Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Devozioni agostiniane > Devozioni mariane > Madonna Cintura > Calco

LA DEVOZIONE ALLA MADONNA DELLA cINTURA: Calco

Immagine della Madonna della Cintura a Calco

Madonna della Cintura a Calco

 

 

 

 

CALCO

di Luigi Beretta

 

 

 

La confraternita della Madonna della Cintura e la venerazione agostiniana in Calco è di lunga data, anche se il culto per Agostino a Calco é quasi certamente una delle forme più tardive nella devozione al santo in Lombardia. Nondimeno presenta aspetti alquanto interessanti sia nell'origine quanto nei rapporti con la Confraternita della Madonna della Cintura. L'attuale oratorio di Calco dedicato ad Agostino sorge contiguo alla chiesa parrocchiale, che porta il titolo di S. Vigilio, ed é una costruzione che risale alla seconda metà del Settecento quando la Comunità del luogo decise di abbandonare il preesistente per sostituirlo con uno più ampio e comodo. Un atto che risale all'8 aprile del 1748 ne specifica meglio i termini.

Precisamente leggiamo: "Il Priore ed Ufficiali della Veneranda Scuola del SS.mo Sacramento ed unitamente della Santa Cintura della B.V. Maria nella Parrocchiale di S. Vigilio di Calco Pieve di Brivio sono venuti in parere di dar principio ad una nuova Fabrica di detta Chiesa Parrocchiale ritrovandosi la detta presentemente di struttura vecchia e non capace del numeroso Popolo. Nello stesso tempo per maggior comodo della Confraternita suddetta vorrebbero erigere a canto di detta Nova Chiesa un oratorio dove congregarsi ed a questo fine hanno fatto richiedere al Rev. do Prior Antonio Cassina loro Parocho, che volesse cederli il sito a ciò necessario, che é di ragione Parrocchiale esibendosi essi in contracambio di cedere al medemo per sempre l'Oratorio, di cui presentemente si servono, che resta unito alla casa Parrocchiale, come ancora la parte superiore del Coro vecchio che sopravanzerà dopo terminata la nuova Chiesa restando così accresciuti molti commodi alla chiesa parrocchiale" (Arch. Parr. Calco, Cartella Legati).

Altre carte relative a quello stesso anno redatte l'11 marzo e l'8 aprile parlano ancora e sempre di un oratorio vetere di proprietà del la Confraternita da permutare con il nuovo, proprio come viene chiaramente espresso nel brano citato (Ibidem).Un'altra carta del 14 gennaio 1704 specifica addirittura con un disegno la posizione di questo preesistente oratorio di S. Agostino rispetto alla chiesa parrocchiale e alla canonica. La posizione indubbiamente era infelice ed era motivo di continui contrasti tra i membri del sodalizio agostiniano e le autorità religiose parrocchiali, che più volte si lamentano dei modi di fare della Confraternita. Una memoria di questi anni sottoscritta dal parroco ammette senza remore che accadono diversi disordini: gli scolari ad esempio guardano spesso dalla finestra dell'Oratorio mentre il prete sta confessando, oppure osservano e scrutano le donne lì raccolte in preghiera sulle panche. Il parroco sembra temere l'eccessivo potere della Confraternita i cui scolari gli impediscono fra l'altro di avere le chiavi dell'oratorio, si trattengono le offerte, portano un proprio stendardo in processione e infine si fanno una festa solenne a S. Agostino, chiamando un predicatore (Arch. parr. Calco, Cartella Confraternite).

Le lamentele verranno in parte superate nel 1716 quando il parroco otterrà la licenza di far turare la finestra dell'Oratorio della Confraternita della Cintura che guarda nella Chiesa parrocchiale proprio sopra l'altare maggiore. In questo primo avvio di secolo la Confraternita della Cintura é senza dubbio una grossa presenza nella vita parrocchiale per quanto fosse sorta da pochissimo, almeno da quel che ne sappiamo, in una forza organizzata e riconosciuta. La storia di questa nascita é narrata in un fascicolo dal parroco don Gianbattista Legnani verso il 1776 con notevole dovizie di particolari, cui manca però qualsiasi accenno alle ragioni ultime della costituzione della Confraternita stessa. Narra questo parroco che all'inizio del 1697 gli abitanti della parrocchia di S. Vigilio di Calco decisero di erigere una Scuola sotto il titolo di S. Maria della Cintura. Così il 14 marzo di quell'anno il R. mo Don Genesio Calco figlio dell'Ill. mo D. Sigismondo Senatore, e Canonico Ordinario della Metropolitana di Milano, riceve con un atto di procura rogato da R. D. Joseph Mezzera, rettore di S. Giorgio di Pagnano, notaio apostolico e Cancelliere della Pieve di Brivio, l'incarico e il potere di Nunzio per ottenere dal vescovo di Milano cardinale Federico Caccia l'erezione della Scuola. Il cardinale con un proprio atto datato 16 marzo 1697 concede questa facoltà e assegna anzi alla Scuola l'altare della B. M. Vergine nella chiesa parrocchiale quale luogo di devozione.

Ottenuto il Breve d'Istituzione gli abitanti di Calco decisero di aggregarsi alla Confraternita de' Cinturati e Cinturate della Chiesa di S. Giacomo maggiore in Bologna, sotto l'invocazione di S. Maria della Consolazione. A tal fine fecero supplica di accoglimento al Maestro Generale dell'Ordine Eremitano di S. Agostino.Trovandosi il Priore generale F. Antonius Pacinus da Ravenna a Pavia per una visita ai Conventi, la richiesta fu benignamente accolta e la Scuola di Calco fu aggregata all'Arciconfraternita di Bologna con Breve del 5 febbraio 1698. Per la sua esecuzione fu delegato dal priore di S. Marco in Milano Giuseppe Bigatti il padre Jo:Matteo Trotti, che si recò a Calco il 13 aprile di quello stesso anno. Tra le imposizioni generali volute dalla Curia di Milano per sancire la nascita di questa Confraternita v'era una norma che esigeva per gli scolari la contemporanea iscrizione alla Scuola del SS. Sacramento, un'istituzione in crisi da lungo tempo (Questa Confraternita assai ben voluta in epoca borromaica era sorta a Calco il 16 giugno 1584. Fu aggregata alla Venerabile Arciconfraternita Romana di S. Maria sopra Minerva il 12 febbraio 1608. Nella Visita pastorale del cardinal Federigo Borromeo nel 1610 vi si fa esplicito cenno, annotando che gli iscritti erano oltre 200. Cfr. Atti Visita pastorale, Pieve di Brivio, 1610, Arch. Curia Milano, vol. 36).

Gli scolari della Confraternita della Cintura si mostrarono però restii per lungo tempo ad ottemperare a questa norma del cardinale Caccia, tant'é che i documenti parrocchiali se ne lamentano assai. Il parroco si adoperò per fare invalidare l'affiliazione e soprattutto per annullare le Indulgenze che nel frattempo venivano concesse a più riprese anche dal papa (Il 26 marzo 1715 papa Clemente XIII aveva concesso un'Indulgenza a favore della Confraternita della Cintura di Calco, Arch. parr. Calco, cart. Confraternite). Questa situazione di disordine fu parzialmente risolta dal parroco don Giuseppe Colombi che nel 1716 chiese al cardinale Benedetto Odescalco la facoltà di istituire la Scuola del SS. Sacramento. Il che fu concesso il 17 novembre del 1717. Tuttavia ancora nel 1776 la Scuola del SS. Sacramento esisteva solo sulla carta, poiché non contava alcun iscritto. Finalmente il nuovo parroco don Gianbattista Legnani riuscì a convincere gli scolari cinturati a erigere tale scuola, verso la fine di quel secolo. Nel 1776, anno cui rimonta questa memoria, gli iscritti alla Confraternita della Cintura erano 134. La venerazione verso S. Agostino aveva il suo luogo privilegiato nell'oratorio a lui dedicato.

Verso il 1778 la Confraternita riuscì ad ottenerne delle reliquie, assieme a quelle della B. V. Maria, di S. Nicola da Tolentino e S. Monica. Il testo dell'autentica recita: JOANNES VALENT1NUS S.T. & J.U.D.Protonot. Apostol. Emin.mi & Rev.mi D.D.Joseph Tit.S.Laurentii in Lucina S.R.E. Pr. Presb. Card. PUTEOBONELLI S. Mediolanensis Eccl.Archiep. in spiritualibus, & temporalibus Vicarius Generali & C. Universis, & singulis praesentes nostras litteras inspecturis, fidem facimus & attestamur, Sacras Particulas ex Veste Beatae Mariae Virginis, et ex ossibus S. Augustini Episcopi, et Ecclesiae Doctoris, S. Nicolai de Tolentino, et S. Monicae Matronae, reconditas intus parvam Thecam crystallinam, pluribus angulis in forma oblònga elaboratam argento oxis filograni nuncupatum circumornatam, ac minori sigillo Archiepiscopali S. Ambrosij in cera rubra hispanica impresso, e filo serico rubri coloris pendente, munitam, in hac Curia rite recognitas et approbatas fuisse, ac per Nos concessas, ad effectum penès se illas retinendi, alteri donandi, & in quolibet Ecclesia publicae Christifidelium venerationi collocandi,ac exponendi. In quorum fidem & c. Dat. Mediolani ex Palatio Archiepiscopali die XX Junij MDCCLXXVIII. Joannes Valentinus (Arch. parr. Calco, Cartella Reliquie).

Sempre in un ambito squisitamente religioso va segnalata la tradizionale preghiera che veniva recitata alla Madonna, la protettrice dell'intera confraternita. Ne possediamo una edizione trascritta in questo secolo: "Per quella benignità tutta singolare con cui compiaceste ne' suoi desiderii la fedelissima vostra serva S. Monica, personalmente apparendole vestita oscura, stretta in vita con una semplicissima cintura di pelle, per farle conoscere con chiarezza quell'abito penitenziale che fu da voi usato in tutto il tempo della vostra gloriosa dimora sopra la terra dopo la gloriosa ascensione del Vostro Unigenito al Cielo, degnatevi, amabilissima Vergine, di far conoscere anche a noi tutta la necessità di seguire i vostri esempi in tutta la nostra condotta anche esteriore, e di impetrarci il coraggio indispensabile per conformarvici costantemente, malgrado tutte le dicerie del mondo sempre nemico della cristiana pietà, onde meritarci con sicurezza il vostro validissimo patrocinio. Ave Maria." (Arch. parr. Calco, Cartella Reliquie). Nel XX secolo le forme di devozione si sono ulteriormente sviluppate: al 1902 risale un foglio a stampa del Regolamento della Confraternita, al cui art. 1 si afferma che é posta sotto l'invocazione di Maria Santissima della Cintura, di S. Vigilio e dei S. Agostino e Monica, mentre nel 1920 Calco fu aggregata alla Pia Associazione delle Madri Cristiane eretta nella chiesa di S. Agostino a Roma.

Alla fine del secolo scorso risalgono invece lavori di abbellimento dell'oratorio nonché gli affreschi che ritraggono Agostino e la Madonna della Cintura. Come abbiamo già accennato questo oratorio é opera recente del tardo settecento e come tale lo troviamo già inserito in due elenchi nel 1803 e 1807 che descrivono le chiese sussidiarie della parrocchia di Calco. In entrambi i casi si dice che l'Oratorio di S. Agostino "é contiguo e connesso alla sudetta parochiale" e che "serve pei confratelli, che in esso si congregano ogni festa a recitare orazioni di loro pratica" (Arch. parr. Calco, cart. Legati). La Confraternita poteva contare non solo su di un elevato numero di membri ma pure su non disprezzabili risorse finanziarie, quale appare dalla diretta proprietà del primitivo oratorio e dai lasciti testamentari di varie persone. Nel 1713 ad esempio Gio:Batta Agostoni, originario di Pianezzo, fece testamento il 5 novembre proprio a favore della Veneranda Scola de Confratelli della Centura della Parrocchia di Calco. L'Agostoni, che abitava nella cascina di Honco, lasciò diverse proprietà a patto che venissero celebrate Messe all'Altare della Beatissima Vergine Maria della Cintura nella parrocchiale (Lo stesso testatore fece un legato anche ad un'altra Scola, precisamente la Veneranda Scola di S. Vigilio, non nota da altre fonti. Arch. parr. Calco, cart. Legati). Un nuovo legato fu lasciato per testamento da Vigilio Bonanome il 29 ottobre 1752, in cui fra l'altro si accenna all'esistenza di due altari e alla possibilità imminente di costruirne un terzo nella parrocchiale, dedicato a un santo o Santi "che più piacerà alla scuola Veneranda del SS. Sacramento e della Cintura erette in detta chiesa" (Arch. parr. Calco, cart. Legati).

Ancora un Agostoni, questa volta un Francesco, lasciò 30 messe da celebrare all'altare della Beata Vergine della Cintura con un legato datato 2 settembre 1775 (Ibidem). La facilità con cui si diffuse la Confraternita della Cintura nel settecento é certamente inusuale. Lo attestano i legati in gran copia, l'elevato numero di membri, il possesso di un oratorio privato, le frequenti discordie con il parroco sempre soccombente, l'intensa attività devozionale di cui é rimasta traccia nelle continue richieste di processioni intorno alla chiesa, quasi ogni mese. Viene da chiedersi in effetti quali sia la vera origine di questa Confraternita e soprattutto se l'anno 1698 costituisce l'inizio o solo una tappa nota del suo sviluppo. Diversi fatti invitano a quest'ultima ipotesi. Innanzittutto il culto alla Vergine Maria: a Calco questa devozione deve essere di antica data. Già nel 1592 si parla di un altare a lei dedicato nella parrocchiale. In una carta di P. Emilio Calco v'é infatti cenno ad un legato per la celebrazione di una messa ad un altare definito "sacellum sub titulo Purificationis Beatissimae Mariae Virginis",che era stato "erectum per n.quondam Laviniam de Gotijs matre infrascripti Pauli Calchi Emilij" (Arch. parr. Calco, cart. legati, sotto il 3 giugno 1592. Paolo Emilio Calco era figlio di Lavinia de Gotijs e di Julius feudatarius ex condominis Rosati et Pozoli). Questo altare aveva un proprio cappellano mantenuto con la rendita di alcuni terreni posti a Canone dictae Plebis dove si diceva "ronco de Onazzo" e a Cornelli dictae Plebis dove si diceva alla foppa."

In secondo luogo la devozione: già nel 1698 c'é una richiesta di far processioni intorno alla chiesa portando lo stendardo della Confraternita per la domenica di 13 aprile. Nel 1714 c'é addirittura la stipulazione di un atto di precario fra il parroco don Giuseppe Colombo e il Priore della Confraternita per consentire ai suoi membri di eseguire una processione nelle quarte domeniche in una piccola vigna situata dirimpetto alla chiesa (Arch. parr. Calco, cart. Legati). Una simile adesione di popolo e soprattutto la presenza di uno stendardo proprio sono indicativi di una preesistenza a quella data del culto in Calco ad Agostino e alla Madonna della Cintura. Una conferma viene ad aggiungersi con il contributo dell'onomastica. I Registri dei Battesimi di Calco riportano i nomi di Monica, Agostino, Aurelio molte volte già a partire dal primo cinquecento. (Monica: il 1 novembre 1568 nasce Monica Micheloni da Felice e Camilla Calca, altre ne troviamo nel 1572, 1573, 1575, 1578, 1580 etc. Agostino: l'11 maggio 1605 nasce Antonio Augustino da M. Calco ed Elisabetta sua moglie, così Aurelia compare nel 1572, 1575, 1583 etc. Registro battesimi 1564-1624, arch. parr. Calco). In Calco v'é addirittura una famiglia detta SantiAgostino o Santagustini, che risiedeva alla Grancia, fattoria di proprietà dei nobili Calchi. Vi troviamo cenno nel 1568 (si parla di un certo Pietro francesco santiAgustini, ibidem), nel 1570 (E' citato ancora Pietro francesco S. to Augustino della grantia, ibidem), nel 1600 e ancora nel 1654 quando parroco di Calco é un certo Petro francesco Santagostino (Arch. Parr. Calco, cart. Chiese).

Il nome di questo parroco, che compare nei registri parrocchiali per la prima volta nel 1632 (Registro battesimi 1624-1717, arch. parr. Calco), ci riporta indirettamente alla famiglia Calchi, di cui conosciamo un Agostino già in un atto del 1552 (Agostino Calco compare in un atto di compravendita quale coerenziere del testatore, arch. parr. Calco, cart. Legati). E' quanto mai probabile che il cognome Santagustini sia in realtà un soprannome e precisamente il soprannome dei fattori che risiedevano nella proprietà di famiglia denominata "la grancia", non molto lontano da Imbersago. Il perché di questo soprannome non é noto ma é facile immaginare che possa derivare da qualche peculiarità che aveva questo cascinale "la grancia".

Forse vi si conservavano pitture del santo, o forse una cappella privata, qualcosa insomma che delineava una qualche devozione al santo d'Ippona. Altre tracce inducono a credere che possa esistere un certo nesso fra S. Agostino e la famiglia Calchi. Già abbiamo detto della presenza della sua onomastica nella famiglia, ora possiamo ricordare la presenza di un frate agostiniano, un certo fra Alessandro da Bergamo, in una casetta che formava un tutt'uno col beneficio dell'Oratorio di S. Ambrogio in Calco Superiore, altra proprietà privata di famiglia. Nel 1611 egli riceveva uno stipendio annuo di 43 lire, oltre alla legna ed al vino che gli venivano forniti dagli affittuari del terreno di sua spettanza. In cambio dell'abitazione e dello stipendio il frate era tenuto a fare scuola a due fanciulli della famiglia Calchi e a celebrare la messa tutti i giorni domenicali e festivi per gli abitanti di Calco superiore. In settimana celebrava invece due messe feriali nell'Oratorio di S. Ambrogio (Atti Visita Pastorale del 1611, arch. Curia Milano, Pieve di Brivio, vol.37).

La presenza di un agostiniano non può essere passata senza frutto, soprattutto in un Oratorio quale quello di S. Ambrogio, dove c'erano continui richiami alla vita di Agostino e soprattutto alla sua conversione in terra milanese. Non é un caso del resto che i Calchi annettessero grande importanza a questo Oratorio (Un documento del 1473 chiede a nome della famiglia Calchi la possibilità di mantenere un cappellano in S. Ambrogio per officiarvi messa, arch. parr. Calco, cart. Chiese); probabilmente non é un caso che il primo esplicito riferimento al soggiorno di Agostino nelle terre milanesi a Cassiciaco venga proprio da un esponente di questa famiglia, quel Tristano Calchi, che in un suo manoscritto del 1490, identificò Cassiciaco con l'odierno Cassago (T. Calchi, Medioalnensis Historiae Patriae, Milano 1490, 38 ristampa di Melchiorre Malatesta, Milano 1627, 38).

Ma qual'é la vera valenza storica di tutti questi fatti? Certamente oggi non possiamo dare alcuna risposta definitiva, soprattutto perché nulla conosciamo dell'origine delle dedicazioni sia dell'Oratorio di S. Ambrogio che del vecchio S. Agostino presso la parrocchiale. Certo é però che esiste una relazione. Essa sarà più chiara quando potremo sciogliere i nodi che ancora oggi avvolgono le storie di queste due chiese, della cascina grancia (Ms. Pietro francesco de S. to Agustino viene citato prestinaio della Granza in un atto del I607, arch. parr. Calco, cart. Amministrazione Chiesa parrocchiale di Calco 1597-1688) e della famiglia Calchi.