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stefania spinelli: il cardinale protettore annibaldi (1200-1276)

 Particolare della tomba attribuita all'Annibaldi

Particolare della tomba

del card. Riccardo Annibaldi

 

 

 

IL CARDINALE PROTETTORE RICCARDI ANNIBALDI (1200-1276)

di Stefania Spinelli

 

 

L'ordine di S. Agostino e il Cardinale Riccardo Annibaldi

 

Quest'anno si celebrano i 750 anni di fondazione dell'Ordine agostiniano. L'ordine è stato costituito dalla Santa Sede ma, colui che riunì e plasmò congregazioni così eterogenee, fu il cardinale Riccardo Annibaldi. E' di lui che questa sera cercheremo di delineare la figura. Compito non facile, infatti gli archivi della famiglia Annibaldi sono andati distrutti ed i particolari sulla vita del cardinale Riccardo possono essere dedotti unicamente dalle testimonianze sparse nei documenti di quel periodo. Prima di parlare di Annibaldi, vorremmo però ricordare brevemente gli sviluppi del monachesimo di S. Agostino antecedenti alla costituzione dell'ordine vero e proprio.

 

 

Il Monachesimo di S. Agostino

 

Le primissime tracce della tradizione monastica abbracciata dagli Eremiti nel 1244 le possiamo ritrovare subito dopo la conversione di Agostino a Milano, quando questi ed alcuni suoi amici fecero ritorno alla nativa Tagaste, si liberarono dei loro beni e iniziarono una vita di preghiera e di studio come "servi di Dio". Ordinato sacerdote nel 391, Agostino ottenne un orto ad Ippona per costruirvi un monastero per la sua comunità laica. Successivamente scrisse una regola per i suoi fratelli, ispirandosi alla comunità cristiana di Gerusalemme: "Prima di qualsiasi altra cosa, vivete insieme con un cuore solo e un'anima sola, protesi verso Dio" (1,2). Nominato vescovo di Ippona, pur scegliendo di abitare nella sua residenza episcopale, continuò a vivere la vita comune insieme al suo clero. Successivamente la fondazione in città di un monastero femminile mise in evidenza le tre forme di vita religiosa agostiniana: maschile, di laici e chierici, e femminile.L'ideale agostiniano si estese ad altre parti dell'Africa. Numerosi monaci vennero ordinati vescovi e diffusero così la vita religiosa in altre chiese locali. Nell' Africa del V secolo i monasteri di ispirazione agostiniana erano circa trentacinque. Tra il 430 ed il 570 questo stile di vita venne fatto conoscere in Europa dai monaci e dai sacerdoti che fuggivano per sottrarsi alle persecuzioni dei Vandali. Intorno al 440, Quodvultdeus da Cartagine si stabilì in Italia, nelle vicinanze di Napoli. Nel 502, San Fulgenzio da Ruspe arrivò in Sardegna. Donato e settanta monaci lo divulgarono nella Spagna meridionale intorno al 570, ed alcuni monaci probabilmente raggiunsero anche la Francia. La copiosità dei codici antichi contenenti la regola di S. Agostino mostra il costante interesse che la stessa suscitò in epoca medievale. Malgrado ciò, per oltre tre secoli, venne messa in ombra da altre regole, in particolare da quella di S. Benedetto. La regola agostiniana ricompare in pratica nell'Europa dell'XI secolo come base per la riforma di monasteri e capitoli cattedrali. Venne adottata dai Canonici Regolari di San Vittore a Parigi, dai Premostratensi e dai Canonici Lateranensi.

 

 

Il cardinale Riccardo Annibaldi

 

Riccardo Annibaldi era stato nominato da Papa Gregorio IX cardinale diacono di Sant'Angelo in Peschiera all'inizio del 1237. Da quella data egli fu al servizio di nove papi, guidando la politica della Santa Sede fio alla morte, avvenuta nel 1276 circa. Due anni dopo la sua elevazione Riccardo prestò i suoi servigi come rettore di Campagna e Marittima, due province papali a sud di Roma. Il rettorato consisteva in una supervisione generale del territorio, nella riscossione delle tasse, nella mobilitazione delle truppe in caso di guerra e nel potere giudiziario di seconda istanza. Quest'incarico del Cardinale Annibaldi è citato in un numero esiguo di documenti, tuttavia durante il suo rettorato egli dovette affrontare non pochi problemi. Le continue guerre particolari tra città e città, di baroni contro baroni, di città e comunità contro gli abusi dei nobili sulle loro libertà. Egli prese sicuramente parte alla riunione di cardinali che, il giorno di Pentecoste del 1239 decisero di scomunicare l'imperatore Federico II. Lo vediamo poi protagonista nella fondazione dell'Ordine agostiniano. Infatti il 16 dicembre 1243 papa Innocenzo IV promulgò le bolle Incumbit nobis e Praesentium vobis nelle quali appare per la prima volta la sua presenza nei fatti che riguardano l'Ordine. La bolla Praesentium vobis espone le modalità con cui doveva essere operata l'unione.

L'Incumbit Nobis è la carta di fondazione dell'Ordine. Il Papa espone le decisioni che ha ritenuto opportuno prendere a loro riguardo, dopo essersi convenientemente informato mediante una diligente relazione di Fratello Stefano e di altri tre eremiti sopra il genere di vita che essi conducevano. Egli giustifica il suo modo di fare e il suo intervento, dichiarando che gli compete di agire in questo modo a motivo del suo ufficio pastorale e delle esigenze ad esso connesse, tra cui quella di impiantare la religione o forme di vita religiosa e di favorire quella che sia già impiantata, come pure di confermare tutti e ciascuno nel proprio santo proposito, per evitare che essi vengano meno o si intiepidiscano. Per questo, non volendo che i suddetti eremiti « vaghino senza pastore come pecore sperdute tra le orme dei greggi », ordina che, per conformarsi tutti a un medesimo genere di vita regolare, prendano la Regola e l'ordine di vita di s. Agostino e che professino di vivere in seguito secondo tale ordine o forma di vita, col quale non dovevano essere in contraddizione le osservanze o costituzioni che essi stessi dovevano poi elaborarsi. Inoltre, dovevano provvedersi, mediante elezione canonica, di un priore generale. Se fossero sorte difficoltà, avrebbero dovuto far ricorso al cardinale Riccardo degli Annibaldi, al quale il Papa aveva dato l'incarico di correttore e provvisore (giudice) di tutti loro, in altre parole "Cardinale Protettore dell'Ordine". Questa figura si deve a San Francesco d'Assisi il quale, nel 1220, chiese ed ottenne da papa Onorio III la nomina del cardinale Ugolino da Segni (futuro Gregorio IX) come "pastore" del movimento francescano, perché lo assistesse col suo aiuto e la sua guida e fosse il suo patrocinatore presso il Papa e la Curia. Era una indicazione chiara sulle intenzioni della Santa Sede nei confronti del nuovo Ordine agostiniano. Nel marzo dell'anno successivo, 1244, gli eremiti celebrarono un capitolo di fondazione a Roma, sotto la guida del cardinale Riccardo degli Annibaldi e con l'assistenza di due Cistercensi. Ebbe così inizio la storia dell'Ordine di S. Agostino.

Il papa ordinò agli eremiti toscani di eleggersi un priore generale e di redigere le costituzioni. Da allora vennero conosciuti come Eremiti dell'Ordine di S. Agostino. Con la bolla Religiosam vitam eligentibus del 26 aprile 1244 il pontefice legittimava e prendeva sotto la sua protezione il nuovo Ordine, al quale concedeva il privilegio dell' esenzione dalla giurisdizione dei vescovi e la sottomissione diretta alla Santa Sede, come aveva già fatto con i Francescani e i Domenicani. Il Papa seguì con particolare interesse lo sviluppo e la crescita di quest'Ordine tanto che tra il 1244 e il 1256 gli vengono indirizzate, o almeno si riferiscono ad esso direttamente, circa 40 bolle. Tuttavia quando si parla del Papa e dei suoi decreti si deve sempre tenere presente che la maggior parte delle costituzioni papali venivano preparate dall'Annibaldi. A lui erano state affidate "la cura, i provvedimenti e il governo dell'Ordine senza restrizioni" queste parole sancivano il controllo assoluto sul nuovo Ordine. Nel frattempo lo continuava ad impegnare la sua carica di rettore di Campagna e Marittima. Infatti nel 1246 il Papa gli ordinò di costringere Alatri a mantenere la pace con Fermentino.

L'anno successivo dovette mobilitare gli abitanti di Terracina per recuperare un castello dalla vicina città di Setino e nel 1248 fu sollecitato il suo intervento per dirimere le controversie tra la nobiltà e i cittadini di Anagni. Nel 1250 il cardinale Annibaldi si occupò ancora attivamente delle sorti dell'Ordine agostiniano: trasferì i Minori dal Convento di Santa Maria del Popolo in Roma per insediarvi i Toscani e grazie alla sua posizione ed alle sue influenze politiche fece sì che l'Ordine si diffondesse in Italia e all'estero. Alla morte del Papa Innocenzo III salì al soglio pontificio Alessandro IV. Il cardinale Riccardo aveva legami di parentela con il nuovo pontefice e i legami di sangue si tramutarono anche in affetto e affinità di opinioni per la loro comune visione politica. Il carattere forte e deciso del cardinale, che si era saggiamente adeguato al regime autocratico di Innocenzo V, poteva ora avere la meglio senza suscitare particolari problemi. Infatti Alessandro IV aveva un buon carattere e si lasciava guidare con facilità: egli soleva scegliere l'uomo secondo lui più atto a svolgere un compito e poi gli lasciava ampia libertà. Il nuovo potere dell'Annibaldi divenne subito evidente quando il pontefice lo nominò arciprete di S. Pietro come successore del cardinale Stefano di Santa Maria in Trastevere. La nuova carica gli conferì grande ricchezza e maggior potere. La cospicua rendita della basilica derivava dal possesso di 44 chiese, 14 ospedali, 2 monasteri e 12 castelli.

La politica di Riccardo fu di tenere le rendite nel numero più basso possibile di mani. Alla sua morte erano rimasti solo dieci canonici. L'amministrazione della cattedrale non fu però delle migliori e ne abbiamo documentazione nella lettera che il papa inviò a Gaetano Orsini, successore di Riccardo. Per quanto riguarda le vicende strettamente legate alla costituzione dell'Ordine di S. Agostino ritroviamo il cardinale il 9 aprile 1256. In tale data si ebbero infatti ulteriori sviluppi nella formazione di tale Ordine con la bolla Licet Ecc/esiae catholicae di papa Alessandro IV. Con tale documento il pontefice confermava l'unione degli Eremiti di Giovanni Bono (regola agostiniana, 1225), degli Eremiti della Tuscia, degli Eremiti di San Guglielmo (regola benedettina), degli Eremiti di Brettino (regola agostiniana, 1228), degli Eremiti di Monte Favale (regola benedettma), e di altre congregazioni non meglio specificate della "unica professione e regolare osservanza dell'Ordine degli Eremiti di Sant'Agostino". Questo evento fu chiamato la Grande Unione per distinguerlo dalla Piccola unione creatasi nel 1224 tra gli eremiti toscani. Essa avvenne presso il convento degli eremiti toscani di Santa Maria del Popolo, sempre sotto la direzione del Cardinale degli Annibaldi. Lanfranco Settala di Milano, già superiore degli Eremiti di Giovanni Bono, fu nominato priore generale dell'Ordine che comprendeva sulla fine del XIII già 180 conventi in Italia, Austria, Germania, Svizzera, Paesi Bassi, Francia, Spagna, Portogallo, Ungheria, Boemia ed Inghilterra.

L'unione del 1256 rappresentò un grande passo nella riforma della vita religiosa della Chiesa. Con essa il papa intendeva porre fine alla confusione derivante dall'eccessivo numero di piccoli gruppi religiosi, incanalandone le forze spirituali nell'apostolato della preghiera e della cura pastorale, nel contesto dello sviluppo in atto delle città europee. Gli Agostiniani così entrarono a far parte dei frati Mendicanti insieme con i Domenicani, i Francescani e Benedettini. Il movimento mendicante del XIII secolo rappresentò una risposta rivoluzionaria ad una situazione rivoluzionaria. L'unità della Chiesa si trovava nuovamente minacciata dall'eresia. Nuove sfide derivavano dai cambiamenti economici e culturali in atto nella società. I frati vennero invitati ad inserirsi nei nascenti centri commerciali, per predicare alle classi emergenti sempre più numerose, e per diffondere la spiritualità evangelica tra la gente. L'identità spirituale dell'Ordine aveva pertanto due fondamenti. Il primo era la persona di S. Agostino, da cui aveva ripreso l'idea di vita religiosa, in particolare l'importanza della ricerca interiore di Dio e della vita comunitaria. n secondo era il movimento mendicante, attraverso il quale l'Ordine di S. Agostino rientrava tra gli Ordini della fraternità apostolica. Sembra evidente che nelle intenzioni del Papa ci fosse solo l'ampliamento dell'Unione del 1244 per portare a conclusione il progetto di fondare un nuovo grande Ordine. Infatti in un documento redatto intorno al 1322 si può leggere: "papa Alessandro voleva che fosse a capo del nuovo Ordine fra Filippo, così come lo era in precedenza dei Toscani. Tuttavia questi tra le lacrime ottenne di essere dispensato da questo incarico. Allora il papa istituì il priore generale fra Lanfranco da Milano, uomo prudente". Comunque la Grande Unione rappresentò un evento straordinario poiché diede al nuovo ordine un'importanza a livello europeo, affiancandolo ai Francescani e i Domenicani.

Ciò non accadde sicuramente per caso: la Santa Sede, quindi il cardinale Annibaldi, aveva lentamente preparato il terreno. Infatti se si mettono a confronto le bolle papali inviate a Toscani, Giamboniti e Brettinesi a partire dal 1244, si può notare un lento ma costante processo di avvicinamento tra le tre congregazioni. Non a caso le bolle hanno sempre lo stesso contenuto e quasi sempre anche il medesimo titolo. Il cardinale Riccardo Annibaldi dalla Grande Unione in poi partecipò sempre ad ogni avvenimento della storia agostiniana con un potere praticamente assoluto, anche sul Superiore Generale. Addirittura, secondo alcuni storici, il beato Clemente da Osimo non accettò il secondo mandato a causa di dissapori con l'Annibaldi. Sempre nel 1256 l'Annibaldi mise fine alla devastante guerra tra Enrico, vescovo di Speyer, e lringus, vescovo di Würzburg, guadagnandosi un'amicizia che egli usò per ottenere un monastero per gli Agostiniani in quest'ultima città, monastero che è tuttora esistente. Alla morte di Alessandro IV, avvenuta a Viterbo il 15 marzo 1261, Riccardo sperò di poter ottenere il pontificato. Questa sua speranza andò però delusa non solo durante questo conclave ma anche nei due successivi. Il sogno di Riccardo di diventare pontefice non fu mai coronato. Il suo potere raggiunse comunque l'apice durante i pontificati molto brevi di Urbano IV (29 agosto 1261 - 2 ottobre 1264) e Clemente IV ( 5 febbraio 1265 - 29 novembre 1268). Le ragioni sono ovvie: entrambi dovevano a lui la loro nomina; entrambi erano poco pratici dei metodi e dei sistemi della Curia Papale, quindi dovevano fare affidamento sull'esperienza di uomini come l'Annibaldi; entrambi erano di origine francese e non potevano permettersi di rifiutare il migliore amico di Carlo d'Angiò. Egli non fu sicuramente il più intimo consigliere di questi pontefici ma il suo parere fu decisivo per quanto riguardava le mosse politiche determinanti.

Non sempre però il modo d'agire così indipendente di Riccardo fu gradito a questi papi tanto è vero che Clemente IV lo rimproverò per aver concesso a Carlo d'Angiò il permesso di una campagna militare senza consultarlo. Inoltre nel maggio 1265 cominciò un aspro disaccordo personale poiché Riccardo interferì con l'ordine papale di punire le città di Civita Castellana, Orte, Todi, Spoleto e Nardi per aver parteggiato per il nemico. A causa del suo temperamento collerico l'Annibaldi scrisse una lettera violenta a Clemente IV nella quale, tra le altre cose, sosteneva di non poter permettere alcuna interferenza nel territorio sotto la sua giurisdizione. Il pontefice gli rispose con lo stesso tono: "La lettera che ci hai inviato, a nostro giudizio, non fa onore né a noi né a te ... Tu non avresti mai dovuto dichiarare che noi non avremmo potuto mandare un altro rettore nel territorio nel quale tu solo sei il governatore ... Noi non possiamo ammettere che un cardinale abbia potere al nostro stesso livello ... Inoltre vogliamo aggiungere che quei territori che sono governati da te o dalla tua famiglia ci offendono più di qualunque altro. Vogliamo menzionare soltanto Cometo, Spoleto, Civita Castellana e manteniamo il silenzio su Pietro di Vico ed altri individui." Riccardo, profondamente offeso si allontanò dalla Curia ma il papa in quei giorni critici aveva talmente bisogno di un suo giudizio che lo pregò di ritornare. Meno fortuna ebbe durante il pontificato di Gregorio X (1 settembre 1271 – 10 gennaio 1276): il nuovo pontefice riteneva i cardinali Annibaldi e Orsini responsabili del ritardo nella conclusione del conclave e non nutrì molta simpatia per i due principali cardinali romani. Nel 1274 il cardinale Annibaldi non prese parte al Concilio Generale di Lione per motivi di salute legati all'età avanzata. A quel tempo doveva avere ottanta anni se non di più.

Tuttavia il 25 marzo 1275 il papa confermò Riccardo come cardinale protettore degli Agostiniani con l'espressione della sua massima fiducia. Anche in questa occasione vecchiaia e malattia furono le ragioni principali per cui chiese che il capitolo generale dell'Ordine Agostiniano fosse celebrato nel suo castello di Molara. Fu l'ultimo capitolo che egli presiedette e come dono di commiato fondò ai piedi della sua residenza una casa dell'Ordine, che dedicò a S. Agostino. Nel settembre 1276, quando il capitolo generale italiano fu tenuto a Todi, il suo nome non è menzionato. A quel tempo o seguiva il conclave per l'elezione di Adriano V o forse era già morto. Cosa si può aggiungere d'altro? Annibaldi era ricco e potente, come del resto lo erano in genere tutti i cardinali di quel periodo. E' naturale che nella progettazione della Grande Unione fosse orgoglioso di dar vita ad un Ordine colto e potente su cui lui avrebbe avuto influenza e potere. Nonostante ciò gli storici sostengono che egli amasse veramente la Chiesa e che si sia adoperato per il suo bene e la sua libertà. Probabilmente era conscio di non essere né un santo né un uomo particolarmente carismatico. Tuttavia a 750 anni dalla costituzione dell'Ordine, gli agostiniani ricordano ancora questo cardinale che tanto ha influito sulla loro storia.