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EREMITI DI SAN GUGLIELMO

Guglielmo di Malavalle in un dipinto palermitano

Guglielmo di Malavalle (dipinto palermitano)

 

 

GLI EREMITI DI SAN GUGLIELMO

 

 

 

La prima congregazione eremitica, di cui parla la bolla "Licet Ecclesia", ebbe origine verso il 1158 vicino al sepolcro di San Guglielmo di Malavalle ad opera dei suoi discepoli. Poco si conosce di questo santo eremita: è certo però che era nato in Francia, che andò pellegrinando come penitente verso molti santuari e che, al ritorno da un viaggio in Terrasanta, trovò un luogo solitario in Toscana nel quale terminare i suoi giorni in dura penitenza. Scelse la solitudine di Malavalle, vicino a Castiglion della Pescaia in provincia di Grosseto, dove passò gli ultimi anni della sua esistenza nella preghiera, nel silenzio, nel digiuno e nella penitenza fino al 1157, quando passò a miglior vita.

Non fondò un Ordine religioso nè scrisse una Regola; ma ben presto si ebbero l'uno e l'altra per merito di colui che si autodefinisce il "suo servo" Alberto, che lo ebbe in cura negli ultimi mesi e compose quelle che presto si intitolarono "Consuetudines" e "Regula sancti Guillelmi".

Il suo sepolcro fu presto mèta di molti devoti pellegrini provenienti dalla Toscana, dal Lazio e dall'Umbria, alcuni dei quali restavano a Malavalle per imitare la vita eremitica e penitente di colui che veneravano come santo protettore. Il suo culto crebbe fino ad essere approvato dal papa Alessandro III fra il 1174 e il 1181, ed ebbe nuovo impulso quando fu confermato da Innocenzo III nel 1202. Con la devozione al santo eremita aumentarono le fondazioni dei suoi discepoli, che si estesero prima in Toscana, poi nel Lazio e nella Marca di Ancona, valicando le Alpi con il nome di "Ordine di S. Guglielmo" nel 1244.

Quando quindici anni dopo furono chiamati a far parte dell'Ordine agostiniano, avevano già vari conventi nel nord della Francia, nell'attuale Belgio, nella Boemia e nell'Ungheria. Gli agostiniani hanno sempre considerato S. Guglielmo da Malavalle come membro del proprio Ordine, dato che il suo nome è tra i pochi santi che figurano nei loro calendari e nei libri liturgici medioevali. Dal 1290 fino all'ultima riforma liturgica la sua memoria si celebrava il 10 febbraio: adesso gli agostiniani lo venerano - assieme al beato Giovanni Bono - il 16 ottobre.