Percorso : HOME > Africa agostiniana > Siti archeologici > Maktar > Monumenti romani

AFRICA ROMANA: Maktar

Le maestose navate a colonnati della basilica

Le maestose navate a colonnati della basilica

 

 

MAKTAR

 

 

 

Il Museo

Il museo e il giardino che lo circonda ospitano un interessante lapidario: ex voto neopunici (I-III sec. d. C.) dal tophet di Baal Hammon; stele di fattura libica e altre analoghe a quelle di Ghorfa conservate al Museo del Bardo di Tunisi; sculture e frammenti architettonici di epoca romana, tra cui un architrave recante una dedica a Domiziano per la locale schola degli Juvenes; bronzi; lucerne a olio; monete; un pavimento a mosaico con iscrizioni (VI sec.); epigrafi cristiane.

Alle spalle del museo si trova una sorta di terrazza, che formava in origine la base di un tempio trasformato in un secondo tempo in basilica cristiana (restano due colonnati).

 

 

L'Anfiteatro

Una strada lastricata romana che sale serpeggiando sulla collina, porta a un piccolo anfiteatro la cui arena, circondata dalla cavea che ha ormai perso le gradinate, è ancora ben visibile (da notare il curioso dispositivo per introdurre i piccoli animali).

 

 

Il Tempio di Hathor Miskar

Dopo aver oltrepassato l'anfiteatro sulla sinistra si entra nel tempio di Hathor Miskar, ricostruito alla fine del II o agli inizi del III sec. È il tipico santuario africano, con il recinto sacro delimitato da un peribolo e reso accessibile tramite un propileo. Un piccolo tempio allungato con pronao e cella absidale era addossato al lato sud del cortile, mentre i lati est e ovest erano porticati. Sotto il santuario si apriva una cripta chiamata « stanza delle cose sante» in una dedica neopunica al dio Hathor Miskar; un'altra iscrizione cita i nomi di tre sufeti, magistrati che probabilmente presiedevano al governo locale quando la città fu elevata al rango di colonia. A est del tempio è stata portata in luce la casa di Venere, la più ampia e ricca delle dimore fino a oggi scavate.

 

 

Le maestose navate a colonnati della basilica

Le maestose navate a colonnati della basilica

Il Foro di Traiano

Il foro di Traiano, costruito nel II sec., rettangolare e circondato da portici, conserva quasi intatto l'antico lastricato. Nell'angolo nord-orientale una piazzetta quadrata, ove restano le quattro colonne del portico e una stele dedicata a Mercurio, costituiva il mercato. Dalla piazza Severiana si diparte «il decumanus maximus», la strada principale della città; a sud il vecchio foro, centro politico e religioso fino all'inizio del II secolo d. C., contrasta, nell'arcaico perimetro irregolare, con il rigoroso ordine del foro di Traiano.

 

 

 

L'Arco di Traiano

L'arco di Traiano, che dava accesso al foro, è coevo a quest'ultimo; reca ancora il fregio che lo dedica a «Cesare Nerva Traiano Augusto, il migliore dei principi, vincitore dei Germani, degli Armeni e dei Parti, nel suo ventunesimo anno di regno» e risale al 116 d. C.. I Bizantini lo trasformarono in forte affiancandogli una torre quadrata. A sud si apre uno spiazzo (la piazza Severiana) occupato sul lato nord dai resti di una fontana monumentale; al di là di questo si stendono rovine di epoca tarda.

 

 

La Basilica di Hideguns

La basilica di Hideguns (o Hildeguns) è una chiesa a tre navate eretta nel V sec. per ospitare le spoglie di un vandalo convertito al Cristianesimo e ricostruita successivamente a più riprese. Circondata da vani di difficile lettura, conserva dietro l'abside un battistero absidato; il fonte battesimale era collocato sotto un ciborio a quattro colonnine, le cui basi, recuperate da edifici romani, rappresentavano gli attributi di Apollo e Diana (sono esposte nel giardino del museo assieme a un altro elemento pagano di spoglio, una cornice di marmo dedicata a Latona). Sul pavimento numerose lastre tombali, quasi tutte di epoca bizantina.

 

 

Le maestose Terme della città romana

Le Terme della città di Maktar

Le Terme del Sud

Circa 100 m a sud della basilica di Hideguns sorgono le grandi Terme del sud, costruite poco prima del 200 e trasformate in fortezza in età bizantina mediante riutilizzo di materiali di spoglio; benché l'ala meridionale, poggiante su sostruzioni a volta, sia andata pressoché perduta, sono tra le meglio conservate dell'Africa. Il frigidarium, pavimentato a mosaico, è stato interamente scavato: le pareti restano in piedi, per un'altezza di circa 20 m, fino all'imposta delle volte; il pozzo risale invece all'età bizantina. Notevole è anche l'insieme costituito dalla palestra nord e dalla sua esedra, con colonne, pilastri e arcate trovati in sito o parzialmente ricostruiti; all'interno di questa si aprono ben sei ambienti riscaldati.

 

 

Terme del nord e del soffitto capitolino

A ovest del tempio restano le fondazioni di un curioso edificio absidato detto «Chatelain» dal nome dell'archeologo che lo scavò nel 1911; a nord-ovest di questo si trovano le Terme del nord, risalenti alla dominazione bizantina (VI secolo). Poco distante fu eretto sotto Marco Aurelio un altro stabilimento termale, detto terme del soffitto capitolino (fine II secolo), successivamente trasformato in basilica cristiana. Un grande edificio, del quale si ignora la destinazione precisa, fiancheggia a ovest il vecchio foro; sulla facciata orientale venne costruito, in epoca assai tarda, un corpo avanzato, che ricopriva la via degli Juvenes, in modo da offrire un accesso sullo stesso livello del vecchio foro.

 

 

Colonna anepigrafica

Colonna anepigrafica

Terme di Marco Aurelio

A ovest del vecchio foro si stende, al di là del terrapieno, l'area delle terme di nord-ovest, risalenti al regno di Marco Aurelio (seconda metà del II secolo d. C.) e solo parzialmente scavate; nel frigidarium fu installata una basilica cristiana di cui sono ancora visibili l'abside e le navate divise da transenne di cui restano solo i pali di sostegno.

 

 

Il Tempio del Liber Pater

Il tempio del Liber Pater (Bacco), uno dei protettori della città, è collegato al «decumanus maximus» mediante una corta scala; secondo un'iscrizione incisa su una colonna (oggi al Museo del Bardo) fu costruito (o ricostruito) grazie alla generosità della corporazione dei follatori, dei quali Bacco era il patrono. Sotto il pronao del tempio, una cripta con volta a botte, accessibile mediante due scale, sovrasta una cavità scavata nella roccia, luogo sacro di epoca più antica che fu poi interrato al momento dell'erezione del tempio (fine II secolo). Il complesso venne distrutto nel IV secolo e alcuni suoi elementi furono riutilizzati nel 361 per la costruzione di un ciborio.

 

 

Schola Juvenes

L'edificio detto schola degli Juvenes era probabilmente la sede dell'associazione dei giovani di Mactaris, la cui attività è attestata da un'iscrizione, datata al principato di Domiziano (al più tardi nell'88 d. C.), secondo la quale l'associazione, adoratrice di Marte Augusto, fece costruire a proprie spese, su un terreno pubblico, una basilica e due granai; secondo altri studiosi l'iscrizione non si riferirebbe però a questo edificio, che sarebbe invece una grande casa del III o IV secolo forse in parte rimaneggiata. La costruzione fu poi trasformata in basilica cristiana.

La via degli Juvenes, che si innesta da sud nel «decumanus maximus», in epoca romana dava accesso a un vestibolo a cielo aperto e poi a una corte a peristilio dalle armoniose proporzioni, sulla quale si aprivano vari annessi (a est un piccolo ambiente termale e le latrine); la sala principale, posta in fondo al cortile, era in origine rettangolare e vide (forse nel IV secolo) l'aggiunta di un'abside contenente un pozzo. Con la trasformazione dell'edificio in «basilica funebre» pagana due file di colonne furono poste direttamente sui mosaici; di fianco e davanti all'abside vennero collocati due altari funebri che, secondo alcuni, sarebbero tombe di benefattori del III sec., secondo altri due tombe prese dalla vicina necropoli e utilizzate come basi per gli altari.

Dietro la basilica si trova un complesso di rovine piuttosto confuse, tra le quali è possibile riconoscere: le Terme degli Juvenes, dove fu trovata l'iscrizione di fondazione della schola; il monumento a Julia Senenata (IV sec.), comprendente un cortile rettangolare antistante a un'esedra funeraria; un edificio a quattro absidi fornito di vasche in pietra poste sotto una sorta di sportelli centinati (solo una delle absidi risale all'epoca severiana, le altre tre sono aggiunte del IV sec.): questo edificio assolveva probabilmente funzioni economico-amministrative, quali la riscossione o distribuzione di derrate.

 

 

Stele punica dedicata a Baal Hammon

Stele punica dedicata a Baal Hammon

La Necropoli

La necropoli annovera monumenti megalitici e tombe di epoca romana e bizantina; utilizzata fin dall'inizio dell'occupazione del sito, fu costantemente spinta verso sud dallo sviluppo dell'abitato finché, nel IV secolo, cominciò invece a espandersi a danno della città ormai in declino. Una tomba megalitica, scavata presso le Terme degli Juvenes, è costituita da sei cellette disposte a gruppi di tre; lo spazio antistante, lastricato e un tempo coperto da un tetto poggiante su pilastri monolitici, si divideva in tante piccole corti quante erano le cellette.

Anche se si rifanno nelle forme ai culti funerari punici, questa tomba e quelle a essa analoghe, assai frequenti nella regione, furono erette a partire dal I secolo a. C. da contadini numidi; contengono molte sepolture a inumazione e si ritiene che siano state poi usate come ossari.

 

 

Tempio di Apollo

Dal piazzale del museo si raggiunge il tempio di Apollo, costruito agli inizi del II sec. nel luogo del santuario di Baal Hammon, dove si veneravano anche Diana e Latona; molte delle colonne e delle pietre scolpite riutilizzate in epoca cristiana provengono da questa fabbrica. Da qui è possibile seguire, per alcune centinaia di metri i resti di un antico acquedotto.

 

 

Mausoleo degli Julii

All'esterno di questa zona, a nord-est del museo e in una posizione dalla quale si dominano le strade per Tunisi e Kesra, sorge il mausoleo degli Julii, parzialmente crollato, che conserva un'iscrizione in versi e un bassorilievo raffigurante un sacrificio.

 

  APPROFONDIMENTO

       Sculture e Stele

 

 

Stele ex-voto

Ex-voto neo-punici su una stele in calcare scolpita a rilievo. Sopra una iscrizione dedicata a Baal Hammon si trova, in piedi, il dedicante, un certo Baal Sama, che tiene in mano un caduceo e con l'altra delle offerte. Ancora più sopra, verso il frontone, si vede un triskele. La stele risale al I sec. a. C. ed è conservata al Museo del Bardo. La stele riporta anche una iscrizione.

 

 

Colonna epigrafica

Colonna epigrafica formata da tre registri. Il primo, in alto, mostra un atto di sottoscrizione effettuato da una corporazione di operai follatori che costruirono un tempio o un locale destinato alle loro riunioni. Il secondo registro mostra un offerente una libagione. Il terzo è una dedicazione alla divinità. La colonna risale al II secolo d. C. ed è conservata al Museo del Bardo.