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COnventi agostiniani: Vicenza

Agostino salva storpi e sciancati tela di Tintoretto al Museo di Vicenza

Agostino salva storpi e sciancati

tela di Tintoretto al Museo di Vicenza

 

 

CONVENTO DI S. AGOSTINO DI VICENZA

 

 

 

La storia della Badia di Sant'Agostino incomincia nei primi anni del Trecento. Fu edificata tra il 1322 e il 1357 ad opera di fra Giacomo di Ser Cado, che viveva come eremita vicino all'edificio della badia. Nel 1319 egli chiese e ottenne dal vescovo Sperandio di poter edificare una chiesa con annesso convento, dove fondare una comunità religiosa seguendo la regola di Sant'Agostino. Gli agostiniani, sostenuti economicamente dai signori di Vicenza, gli Scaligeri, conobbero la loro massima espansione proprio negli anni in cui fu edificata la chiesa. I periodi seguenti furono anni che videro una inarrestabile decadimento.

La badia probabilmente fu costruita sopra l'antico sacello di S. Desiderio. Giovanni Mantese storico vicentino è invece dell'opinione che fu edificata iuxta S. Desiderium, rifacendosi a una documenazione che nomina espressamente detto sacello a tutto il 1429. Tra il 1390 e il 1400 la badia fu oggetto di una aspra contesa fra l'ordine di S. Giovanni di Gerusalemme e il vescovo di Vicenza che ne reclamavano la proprietà e i benefici.

Il vescovo Castiglione nel 1399 investì del beneficio di S. Agostino il prete riformatore Bartolomeo da Roma che, per quanto poco presente a Vicenza, riuscì in qualche modo a far rifiorire la vitalità d'inizio secolo. Nel 1401 troviamo come priore del monastero Gabriele Condulmer che sarà poi nominato papa col nome di Eugenio IV. Nel 1407 vi giunse, con dodici compagni, Lorenzo Giustiniani.

Egli fu una figura fondamentale del movimento riformatore del primo Quattrocento veneziano: Giustiniani nel 1408 divenne priore di S. Giorgio in Alga e nel 1451 primo patriarca di Venezia. La profonda spiritualità che caratterizzò la congregazione dei canonici secolari di S. Giorgio in Alga si propagò anche a Vicenza grazie alla loro presenza prima in S. Agostino e poi, dal 1486, in San Rocco. Purtroppo dopo questa felice ma breve esperienza, il complesso di S. Agostino conobbe un lento ma inesorabile declino.

La nobile famiglia Pasta lo acquistò alla fine del sec. XVII e nel 1899 la chiesa non fu più utilizzata per il pericolo di crolli. Finalmente, grazie all'opera meritoria di alcune persone, tra il 1900 e il 1905 su iniziativa di Valentina Zamboni e di Giacomo Bedin si provvide ad un suo restauro generale. Nel 1920 fu creata una curazia, il che permise il 13 settembre 1925 di erigere la chiesa a parrocchia.