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VICARI GENERALI: GIROLAMO DI SAVIGLIANO

Agostino insegna ai suoi monaci in una miniatura medioevale

Agostino "summum vas scientiae

insegna ai suoi monaci

 

 

CLXXXVI° VICARIO GENERALE

GIROLAMO DI SAVIGLIANO

(1664-1666)

 

 

 

[Pag. 519] Siamo al passato ultimamente Vicario Generale nel Capitolo di Roma a voti concordi, et con publica sodisfattione eletto; che tratta havendo da nobil parenti l'origine, fa pur nell'attioni spiccare l'ingenuità de suoi natali, et nella chiarezza delle operationi quella del sangue. Savigliano luogo celebre nel Piemonte le fu Patria, il Presidente

[Pag. 520] Conte Alessandro Muratore le fu Padre, et Genitrice Leonetta Orsini de Conti di Rivalta l'anno 1597. Entrato giovinetto nella religione l'anno 1611, si fece nel progresso de studij conoscer d'ingegno provetto; et havendo sortito in Maestro delle scienze il P. Paolo Emilio Ropoli d'Invrea, Padre di gran letteratura sagra, et profana, Lattina, et volgare, ne tracopiò sì perfettamente l'intelligenza, che fu creduto del suo Lettore un compitissimo ideato. Terminò la carriera de studij con l'honorevolezza lettorale, indi obligato all'attual lettura d'un virtuoso drapello di giovani, così egregiamente per il sentiero del sapere li condusse, che meritò vederli non solo a lui nel grado Lettorale uguali, ma nel credito della virtù de primi della Congregatione, in essi ogn'uno celebrando la direttione, et disciplina di Girolamo, ch'aveva novello Prometeo si fatti simulacri illustrato. Lo viddero perciò le catthedre, et i circoli molte, et molte volte con la spada dell'intelligenza farsi largo nella publica stima; ancorchè qui non si fermassero di Girolamo gl'honori havendo con non inferior lode salito i Pergami, et con Apostolica eloquenza accresciuti i splendori della propria cognitione. Per la Congregatione, et suoi Monasteri non risparmiò stenti, fatiche, et sudori, in specie per la ricuperatione del Convento di S. Nicola di Brou in Francia, ove personalmente si trasferì, havendo di più per un anno intiero un Religioso in Parigi mantenuto, che co 'favori dell'Altezza Reale di Savoia appresso la Maestà Christianissima procurati, meritò vedere quel Monastero alla Congregatione restituito, che l'altrui avidità haveva usurpato. Nella suppressione dei due Monasteri di Cavor, e Bargi non perdono a se stesso, perché restassero, come poi rimasero in balia della Congregatione; et per mantenere quello di Fossano da puoco ammorevoli minacciato, et insidiato per tre volte scoprì petto di bronzo al ribatter i colpi de gl'avversarij pronto, et disposto, et con l'assistenza del Cielo superate le oppositioni, ad onta dell'invidia, ne riportò le vittorie. Ancor non cessano le pareti del Convento d'Invrea

[Pag. 521] di celebrar di Girolamo la singolar providenza, che ne tempi difficilissimi delle guerre civili del Piemonte, assediata quella Città, et devastata la campagna, et persi li raccolti seppe in tali forme provedere a publici bisogni della casa, che in vece di debiti lasciò moltiplicati a successori i crediti, seminando di sua persona per la Città sì degno concetto, che il Prencipe Tomaso, Vescovo, et Signori del governo pretesero con ogni sforzo in pregiudicio della stessa obedienza, ch'altrove lo chiamava, fermarlo alla continuatione di quel Priorato, che di sicuro havrebbe rattenuto, quando i bisogni maggiori del suo Monastero di Savigliano per le guerre desolato, non l'havessero obligato a quel governo. E dobbiam credere fosse di questo Convento singolar sfortuna l'esser stato in detto tempo il Muratore assente; bastevole il credito di sua persona al fermar la corrente militare, che poi lo devastò, benchè anco fra le rovine non cessi Girolamo far spiccare la sua diligenza, et liberalità, havendolo di nuovo a nostri tempi reso habitabile con nuove fabriche, et reparationi, et con ferma speranza ch'averlo a vedere fra puochi anni nel pristino splendore, et bellezza restituito. Oltre varie Prioranze da Girolamo degnamente maneggiate hebbe pur l'impiego di Visitatore, più volte entrò fra Deffinitori, essercitò la carica di Presidente, et con la Vicegerenza di tutti li Conventi del Piemonte per anni trenta in circa sostenuta, diè a vedere alla Congregatione nulla in lui potersi desiderare, che per sollevarlo alla dignità suprema si stimasse necessario. Così l'anno predetto 1664, convocato in Roma il Capitolo Generale lo vedesimo uscire Vicario Generale nel cui officio con pari giustitia, zelo, affabilità, cortesia, et prudenza la Congregatione governando ha in uno saputo reggere, e della nostra Republica lo scettro, et de cuori l'impero. Per lo spatio di quattro anni ha questo Prelato maneggiato con l'auttorità suprema gl'affari publici, confermato nel quarto con decreto della Santa Sede; dopo quali deposta nel Capitolo di Vercelli la carica della superiorità generale, hor con il governo della Provincia del Piemonte gode la quiete della Patria in risarcimento delle tolerate fatiche.