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VICARI GENERALI: MAURITIO D'OCHIEPPO

Agostino insegna ai suoi monaci in una miniatura medioevale

Agostino "summum vas scientiae

insegna ai suoi monaci

 

 

CXLVII° VICARIO GENERALE

MAURITIO D'OCHIEPPO

(1599)

 

 

 

[Pag. 389] Fu questo della fameglia Borrini nato in Ochieppo territorio di Biella, che passato dalle scienze minori alle maggiori, et indi dal Secolo alla Religione, se in quelle con ali d'Angelo impennò il volo alla sommità dell'intelligenza, in questa con cuore di Serafino si manifestò d'ardor celeste infiammato, perciò specchio divenuto di tutti i buoni Religiosi,

[Pag. 390] l'essemplare di tutti i buoni Priori, l'Idea di tutti i buoni Prelati. Con la lettura delle scienze aprì in Congregatione una miniera più di gemme dovitiosa, che le maremme dell'Eritreo, nella quale entrando la Gioventù ricca pienamente si usciva de più pregiati arredi delle Dottrine. Il famoso Aurelio Corbellini d'haver da sì nobil fonte l'acque assorbito del sapere più si pregiava, che dello stesso possesso d'una sublime cognitione, che lo rese all'Italia tutta un vivo Sole d'intelligenza. Ne Pulpiti Mauritio scoprì quanto potesse una lingua d'oro provata nel fuoco della charità. L'udirno una Quaresima nella Catedrale di Torino Emanuele Filiberto Duca di Savoia, et Girolamo della Rovere Arcivescovo con tanta consolatione loro, che per la seconda volta vollero assicurare le proprie sodisfattioni con l'impegnar Mauritio di parola per un'altro Quaresimale, non essendo egli di quei Predicatori, che satiano degl'Ascoltanti le voglie, ma di quelli che nel sagro calice della divina parola a cuori porgono con la bevanda la sete per non mai essere di sì degna bevanda satolli. Governò molti de principali Monasteri della Congregatione, ornò di fabriche quelli di Vercelli, et Biella, quivi in specie havendo nobilissimo edificio eretto, che in sommo lo rendè riguardevole. Fu sempre de Virtuosi vero Mecenate, che amò con sincero cuore, accolse con sviscerato affetto, beneficò con generosa mano. Nell'osservanza regolare a niuno si scoprì inferiore, a più zelanti eguale, a moltissimi superiore. In età molto avanzata s'avanzò sopra gl'altri eletto con consenso universale nel Capitolo di Viadana dell'anno 1599, Generale Vicario. Nella visita di Roma andato al bacio de piedi del Pontefice, fu dal suono delle voci conosciuto da questi la finezza del zelo, et regolar disciplina del Borrini, onde longo tempo in familiari discorsi lo trattenne, e mostrò a più d'un contrasegno, anco con invidia de più favoriti, haverlo ammesso al numero de suoi cari per sempre renderlo a parte de Pontificij favori. Li sospetti del Contaggio li vietorno l'entrar alla visita del Piemonte, onde poi l'anno seguente con l'auttorità

[Pag. 391] del sucessore Hippolito vi si portò, quivi fatta una congregatione de Priori co' quali si stabilirno varij ordini per il buon governo della Provincia. La sua uscita dall'officio l'anno 1600, fu dalla vena poetica del Corbellini con ventiquattro Madrigali accompaganata. Ma l'uscita dal Mondo che seguì in Biella l'anno 1602, venne dal seguente epitaffio posto alla sua tomba honorata: Oculos verte animum adverte Viator Mauritius Borrinus Ocleppensis Praedicator Prior Vic. Generalis Dei S. Pietri Religionis Cor Manus Ingenium Qui Vercellis Bugellae Congregationi Adfuit Praefuit Profuit non obijt Abijt ut habeat Pro Terra Coelum Fratribus Angelos Dignitatibus Deum hic Ossa illic Spiritum Gloria undique Tu lubens, et lugens Palmas Rosas ac Lachrymas Afferto Offerto Fundito Vale et Vade.