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DEI E MITI DELL'Africa romana: Eros

Statua di Eros ai Musei Capitolini di Roma che tende il suo arco

Eros tende l'arco

 

 

 

 

EROS

 

 

 

 

Eros nella mitologia greca era il dio dell'amore. Nelle origini non era considerato divinità, ma pura forza ed attrazione: per Omero infatti rappresentava quell'attrazione irresistibile che due persone sentono uno per l'altro e che può portarli a perdere la ragione o alla distruzione.

Eros è l'elemento fondamentale del cosmo nei miti cosmogonici greci. Immerso nel caos primitivo, egli rappresenta la forza attrattiva che assicura la coesione dell'universo e la riproduzione delle specie. In seguito divenne la divinità dell'Amore, figlio di Afrodite e di Ares, fratello di Anteros (l'amore reciproco). Fu generalmente raffigurato come un bambino alato che ferisce i cuori con le sue frecce. La letteratura e l'arte hanno spesso ripreso gli intrighi e il suo idillio con Psiche.

È con Esiodo che Eros diventa un dio, ma non possiede ancora la classica rappresentazione del fanciullo paffuto, che vola scoccando frecce d'amore, ma è ancora una divinità primordiale, antica come Gea (la Terra) stessa. Non è il figlio di Afrodite, ma il suo compagno di ogni momento. L'Eros di Esiodo aveva una potenza enorme, poteva causare danni a cui nessuno poteva porre rimedio, né uomini né dei. Da questa concezione, successivamente la figura del dio temibile si trasformò in una divinità dell'amore.

Euripide gli riconosceva un grande e pericoloso potere, rievocando le sue frecce in senso figurato. Il potere di Eros era illimitato, egli era l'elemento attivo dei tempi primordiali. Per questo motivo era adorato a Tespi sotto forma di una pietra grezza. Vi sono diverse versioni della sua genealogia.

A volte viene considerato figlio di Afrodite generato con Zeus o con Ares o con Ermes oppure da Ermes e Artemide.

Per personificare le diverse forme che può assumere, gli vengono attribuiti a volte dei fratelli, come Anteros, che personifica l'amore corrisposto.