricare un convento ed una Chiesa, detta poi di san Pietro. Di entrambi gli edifici presero possesso i frati conventuali dell'Ordine di sant'Agostino di recente costituzione.

Aymone di Challant, vescovo di Vercelli, che per fuggire ai pericoli di guerra nel 1283 si era stabilito nel Castello di Biella. come già il Vescovo Martino, concesse molti beni al convento degli agostiniani conventuali di san Pietro: il Vescovo Raynerio, con atto febbraio 1304, confermò l'affitto di questi beni, cioè il fitto della chiesa di san Pietro, prati, vigne e case contigue alla Chiesa, per denari 12 da pagarsi ogni anno al Vescovo, a S. Martino, per titolo di fitto. Il 18 settembre 1358 Bartolomeo, Vescovo Senastopoliensis, per autorità del Vescovo Giovanni di Vercelli, consacrò e benedisse la basilica di S. Pietro e il convento con il claustro della Chiesa. I frati conventuali di sant'Agostino continuarono a risiedere in Biella fino all'anno 1484, quando, con l'approvazione del Pontefice Innocenzo III e del Duca Carlo di Savoia, furono sostituiti dai padri Agostiniani Eremitani della Congregazione di Lombardia. A costoro vennero affidati la chiesa e il convento con tutti i mobili e scritture ad esso appartenenti, con l'obbligo di pagare in perpetuo al Priore Generale degli Agostiniani scudi due Romani e baiocchi 25 ogni triennio.

Quest'ultimo convento dei padri agostiniani era stato fondato in Biella nel 1438 e nel 1484 fu aggregato alla Congregazione Riformata di Lombardia come riporta l'Herrera nel suo Alfabeto Agostiniano (tratto da Lustri Storiali De Scalzi Agostiniani Eremiti Della Congregazione D'Italia ... di Bartholomaeus a Sancta Claudia).

Dal DIZIONARIO GEOGRAFICO STORICO-STATISTICO-COMMERCIALE Di S.M. IL RE DI SARDEGNA si ricava inoltre che esistevano due conventi agostiniani a Biella: "Innanzi l'occupazione dei francesi eranci in questa città: ... I Padri Eremitani di sant'Agostino della Congregazione di Lombardia con tempio dedicato a san Pietro, i quali erano stati sostituiti nel 1484 agli agostiniani conventuali quivi introdotti nel 1235. Il loro convento aveva la più copiosa e stimabile biblioteca che esistesse in Biella.

Della presenza agostiniana riformata in S. Pietro abbiamo una prima memoria riportata da D. Lebole, Storia della chiesa biellese (2004): "La chiesa di S. Pietro si trovava in corrispondenza dell'attuale Ospedale Vecchio. La prima attestazione è del 988 (vendita di un appezzamento di prato "in loco et fundo Buiella vel in eius territorio" che confina con la "terra sancti Petri": MHP, Chartarum, to. I, doc. 164). La chiesa risulta fra le dipendenze del capitolo di S. Stefano nella bolla di Innocenzo III del 1207 (ARMO, I, doc. 2), di nuovo nel 1228: in quest'ultima occasione per definire questa e le altre chiese soggette a S. Stefano si usa il termine 'capella' (BSSS 103, doc. 67). Il fatto che non compaia nella conferma dei possessi del capitolo fatta dal vescovo Ugo di Sessa nel 1227 può forse significare che era in atto un tentativo di ottenere l'indipendenza dal capitolo. Nel 1229 fra quest'ultimo e il magister Pietro de Avellanis, che ambiva al conferimento della chiesa, si apre una causa: sottoposta al vescovo di Vercelli e ai delegati papali, si conclude con la vittoria del capitolo e la rinuncia di Pietro de Avellanis. L'attribuzione, pochi decenni dopo, della chiesa di S. Pietro al neonato convento degli Eremitani di S. Agostino (cfr. oltre s.v. Convento di S. Pietro), non elimina del tutto il controllo esercitato su di essa dal capitolo di S. Stefano: nel 1358 si apre una questione a proposito di una presunta consacrazione della chiesa e del cimitero fatta a pregiudizio dei diritti dei canonici. Una seconda questione è sollevata in occasione del secondo rifacimento della chiesa nel 1682 (il primo, come attestano numerose donazioni, era stato effettuato a partire dal 1426 ed era proseguito per tutto il secolo). Nel 1799, sotto il governo napoleonico, la chiesa di S. Pietro diverrà sede dell'ospedale, prima situato presso la chiesa della SS. Trinità. La chiesa dà il nome ad uno dei trecenteschi quartieri di Biella."

Sul finire del Quattrocento questo Convento ebbe qualche padre celebre, fra cui Agostino Gabutto Meschiatis di antica e nobile famiglia di Biella. Insigne teologo, fu dei primi a comporre la famiglia del suo Istituto stabilito a Biella, scrisse un libro intitolato "Exemplar virtutum" libro del quale si trova ancora qualche rara copia senza nome d'autore.

Secondo una vecchia leggenda, Lutero, nel suo viaggio da Wittemberg a Roma per recarsi da Papa Leone X, sarebbe stato ospitato in questo convento agostiniano nel 1517.

Tra i frati agostiniani di questo convento va ricordato anche Bonino Maurizio di Occhieppo Superiore, morto vecchissimo nel 1599. Valente oratore percorse quasi tutta l'Italia e fu assai apprezzato dal Duca Carlo Emanuele e dal cardinale Gerolamo della Rovere, arcivescovo di Torino.

La fine del convento di san Pietro venne decretata in uno dei primi Ordinati della Congregazione dell'Ospedale degli Infermi di Biella che porta la data 17 gennaio 1799 e dove si legge: "Libertà, Virtù, Eguaglianza" L'anno settimo repubblicano, il primo della libertà Piemontese, addì 30 nevoso (1799,gennaio) in Biella, sono convocati in adunanza, ecc. In essa è stata presentata da questa Municipalità, il Decreto del Comitato degli Affari Interni, in data 22 corrente nevoso, (11 gennaio 1799), col quale essendo permesso di trasferire li Frati Agostiniani da cotesto loro Convento di S. Pietro, al Monastero dei Gerolamini soppressi, ora vacante, questo Ospedale degli Infermi si trasferisce al Convento di S. Pietro ed il Monte di Pietà alla fabbrica, ove esiste attualmente l' Ospedale, avendo autorizzato a dare eseguimento in tutte le sue parti al proposto piano di traslazione, la prefata Municipalità, che fu invitata a prendere perciò gli opportuni concerti, con tutti gli interessati e le misure convenienti, affinché le cose si facciano con quel ordine che il bene delle cose esige. E detti cittadini congregati hanno inteso colla più sensibile consolazione, la provvidenza sovra narrata del Comitato degli Affari Interni, ecc."

Il 13 dicembre 1800 l'Ospedale ottenne l'autorizzazione al trasferimento della sua sede nel convento degli agostiniani di S. Pietro, come risulta dall'Ordinato dell'Amministrazione dell'Ospedale. "In nome della Nazione Piemontese, alli 22 Frimaio anno IX, (13 dicembre 1800)" in cui viene preso atto della lettera del cittadino Commissario pel Circondario di Biella", che tra venti giorni, cioè al 23 Dicembre, sarà detto Convento alla disposizione di Questa Opera".

Il trasferimento dell'Ospedale nel convento fu eseguito negli ultimi giorni di dicembre dell'anno 1800 e nei primi giorni di gennaio 1801. Dai rilievi topografici sembra che il convento agostiniano avesse un gran numero di locali. Il convento al piano terreno aveva come grande locale la Chiesa, che venne subito adibita ad infermeria. I locali utilizzabili erano poco più di otto; però vi era una lunghezza di più di 200 metri di portico destinato a passeggio. "Havvi abbastanza sveltezza di portici tutto intorno al Chiostro, ma più di tutto un senso di poesia che si diffonde dal luogo quasi millenario. Le poche rose che le suore oggi giorno coltivano danno vita alla solitudine del Chiostro, il quale si presenta alla fantasia, come se da pochi giorni le gravi figure di monaci avessero lasciato la penombra dei porticati che oggigiorno non sentono che lontani sospiri di convalescenti".

Ancora nel 1868 l'Ospedale, verso l'attuale piazzetta giardino, conservava il rustico prospetto della chiesa degli Agostiniani. Nel 1876 era già stata tuttavia trasformata in infermeria.