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VICARI GENERALI: MICHEL'ANGELO DI GENOVA

Agostino insegna ai suoi monaci in una miniatura medioevale

Agostino "summum vas scientiae

insegna ai suoi monaci

 

 

CLXXIII° VICARIO GENERALE

MICHEL'ANGELO DI GENOVA

(1634-1636)

 

 

 

[Pag. 463] Della fameglia Peri, et della stirpe medesima, dalla quale uscì già ad illustrar la Congregatione quel Ven. Servo di Dio Benigno di Genova, che tante volte fu capo dell'osservanza, et illustrò con la Santità de costumi tutta l'Agostiniana Religione, trasse la prima luce Michel Angelo nella Città di Genova l'anno del Signore 1584, giovinetto

[Pag. 464] prese l'habito della Congregatione, ma non lo prese per star in otio, qualhor datosi a sagrij studij, non mancò ad alcuna di quelle parti, che lo potessero far credere virtuoso, dotto, et erudito. Fra condiscepoli portò sempre la palma dell'intelligenza, e dir costumava scherzando il Maestro, che se i suoi scolari tutti fossero come Michel Angelo, non havrebbe la scuola sua alla Sorbona di Parigi invidiato, ove non entrano che Theologi consumati, et di prima Classe. Lesse alcuni anni le scienze, et salito su pergami si fece da chi una volta l'udiva altre volte desiderare, in ogni luogo lasciando della virtù sua così odorosa fragranza di credito, che a sè traheva gl'affetti di tutti al novamente bramarlo, et ricercarlo. Per regger Monasteri hebbe la vera regola del buon governo, et vantando nelle Civili operationi oculato giudicio, giudiciosa prudenza, prudente accortezza, accorta circonspettione, et circonspetta providenza venne a preconizarsi per uno de migliori Economi, tanto nello spirituale, quanto nel temporale, che la Congregatione vedesse. Le fu l'anno 1624, conferita dal publico la carica di Compagno, in cui per sei continuati anni servì così egregiamente la Congregatione, che nel 1630, fu al grado di Visitatore portato, et successivamente nel 1632, a quello di General Procuratore, et ciò con tanta sodisfattione di tutti, et decoro dell'osservanza; che meritò nel susseguente Capitolo 1634, all'auge salire dell'honor supremo, creato a pieni voti Vicario Generale, et Capo benemerito della Congregatione. Non spirò il biennio del buon Prelato, che Urbano VIII, Sommo Pontefice stimò bene havesse un altr'anno a continuare, onde speditone il Breve pretese non solo accrescer al merito di Michel Angelo i guiderdoni, che la Congregatione nel Governo di sì degno Superiore felicitare. Fu de Monasteri della Patria sua segnalato Benefattore, havendo anco col beneplacito de maggiori, l'anno 1641, che a punto fu l'ultimo di sua vita, lo spoglio suo non tanto di dinari, quanto d'ogn'altra cosa alli Monasteri della Cella, et S. Giacomo di Genova, et S. Agostino di Savona ripartito;

[Pag. 465] onde poi memori i Padri, et grati dell'insigne beneficio con perpetue memorie la munificenza espressero d'un tanto Beneffattore, che ne cuori loro doveva a caratteri eterni esser scolpito. Fu Prelato di singolar affabilità, et cortesia, da tutti generalmente amato, che dopo esser stato gl'anni 1637 et 1638, al governo del Monastero di Roma, tornato in Patria in età di 58 anni, alli 21 Ottobre 1641, finì di vivere. Restano di lui nel Convento della Cella di Genova queste memorie: Adm. Rev. P. Michaelem Angelum Pirum. De Genua / Qui Dignitates rite promeritas virtutibus exornavit / Corda suaviter illecta comitate devixit / Patriae Caenobia impense dilecta benificentia auxit / Perenni, Grataque memoria dignum / Vel hic positus pro cunctis lapis acclamat / Ob. anno MDCXXXI. zij. Cal. November.