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VICARI GENERALI: GIOVANNI PAOLO DI FERRARA

Agostino insegna ai suoi monaci in una miniatura medioevale

Agostino "summum vas scientiae

insegna ai suoi monaci

 

 

CLIV° VICARIO GENERALE

GIOVANNI PAOLO DI FERRARA

(1606)

 

 

 

[Pag. 413] Uscito Giovanni Paolo alla luce delle stelle l'anno 1553, dalla famiglia Ravalli Ferrarese, et all'uso pervenuto della ragione si conobbe obligato rendersi con l'aquisto delle scienze del suo Dio imitatore, onde con tanta franchezza nella carriera de studij si pose, che pria d'esser alla pubertà arrivato, gionto si trovò alla meta delle filosofiche notitie,

[Pag. 414] havendo in quell'età publiche conclusioni sostenuto di Filosofia con singolar maraviglia di tutta la Città. Fatto d'Aristotele seguace fissò l'occhio delle dottrine di Platone, et sembrandoli che molto più del Discepolo alla verità il Maestro s'avvicinasse, lasciato il Peripato entrò nell' Accademo con tal applicatione datosi a studij di quel gran Filosofo, ch'in breve tempo uno de più insigni Platonici divenne, che mai la stessa Grecia, non che l'Italia vedesse. Reso di Platone amico s'addomesticò con Euclide, et Tolomeo, e non pago goder di tanti Sapienti la famigliaritade fu visto di frequente trattar con Apollo di Medicina, dicorrer con Baldo de digesti, scherzar con le Muse in poesie, duellar con Tacito per la Politica; creduto veramente il Ravalli Huomo Universale, ma nell'Universalità singulare, perché di tutte le accennate facoltadi così perfetto possessore divenne, come s'all'aquisto d'una sola havesse ogni sua potenza applicato. Entrato in Religione aggionse a si pretiose gemme il luminoso carbonchio della Theologia per cui salì a tal apice d'eccellenza, ch'i primi Prencipi d'Italia, et Cardinali si gloriavano poterli il titolo darli di loro Teologo; onde osò in Ferrara a publica disputa di tre giorni quest'eminentissima conclisione esporre. Quaecumque de Sanctiss. Trinitate disputavit Aegidius Romanus veritati consona sunt. A quibus non discrepant quae de eadem Gregorius Arimensis, Thomas de Argentina, et Alphonsus Toletanus literis monumentisque consignarunt. Lesse nella Cathedrale della Patria sua alcuni anni la Scrittura sagra, come pur in Congregatione cangiò con celeste chimica il piombo de più rozzi ingegni in oro finissimo d'intelligenza, et sapere. Anco nelle Mecaniche come in fabricar horologi, specchi prodigiosi, canocchiali, musicali stromenti da fiato, da braccio, da mano, e da gamba, et somiglianti arredi caminò il Ravalli con più periti, et celebri della professione; così compiacendosi framischiar all'hore de studij maggiori mecaniche recreationi, non meno da queste, che da quegli mercando applausi,

[Pag. 415] et riportando encomij. Vediamo del suo alle stampe questi eruditissimi libri. Pinax. Humanae vitae descriptio, sive de tribus humanarum actionum Rectoribus iuxta Platonem, qui meditatione hac in tabulam Cebetis explicantur etc., 1585. Phoenix in Lactantij Firmiani carmina de Phoenice Rhapsadia. In quest'ultimo a maraviglia bene in Paradiso terrestre, dell'origine dell'anima nostra, del furore divino, poetico, misteriale, profetico, et amatorio della felicità discorrendo con la spiegatione di bellissime allegorie, et vaghissimi misteri. Varie cariche per la sua Congrgatione di Priore, Procurator Generale, Visitatore, Deffinitore con molto decoro essercitò, et nel Capitolo di Ferrara 1606, alla superiorità maggiore con piena sodisfattione di tutti felicemente pervenne. Fu Prelato di bellissimo aspetto, di proceder manieroso, di favellar amabile, di tenacissima memoria, et d'intelligenza celeste. Morì apopletico nel giorno di S. Andrea dell'anno 1609, e con tal inscrittione hebbe nella sua Chiesa di Ferrara, ov'era Priore, la sepoltura. Frater Ioannes Paulus Ravalius Ferrariensis post palmam inter litteratos, dignitateque fulgentes suae Congregationis assecutam, eiusdem Prior, hic omnium dolore apopleticus obijt die Sancti Andreae anno M.DC.IX, Aetatis annorum LVI.