Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Devozioni agostiniane > Devozioni mariane > Madonna Cintura > Palermo

LA DEVOZIONE ALLA MADONNA DELLA cINTURA: PALERMO

Cromolitografia raffigurante Maria S.S. della Cintura fra Agostino, Monica, santi, angeli e cherubini. XX secolo. Produzione italiana. Collezione privata.

Santino della Madonna della Cintura

 

 

 

PALERMO

 

 

 

 

Nel 1853 ad opera dei religiosi Agostiniani di San Nicola da Tolentino viene formata la Confraternita di M. SS. della Cintura sotto titolo Della Consolazione. A questo scopo si riunirono un buon numero di uomini devoti alla Madre di Dio, che formarono una confraternita meramente laicale dedicata al suo servizio e per condurla processionalmente per le vie per accrescere il culto della popolazione di Palermo per Maria.

Fra i doveri dei confratelli vi è quello di esercitare i doveri di vero cristiano e di promuovere il culto di Maria SS. della Cintura.

Secondo il regolamento i confratelli come congregazione devono intervenire ogni quarta domenica del mese alle ore sei antimeridiane e nel giorno della Festa di Maria SS. della Cintura, e sono esortati ad accostarsi al Sacramento della Penitenza. I confratelli vestono un abitino di colore blu cupo di fior di lana guarnito di nastro rosso con impronta in petto di Nostra Signora della Cintura e Santa Monica stampata sopra seta bianca; questo abito deve essere modellato con massima semplicità ed uniforme a tutti gli altri come pure la cintura.

Gli articoli 8 e 9 del regolamento della confraternita trattano del giorno della solennità di Maria SS. della Cintura e della relativa processione. In quel giorno tutti i confratelli devono essere presenti e nessuno potrà negarsi sotto pena di contumacia e di altre pene, tranne che per motivi di salute o di altra ragione che dovrà essere riconosciuta dal Superiore per poterlo esentare.

Nell'atto del trasporto il regolamento esige che nessuno dei confratelli si allontani senza permesso del Superiore dal simulacro. Nessuno dei confratelli potrà permettere ad estraneo di fare alzare il simulacro sotto pena di un anno di contumacia; durante la processione i confratelli dovranno mostrare la devozione, componendo il loro portamento con modestia e religiosità, mostrando a tutti i fedeli rispetto e venerazione per la Madre di Dio, e la propria indegnità per essere scelti ad un officio degno dei soli Angeli.

Inoltre non permetteranno ad alcuno di salire sulla bara e se questa verrà danneggiata a causa loro ne faranno fare essi stessi il restauro a loro spese, restando peraltro contumaci fino alla fine del restauro. L'osservanza di tale regolamento ha permesso a questa confraternita di restare fino ai nostri giorni una degna testimone della devozione a Maria.

Il simulacro della Parrocchia di San Nicola da Tolentino è una scultura lignea con cesellamenti in rame che raffigura la Madonna in piedi con in braccio il Bambino che porge la cintura a Santa Monica inginocchiata ai sui piedi. Non si sa quando fu eseguita la statua nè da quale artista. 

Su questo argomento hanno scritto alcuni storici locali, fra cui Di Marzo - Ferro che annota in calce alla guida della città di Gaspare Palermo (1858): "Per ultimo nel 1853, onde accrescere la devozione verso Maria SS. Della Cintura, i medesimi (padri agostiniani) fecero costruire una statua rappresentante la stessa dello scultore Vincenzo Genovese onde condurla in giro per il quartiere della città ...". Il redattore del catalogo (1993) delle "Confraternite dell'Arcidiocesi di Palermo",  fa risalire la statua, con una attribuzione poco verosimile, allo scultore palermitano La Rizza, attivo nella seconda metà del XIX secolo.

Durante un recente intervento di restauro si è recuperato l'incarnato originario e il rivestimento in lamina di rame sbalzato. Quest'ultimo era stato disegnato con motivi floreali su un'originaria decorazione a pastiglia dorata, con un gusto tipico della metà dell'ottocento.

Nel giorno della festa della Madonna della Cintura, assistiamo all’omaggio floreale da parte dei confratelli e dei devoti alla Madonna; seguono le celebrazioni liturgiche e nel pomeriggio la processione della statua. Durante la processione i confratelli, con la tipica musicalità vocale della "Abbanniata", il caratteristico grido che si ascolta nei mercati rionali per la vendita delle mercanzie, rivolgono alla Madonna alcune frasi del tipo: "Trema l’infernu e trionfa Maria, viva Maria"; "E comu matri ri Diu, viva Maria"; "E i confrati vonno grazia ri tia, viva Maria"; "E’ surdu e mutu cu unnu rici cu mia, viva Maria"; "E a passu a passu putamu a tia, viva Maria".