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VICARI GENERALI: PAOLO CAMILLO DI CREMA

Agostino insegna ai suoi monaci in una miniatura medioevale

Agostino "summum vas scientiae

insegna ai suoi monaci

 

 

CXXXI° VICARIO GENERALE

PAOLO CAMILLO DI CREMA

(1581)

 

 

 

Non fu questi inferiore al merito di qualunque altro de suoi tempi per conseguir il posto della suprema dignità, et dal puoco che di lui per mancanza di relationi potiam dire, ben è lecito argomentarne il molto, che si tace, et che maggiormente potrebbe le degne qualità di questo Padre illustrare.

[Pag. 353] Nacque egli in Crema della fameglia Guidoni, et entrato in Religione toccò tutti i gradi dell'honore per poi, come seguì, gionger alla sommità della gloria; onde lo troveremo Predicatore, Lettore, Priore, Visitatore, Deffinitore, Procuratore Generale, et per corona delle sue illustri virtù nel capitolo di Bozzolo 1581 et in quello di Crema 1586 Vicario Generale. Per diffesa de privilegi della Congregatione sparse sudori, e posso dire, sudori di sangue, havendo in Roma mostrata la faccia, et adoprata la penna contro chi pretendeva abusarne la stima; et con l'occasione del governo delle Monache, da cui era stata la Congregatione, come tanto bramava, per benignità Apostolica liberata, sendo molti litigi, contrasti, oppositioni, difficoltà, et controversie risorte, tale fu et tanta la prudenza, destrezza, diligenza, et sapere di Paolo Camillo, che tutte felicemente sopì, et in stato ridusse la Congregatione, per questo capo di perfettissima quiete. Non hebbe l'Altezza di Mantova Teologo più stimato, caro, et amato del Guidoni, et essercitando in quella Città la carica di revisore de Libri, in tempo che colà fu Priore, et di Consultore del S. Officio, s'aprì in mille occasioni la porta al publico credito, che poi l'accompagnò fin al sepolcro. Nell'osservanza della Regola non hebbe pari, così zelante della regolar disciplina, che i Monasteri alla sua cura consegnati l'albergo sembravano della stessa Riforma, in essi fiorendo, et manifestandosi tutta vigorosa quell'osservanza, che già professavano i primi Padri della Congregatione. Al solo girar d'un occhio vedeva Paolo Camillo a suoi piedi l'obbedienza essattissima de suoi religiosi prostrata; nè la vanità de gl'habiti, tonsura, discorsi, o altre estrinseche dimostranze osava sotto le pupille del Guidoni comparire, che in un tratto fulminata veniva, et perpetuamente relegata. A questo degno Padre vien l'acquisto attribuito d'un altro Paolo Camillo, che fu poi dell'osservanza nostra luminoso fanale, dico Paolo Camillo Cadamosti da Lodi, che dal Guidoni havendo l'anno 1587, 6 Aprile nel Convento di Crema l'habito, et il nome ricevuto, ne riportò con il nome perpetua inchinatione alla virtù,

[Pag. 354] per cui si rese all'Università tutta de letterati d'Italia segnalato. Morì il nostro Paolo Camillo nel Monastero di Mantova verso la fine del 1587, ove essendo destinato Priore colto dalla morte riposò nel Signore.