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Kasper Elm: DIFFUSIONE DEI GUGLIELMITI

S. Guglielmo d'Aquitania: carboncino conservato nella Civica Pinacoteca di Fano

S. Guglielmo d'Aquitania: disegno

Pinacoteca Civica di Fano

 

 

 

LA PROVINCIA TEDESCA

di Kasper Elm

 

 

 

I primi monasteri della provincia tedesca dell'Ordine, alla quale appartenevano gli insediamenti dell'Ordine in Germania,l in Boemia, in Stiria ed in Ungheria, ad eccezione di Burlo, Dueren e Grevenbroich, dovettero la loro esistenza innanzitutto ai Guglielmiti provenienti dai paesi confinanti ad ovest, che dal 1250 si erano spostati verso est e sud-est, dove avevano trovato un'accoglienza favorevole ed un volenteroso incoraggiamento. I monasteri di Marienpforte e di Graefinthal, situati nelle contee di Sponheim e di Blieskastel, indicano con la loro posizione l'origine dei loro primi abitanti, che provenivano dai vicini conventi della provincia francese. Il monastero di Marienpforte, nei pressi di Waldboeckelheim, citato per primo nel 1266, ed i cui archivi, a parte pochi resti, sono sparsi e andati perduti, è, stando al suo diritto di controllo su Graefinthal, il più antico dei due monasteri. Esso fu fondato dai conti di Sponheim, che anche in seguito contribuirono al suo mantenimento, e dovette al comune di Boeckelheim diritti che tuttavia non dovevano essere molto importanti, dal momento che, secondo un promemoria scritto nel 1804, molto tempo dopo la soppressione del monastero, non potè "mai condurre un solo capo di bestiame al pascolo sui propri fondi."

La storia del monastero di Graefinthal, situato presso il confine lotaringio, nonostante la distruzione dei suoi archivi, avvenuta all'inizio del XV secolo, è molto più conosciuto di quello di Marienpforte. Sulla fondazione danno tuttavia notizia soltanto fonti tardive e leggendarie. Stando ad esse, il monastero risale ad un più antico eremo situato nelle foreste vicino Blieskastel, i cui abitanti veneravano un'immagine della Madonna oggi posta nella santa cappella della Crocifissione a Blieskastel; verso la metà del secolo, dei soldati avevano profanato questa immagine utilizzandola come bersaglio delle loro frecce e dalle ferite sulla statua di legno era uscito sangue che aveva miracolosamente guarito i ciechi e coloro che soffrivano di malattie degli occhi. La contessa Elisabetta di Blieskastel, guarita da una malattia degli occhi grazie alla sacra immagine, si pensa abbia fatto venire i Guglielmiti e li abbia indotti a costruire un convento affinchè prendessero in custodia l'immagine miracolosa e la preservassero da ulteriori profanazioni. Per quanto concerne la fondatrice, la leggenda ha indubbiamente un'origine storica. Il monastero dovette infatti la base della sua proprietà terriera, così come ad esempio il patronato sulla parrocchia di Blickweiler, alla contessa sepolta nel 1273 nella chiesa del monastero, la quale nel 1253, dopo il matrimonio con Rinaldo di Lotaringia, fu investita dal vescovo di Metz della signoria di Blieskastel. Si può quindi collocare la fondazione del monastero di Graefinthal attorno al 1253 e quella del monastero di Marienpforte qualche tempo prima.

Da Marienpforte e da Graefinthal partirono ancora nel XIII secolo dei conventuali diretti nei vicini Rheintal e Lahntal, in Alsazia e in Brisgovia. Fra Rheindiebach e Bacharach essi fondarono nel 1287 "inter vespres et spinas" il convento di Windsbach, che, come quello di Marienpforte, è caduto totalmente nell'oblio. Nel 1428 il priore del convento ricondusse la fondazione della sua casa al martirio di un giovane vendemmiatore di Bacharach di nome Werner, assassinato il Venerdì santo del 1287, durante il cui processo di canonizzazione egli fu interrogato sulle origini del suo convento. Il conte palatino Lodovico II di Wittelsbach deve aver fondato il convento guglielmita nel 1289 nel luogo in cui gli assassini avevano sepolto il cadavere del ragazzo, e deve aver provveduto al mantenimento degli eremiti, quando era ancora in vita, attraverso numerose donazioni. Il piccolo convento, la "Domus S. Werneri", che, d'accordo con il fondatore, era soggetto alla giurisdizione del parroco di Bacharach, dopo la morte del suo fondatore fu donata dai suoi successori, assieme al diritto di patronato, alla parrocchia di Schnorbach, come il priore chiarì nel corso del suo interrogatorio. La "Domus fratrum ordinis S. Wilhelmi pontis S. Mariae virginis de Limburg", i cui frati conventuali a partire dal XIV secolo furono chiamati "WINDSBACHER", (abitanti di Windsbach) era, come si può dedurre probabilmente dal nome, una fondazione figlia del convento del corso medio del Reno. Prima del 1317 i WINDSBACHER andarono a Limburg, dove trovarono asilo dapprima provvisoriamente su di un'isola "off deme grint odder wet " con l'aiuto di Gerlach III di Limburg, che era succeduto nel 1312 a Giovanni I. La disagiata posizione sull'isola, dove il piccolo convento era esposto a frequenti inondazioni, indusse i suoi abitanti ad erigere, attorno al 1317, un nuovo convento in una posizione migliore davanti alla porta di Dietz. Dall'abbazia cistercense di Erbach, che dall'inizio del XIII secolo possedeva a Limburg dei terreni, essi acquistarono quale base per il nuovo convento alcuni poderi e giardini, per i quali dovettero pagare delle rate anche nel XV secolo. Grazie a donazioni e ad acquisti, il patrimonio del convento divenne già nel XIII secolo così grande, che le sue entrate erano in grado di assicurare un sufficiente tenore di vita ad un piccolo convento che contava da cinque a dieci membri. Nella svolta verso il XIV secolo i Guglielmiti si insediarono anche nella giurisdizione della città vescovili di Worms, Magonza e Spira, dove, sotto la protezione del fondatore rispettivamente delle abbazie di S. Ciriaco, di S. Albano e di S. Germano, condussero un'esistenza modesta e riservata sulla quale la tradizione, nella sua frammentarietà, riferisce molto poco. I guglielmiti di Worms, il cui convento si trovava di fronte alla porta di (S.) Martino nei pressi del ghetto degli ebrei, vengono menzionati per la prima volta il 28 settembre 1299, allorchè un cavaliere di nome Dirolf li prese in considerazione accanto ad altri religiosi nel suo testamento.

Essi erano giunti già alcuni anni prima - fra il 1287 ed il 1290 - da Marienpforte a Worms, dove, dal convento di S. Ciriaco, avevano preso un'antica chiesa, quella di S. Remigio, alla quale era collegata una parrocchia appartenente al convento. I Remigini, come venivano chiamati i Guglielmiti dal nome della loro chiesa, qui si occupavano della "cura animarum" e godevano della benevolenza non soltanto dei cittadini, ma anche dei canonici del duomo e di S. Andrea, come è possibile dedurre da legati ed anniversari. Nel 1489 il piccolo convento era decaduto e non si avvertiva più nulla dell'attività dei monaci: il convento venne abbandonato, venne venduto e scomparve. La presenza dei Guglielmiti a Magonza è documentabile - dopo la menzione nel testamento di una vedova di Magonza - a partire dal 1364. Nel 1401 uno di questi documenti attesta che l'abate di S. Albano conferì ad un confratello la cappella situata a Steeg nei pressi di S. Goar. A parte alcune citazioni in documenti di scarsa importanza, queste sono le uniche notizie conosciute sulla storia del convento guglielmita di Magonza, che si trovava al di fuori della città, davanti alla Porta Nuova, e che diede il nome ad una piccola porta nelle mura della città, la "porticina di S. Guglielmo". La storia dei Guglielmiti di Spira, meglio conosciuta, ha inizio nel 1317, quando il decano ed il Capitolo di S. Germano trasferirono al padre provinciale della provincia tedesca, con l'approvazione del vescovo di Spira, la cappella di (S.) Marco, situata sulla riva del Reno, di fronte alla città, e che dal 1195 apparteneva alla fondazione. Poichè la cappella era decaduta "in spiritualibus et temporalibus", i canonici di S. Germano pensarono di trasferirla all'Ordine guglielmita, che promise di erigere in quel luogo un convento per 12 frati quale inizio di una riforma ispirata dallo Spirito Santo; il che non impedì loro di assicurare con un contratto i propri dirittti di parrocchia. Nonostante l'acquisto di proprietà in città, il convento fondato dai Guglielmiti su quello che in origine era il monastero di Mülhbach, vicino ad Eppingen, cadde ben presto in rovina, per cui nel 1470 la cappella di S. Marco dovette essere trasferita alla basilica di S. Pietro. Muehbach, casa madre dei Guglielmiti di Spira, apparteneva all'unione dei conventi guglielmiti alsaziani, a capo dei quali era il convento di Marienthal, situato presso Hagenau.

Il fondatore e primo priore di questo convento, Alberto di Hagenau, che, grazie alla madre, era strettamente imparentato con la famiglia ministeriale sveva dei marescialli di Hagenau, verso la metà del XIII secolo si era ritirato nelle grandi foreste fra la Sauer e la Moder [Mosella], il Reno e le pendici dei Vosgi, che fin dall'epoca merovingia appartenevano al patrimonio reale, per vivere da monaco o da eremita nella solitudine ancora indisturbata dall'espansione territoriale. Nel 1256, assieme ad alcuni compagni, aveva cominciato, con l'approvazione del vescovo di Strasburgo, a costruire un piccolo convento sulla riva del Rotbach, un affluente della Moder, portandolo a termine l'anno seguente. Per la costruzione e l'arredamento del convento sua madre aveva donato 30 iugeri di terra del feudo del maresciallo del Palatinato degli Hohenstaufen [Svevi], che le era toccato dopo la morte dei suoi fratelli, i marescialli di Hagenau. Quando fra il 1256 e 1257 ella morì, i fratelli di Alberto trasferirono al convento i loro diritti all'eredità materna, con modeste limitazioni, dietro il pagamento di un indennizzo di 34 marchi d'argento, cosicchè fu assicurata l'esistenza alla fondazione. I primi documenti di Marienthal non dicono nulla dell'appartenenza di Alberto all'Ordine e dei suoi compagni. Soltanto più tardi, da una lettera del provinciale Lamberto emerge il fatto che il cavaliere deceduto nel 1260 apparteneva all'Ordine. Un atto di donazione del 1272, nel quale si dice che i Guglielmiti avrebbero scelto la chiesa di Alberto di Hagenau per fondare vicino ad essa una loro sede, fa presumere che Alberto abbia condotto la "vita eremitica" in un primo tempo da solo, e che soltanto più tardi si sia unito ai Guglielmiti. Il diritto di visitazione, esercitato nel XIII secolo sia da Graefinthal che da Marienpforte, chiarisce la provenienza dei Guglielmiti ai quali Alberto si unì in base ad esso, infatti, Alberto conobbe i Guglielmiti a Graefinthal o Marienpforte. La Sacra Foresta nella quale si ritirò il ministeriale svevo, spinto probabilmente dal declino della dinastia strettamente legata all'Alsazia ed al Palatinato di Hagenau, non era certo predestinata ad accogliere chi voleva vivere lontano dal mondo soltanto a causa della sua posizione. Secondo una tradizione antica e comune nell'alto medioevo, già Diodato, prima della fondazione del convento di Ebersmuenster, aveva vissuto da eremita in quel luogo selvaggio, e allora ancora primitivo, assieme ai due primi vescovi franchi di Strasburgo, Arbogast e Fiorentino. Durante tutto il medioevo questo modello non era rimasto privo di effetti, e poteva aver influenzato anche Alberto di Hagenau, in fuga dal mondo, ed i suoi confratelli guglielmiti, così come altri eremiti che qui si insediarono in via temporanea.

Dopo la morte del fondatore, che, diversamente da Winand di Basilea o Wericus di Bernardfagne, può essere compreso più chiaramente, lo sviluppo del piccolo convento sembra aver progredito in maniera continua. Sebbene in un primo momento non sia possibile trarre alcuna conclusione da un aumento della sua proprietà, la capacità di fondare alla fine del secolo numerose filiali dimostra, tuttavia, la continuità e stabilità dello sviluppo e la vivacità della vita spirituale. Probabilmente nel corso del 1289, Enrico di Brettach donò ai Guglielmiti di Marienthal una cappella mariana a Muehlbach, nei pressi di Eppingen (Baden). Con questa donazione egli aveva l'intenzione di fondare un convento, visto che aveva contemporaneamente ceduto ai monaci beni immobili per il loro mantenimento. Il suo progetto potè tuttavia essere realizzato soltanto una volta che furono garantiti, con un contratto stipulato il 30 aprile 1290 fra i priori di Marienthal e Graefinthal ed il parroco di Eppingen, ed approvato dal vescovo di Spira, i diritti "di cura d'anime" del parroco. Il piccolo convento si rese ben presto indipendente da Marienthal, nel 1317 era soggetto ad un proprio priore, e nello stesso anno fu già in grado di inviare dei conventuali a Spira a fondare, come già si è detto, un "convento figlio". Le sue entrate, tuttavia, stando a quanto si può dedurre dai frammenti dell'archivio del convento, rimasero modeste. Esse si limitavano ai redditi dei beni ceduti loro in occasione della fondazione, e alle decime dei paesi di Obermuehlbach, di Niedermuehlbach e di Langenfeld. Nel XIV e nel XV secolo la chiesa del convento giunse ad essere piuttosto rinomata quale meta di pellegrinaggi mariani, cosicchè le elemosine e i doni votivi dei pellegrini divennero una significativa fonte di entrate; in particolare divenne méta di molti pellegrini una cappella intitolata a (S.) Odilio, eretta nel 1473 non lontano dal convento e consegnata alla loro attività pastorale. Circa dieci anni dopo la fondazione del convento di Muehlbach, esattamente nel 1298, i frati eremiti di Marienthal giunsero a Strasburgo. Una volta riconosciuti i diritti della competente parrocchia di S. Stefano, mediante un contratto confermato l'1 luglio 1298 dal vescovo Corrado di Strasburgo, essi intrapresero la costruzione del loro monastero nella KRUTENAU, allora ancora disabitata, davanti alle mura della città. Già l'8 marzo 1301 il vescovo ausiliario di Strasburgo, Iwan, potè consacrare il convento, in un primo tempo eretto solo provvisoriamente, assieme alla chiesa ed al cimitero.

Per molto tempo si è pensato che la fondazione e l'arredamento del convento fossero dovuti soltanto al merito di Enrico di Muellernheim-Rechberg, che doveva averlo giurato in una crociata. Indagini più approfondite negli archivi evidenziano tuttavia il fatto che anche altre famiglie dell'alta aristocrazia alsaziana, come i langravi di Werde, sepolti nella chiesa del convento, e come i signori di Gerolseck e Flekkenstein, contribuirono in maniera significativa alla costruzione del convento e all'incremento delle sue entrate. A partire dal XIV secolo le loro dotazioni, per lo più ampie, vennero completate da una grande quantità di donazioni e di eredità, per lo più piccole, da parte di persone appartenenti a tutti i ceti cittadini, al patriziato e al popolo, sia al basso che all'alto clero. Fra le donazioni di maggiore importanza fatte al convento, ci fu anche il patronato della chiesa madre di Ehl, che era stata trasferita al convento nel 1326 "propter paupertamen mensae communis". Nel 1387 i Guglielmiti giunsero a possedere nello stesso luogo un convento che fino ad allora era appartenuto ad una comunità di beghine, che nello stesso anno era stata soppressa dal vescovo Federico di Blankenheim. Nonostante questa combinazione favorevole di circostanze, il monastero guglielmita di Ehl non ha mai avuto la forza necessaria per rendersi autonomo. Fino alla sua soppressione nel XVI secolo, esso rimase una "dépendance" del convento di Strasburgo. Probabilmente la situazione economica di quest'ultimo impedì di rinunciare al patronato di Ehl a favore della fondazione figlia. Come il monastero di Ehl, così anche quello di Marienbronn rimase a lungo dipendente dal priore di Strasburgo. Il monastero fondato nel 1182 da Goffredo e Corrado di Fleckenstein, era stato donato dalla famiglia dei fondatori ai Guglielmiti di Strasburgo già nel 1315, dopo che gli Agostiniani, che lo avevano abitato prima di loro, lo avevano abbandonato. Lo stretto legame con la casa madre è degno di nota anche per Hagenau, il più importante convento figlio di Marienthal oltre quello di Strasburgo. Il monastero fondato verso il 1311 davanti alla porta di Kieselsteig con l'approvazione dell'ordinario di Strasburgo e del competente parroco di S. Giorgio, potè in via amichevole distaccarsi dalla sua casa madre soltanto nel 1432 con l'approvazione del priore provinciale Giovanni Wahsmann. Già prima della costruzione del convento di Marienthal, che divenne capo degli insediamenti alsaziani dell'Ordine, quattro conventuali provenienti da Marienpforte avevano preso (su di sè) nel 1252 un monastero ad Oberried, ai piedi del Feldberg; questo monastero era stato costruito nel 1238 dalle monache cistercensi di Guenterstal con l'aiuto dei signori di Tengen.

La desolazione del luogo e gli interminabili conflitti giuridici con l'abate di S. Gallen, feudatario dei fondatori, avevano indotto le Cistercensi a lasciare il monastero e a ritornare a Guenterstal. Per preservare il monastero abbandonato dalla rovina, e la chiesa da profanazioni, i cavalieri Ludovico di Munzingen e Corrado Schnewlin, ai quali nel frattempo era toccato il monastero di Oberried, pregarono i Guglielmiti di sistemarlo nuovamente e di istituire qui un loro convento. Essi appoggiarono i nuovi arrivati mediante la donazione di un'ampia zona boschiva per impedire così che il convento dovesse essere abbandonato per motivi economici. Ciononostante già dopo dieci anni i Guglielmiti lasciarono questo convento per fondare un nuovo convento a Friburgo, nel sobborgo di Schnecken. Il trasferimento dalla Foresta Nera nella Friburgo allora già ricca di conventi non avvenne volontariamente. Come in alcuni altri casi, fu causato da un'unione con gli Eremiti Agostiniani disposta nel 1256 dalla Curia. Quando otto anni più tardi quest'unione venne definitivamente revocata, e all'Ordine fu restituita la "Corona Mariae", i Guglielmiti non abbandonarono di nuovo il loro convento, la "Cella Mariae", costruito con l'aiuto di Adelaide di Attental, madre di uno dei loro conventuali. Soltanto Giovanni di Ursberg, che discendeva dal patriziato di Friburgo, tornò nell'antica sede di Oberried con alcuni confratelli. Sotto il suo priorato e sotto quello di Volkahrt, Giovanni e Rodolfo, suoi parenti, i frati di Oberried, sostenuti da ricche famiglie di Friburgo e dalla nobiltà del luogo, riuscirono ad ottenere terreni e diritti forestali a Thingen, Hofgrund e Buchheim; già prima del 1300, quindi, essi possedevano un notevole dominio fondiario il cui ordinamento giuridico ed economico venne stabilito nel 1296 nel DINGRODEL di Oberried. La sede di Friburgo, la cui chiesa conventuale venne consacrata nel 1288 dal vescovo ausiliario di Costanza, contrariamente alla sua casa madre di Oberried, dipendeva maggiormente dalle elemosine, dai legati e dagli anniversari che affluivano loro abbondantemente grazie agli abitanti della città, tanto più che essi, dalla fine del secolo, si occupavano dei fedeli nella periferia di Schnecken, su incarico del rettore della parrocchia di Muenster. L'aumento del numero di novizi provenienti dalle famiglie agiate della città, consentì ad entrambi i conventi di Breisgau di costruire, già alcuni decenni dopo la fondazione, conventi figli a Mengen e a Klingnau. il 10 febbraio 1282 il balivo, il consiglio e i cittadini della città asburgica di Mengen, donarono loro un podere al di fuori delle mura per la costruzione di un convento, cui essi garantirono tutti i diritti civili del cittadino. Soltanto dopo che la donazione fu perfezionata giuridicamente il 23 luglio 1287, sembra che sia stata intrapresa la costruzione del convento. Gli Asburgo, alla cui "regalis munificentie liberalitas" i Guglielmiti dovettero, in base a quanto riferito dal vescovo di Costanza, la loro sede di Mengen, contribuirono ad essa attraverso la donazione avvenuta nel 1304 della chiesa di S. Martino a Mengen, alla quale seguì nel medesimo anno la cappella, riccamente adornata, di Ruelfingen, proveniente dalla proprietà della nobiltà di Ruelfingen.

A Klingenau i Guglielmiti trovarono in Walter von Klingen, strettamente imparentato con gli Asburgo, un generoso protettore. Il 26 giugno 1269 egli donò loro l'oratorio di Sion con tutti i suoi beni. Per il mantenimento dei conventuali del convento, che doveva essere costruito vicino all'oratorio, davanti alla città, egli destinò loro ogni anno entrate di 10 marchi d'argento, che dovevano loro pervenire da circa trenta poderi situati nel vicino territorio svizzero e del Baden. I due conventi non erano le prime sedi dell'Ordine ad est della Foresta Nera. Già nel 1250 Schwigger di Mindelberg aveva costruito ai Guglielmiti un convento nella fondazione di Augusta nei pressi di Bedernau, ed aveva donato loro la chiesa, la decima ed il mulino del villaggio. Queste entrate erano tuttavia molto scarse. Come risulta da una bolla papale, a causa della loro esiguità, i monaci quasi non riuscivano a dedicarsi alla preghiera corale e a fornire da mangiare e da bere ai fedeli che facevano loro visita. Era evidente che gli Eremiti Agostiniani, ai quali toccò il convento nel 1256, andassero a Mindelheim per poter agire meglio e con maggior sicurezza. Nello stesso anno i Guglielmiti giunsero nella Foresta Bavarese, dove, vicino a Waldmuenchen, con l'aiuto dei signori di Puedmersdorf, cominciarono a costruire un convento in un luogo che nei documenti viene chiamato "Collis Lapidum". La povertà e la inospitalità del luogo furono tuttavia eccessive anche per Guglielmiti pur nella loro modestia: già prima del 1255 andarono a Schoenthal per poter continuare fino al 1263 la vita del loro Ordine in circostanze più favorevoli (fino al 1263). Per gli abitanti del convento di Seemannshausen, secondo convento guglielmita della diocesi di Regensburg, fu più facile. Il decano della cattedrale di Regensburg, Enrico Seemann, dal quale il convento prese il nome, aveva acquistato il castello di Poellingkofen dai conti di Leonsberg e nel 1255 lo aveva trasformato in un convento guglielmita al quale aveva donato molti HUFEN [antica misura terriera] del patrimonio di famiglia e al quale seppe ottenere privilegi spirituali e temporali. Entrambi i conventi sorti nella diocesi di Regensburg furono per i Guglielmiti una tappa del cammino verso la Boemia, dove eressero i monasteri di Stockau (Pivonka) e di Ostrov. Il convento "Vallis S. Joannis de Bivonia", situato ad est dell'avvallamento di Furth vicino a Taus, e menzionato per la prima volta nel 1266, secondo la tradizione non fu fondato solo all'arrivo dei Guglielmiti. Una tradizione documentata a partire dal XV secolo fa risalire la sua fondazione al duca Bratislao III, che dopo il 1040 deve aver eretto la chiesa ed il convento per invocare sul luogo della sua vittoria su Enrico III la salvezza delle anime dei caduti. La leggenda celebra come uno dei primi abitanti del convento consacrato, secondo quel che si dice, dal vescovo Severo di Praga, un santo eremita di nome Coloman, cui deve essersi ispirata la "Vita" del famoso patrono dei pellegrini scritta nel XII secolo, che colloca il suo martirio a Stockerau, nell'Austria inferiore. Il secondo convento boemo, quello di Ostrov, presso Beraun, nella Boemia centrale, era una nuova fondazione, la cui realizzazione viene celebrata anche dalla leggenda. Nel 1260, alla vigilia della battaglia di Kroissenbrunn, Ulrico Lepus di Hasenburg sembra abbia lodato la costruzione del convento, e nel 1262 sembra abbia dato inizio ad essa con l'aiuto del re di Boemia e con l'approvazione del vescovo di Praga Giovanni von Drasic. Il luogo per il convento, arredato "maximis opibus", e che nel 1263 in presenza di molti proprietari terrieri boemi fu benedetto dal vescovo di Praga, fu stabilito, secondo la leggenda, dalla Madonna stessa.

Ella apparve al fondatore e gli indicò il luogo in cui desiderava essere venerata dai Guglielmiti. Ancor prima del 1256 - non si sa esattamente quando - i Guglielmiti giunsero a Kaertnen. A Voelkermarkt, nel territorio dell'abbazia di S. Paolo nel Lavantal, essi intrapresero in un periodo non esattamente individuabile, la costruzione di un convento, appoggiati dal duca Ulrico III di Kaertnen che donò loro alcuni beni/terreni. Ben presto, tuttavia, lo sviluppo di questo nuovo convento venne modificato. In seguito all'unione disposta nel 1256, i Guglielmiti si unirono agli Eremiti Agostiniani, che sostennero con grande energia l'edificazione del convento da loro avviata. La stessa sorte dei Guglielmiti di Kaertnen toccò fondamentalmente ai loro confratelli che nel medesimo periodo avevano cominciato a costruire i loro monasteri in Ungheria, Pomerania e Brandeburgo. Nella maggior parte dei casi si viene a conoscenza della loro esistenza soltanto grazie alla Bolla "Ea quae iudicio", con la quale Clemente IV, dopo la fusione del 1256, chiarì le questioni sollevate. Nella tradizione dei conventi divenuti successivamente agostiniani, la breve appartenenza all'Ordine Guglielmita ha lasciato tracce dietro di sè soltanto in casi rari. I Guglielmiti ungheresi, di cui alla fine del XIII secolo nella cronaca rimata austriaca ancora si parla, avevano fondato un convento a Saros prima del 1256. Dopo il trasferimento all'Ordine agostiniano, nei documenti del convento si trova ancora il tipico titolo: "Ordo fratrum Villermitarum Sancti Augustini de claustro St. Stanizlay de Sarus". Solo più tardi si conosce dalla tradizione il nome del secondo convento guglielmita ungherese, quello di Komar. Come per Saros, non si conoscono nè il fondatore, nè il periodo di fondazione. Si può soltanto presumere che il primo cardinale protettore dell'Ordine, Stefano d'Ungheria, già prima della sua nomina a cardinale, abbia sostenuto i Guglielmiti, essendo egli stato, quale arcivescovo di Gran, nelle condizioni di farlo.

Il convento Vallis S. Wilhelmi a Stettino, il convento dell'Ordine situato più lontano ad est, oltre al convento a Lippene, nella marca di Brandeburgo, fu menzionato per la prima ed ultima volta come convento guglielmita il 2 luglio 1253 in un atto di compravendita; le sue tradizioni sembra siano state portate avanti dagli Eremiti Agostiniani, che nel 1290 edificarono un monastero a Gartz a.O.. Il convento brandeburghese di Lippene venne citato nel 1266 nella bolla "Ea quae iudicio" di Clemente IV. La prima menzione significa contemporaneamente il definitivo ingresso nell'Ordine degli Eremiti Agostiniani. La sua storia successiva all'interno di quest'Ordine non è sconosciuta; sconosciute sono tuttavia le origini, come del resto accade per l'unico convento pomerano dei Guglielmiti. La storia del monastero di Weissenborn, sorto nello stesso periodo in Turingia, e che verso la fine del XIII secolo e all'inizio del XIV giunse a capo di una famiglia di conventi molto ramificata, si svolse in maniera di gran lunga più continuativa rispetto a quella dei monasteri della Germania orientale e dell'Ungheria. Il suo fondatore, il prevosto del convento delle suore agostiniane di Creuzburg, nei pressi di Eisenach, acquistò nel 1253 da feudatari dei margravi di Meissen la "villa" Weissenborn per la fondazione di un monastero per 13 persone dell'Ordine. I sei Guglielmiti che andarono ad abitare il convento provenivano da Bernardfagne. Già prima del loro arrivo, alcuni dei confratelli avevano tentato di fondare un convento a Weissenborn. Scandali e difficoltà a noi sconosciute avevano tuttavia fatto fallire questo tentativo, obbligando così i nuovi arrivati a "ristabilire la reputazione danneggiata del luogo e dell'Ordine", come risulta dall'atto di donazione. I Guglielmiti si sottoposero a questa prova con grande successo; non soltanto portarono il loro convento ad una fioritura spirituale e materiale, ma ben presto furono in grado di soddisfare i desideri dell'alta e della piccola aristocrazia, e di fondare dei conventi affiliati in Turingia, Meissen ed Assia. Da Weissenborn, essi giunsero fra il 1262 ed il 1280 a Weissensee i. Thuer, per occuparsi, su richiesta dei cittadini, di un lebbrosario per il quale il langravio Albrecht di Turingia si era procurato l'autorizzazione dell'arcivescovo di Magonza. Il 2 dicembre 1291 Enrico d'Assia acconsentì all'insediamento dei Guglielmiti a Witzenhausen, dove essi presero un convento vicino alla chiesa di S. Nicola, avuto per breve tempo dalle monache cistercensi di Anrode.

Con l'aiuto del langravio, dell'aristocrazia del luogo - fra cui i signori di Hanstein, Boyneburg e Urslar-Gleichen - e dei borghesi più abbienti della piccola cittadina, il convento ebbe un grande sviluppo che gli procurò un benessere che solo raramente fu possibile riscontrare nei monasteri guglielmiti. Fra il 1282 ed il 1288 alcuni di loro andarono a Sinnershausen, dove Goffredo di Unterkatz ed il suo feudatario Bertoldo di Henneberg resero possibile l'edificazione del convento "Vallis Rosarum". Alcuni anni più tardi, nel 1299, Bertoldo donò loro il diritto di patronato sulla parrocchia di Wasungen, dove essi all'inizio del secolo costruirono un monastero. All'inizio del XIV secolo, li si trova a Muelversted, dove il signore di Salza li aveva chiamati. Nel 1331 Enrico di Orlamuende li invitò ad erigere un monastero nella sua città, il "novum forum" Orlamuende, presso la chiesa di S. Giacomo, ed essi lo fecero in breve tempo con l'aiuto dei conti di Orlamuende e dei signori di Eichenberg. Attorno al 1396 il conte Ernesto di Gleichen, la cui famiglia si era già resa benemerita nei confronti degli eremiti di Witzenhausen, con l'approvazione dell'arcivescovo di Magonza donò all'Ordine la cappella della Deposizione nei pascoli vicino a Graefentonna, per l'edificazione di un convento che, come il provinciale dell'Ordine ammise, doveva essere costruito secondo il volere del fondatore. Ernesto di Gleichen e suo figlio, che aveva il medesimo nome, nel 1405 trasferirono al piccolo convento, mai giunto ad avere una particolare importanza, il patronato delle parrocchie di Osttonna e di Graefentonna, consentendo così loro di diventare indipendenti. A parte piccole differenze, per tutte le case qui menzionate valse quanto disse il vescovo Otto di Wuerzburg nel 1337 del convento guglielmita di Wasungen: "habet reditus tenues et exiles immo severa premitur onere paupertatis". I Guglielmiti della Germania centrale, infatti, condussero una vita modesta.

I redditi derivanti dai pochi MANSEN di terreno agricolo, le decime e le elemosine solo di rado erano sufficienti al mantenimento dei conventuali, cosicchè nei loro documenti le lamentele circa la povertà e lo stato di bisogno non cessarono sostanzialmente mai.