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CICLo AGOSTINIANo della VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

Agostino e Nebridio riflettono sulle loro passioni, immagine tratta dalla Vita sancti Augustini

Agostino, Alipio e Nebridio riflettono sulle loro passioni

 

 

VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

1450-1490

Ms. 1483, Boston, Public Library

 

Agostino, Alipio e Nebridio riflettono sulle loro passioni

 

 

 

Agostino al centro della scena discute con viva forza e con ampi gesti delle mani. Nebridius ascolta attentamente mentre tiene un libro chiuso sotto il braccio. Due libri sono aperti sulla panca dove siedono i tre amici. Il miniaturista illustra solamente il fluctuabant della corrispondente notizia, ma non esprime nulla circa i loro gemiti e le sofferenze quando stanno pensando al loro triste stato morale. E' una scena di discussione che riguarda il loro stato e la loro condizione morale con un tasso tecnico di buona fattura.

Ibi Augustinus Alipius et Nebridius socii familiarissimi et amici dulcissimi in flagrantissimo studio veritatis atque sapiencie pariter suspirabant, pariter fluctuabant et gemebant atque dicebant: «Quamdiu et quo fine multos dolores insaniarum nostrarum et infelicium cupiditatum nostrarum faciemus? Et sic crebro dicebant et tamen dicendo non relinquebant, quia non elucebat certum aliquid quod illis relictis apprehenderent.

Hoc ex 6° Confessionum. Capitulum XXVII.

 

Nello stesso tempo venne d'Africa un tal Ponziano, amico di Agostino, che gli parlò della vita e dei miracoli di Antonio che era morto da poco in Egitto. Agostino, mosso da questi esempi andò, tutto turbato, dal suo amico Alipio e gli disse:

- Quanto ci tocca soffrire al vedere gente ignorante innalzarsi verso il cielo, mentre noi con tutta la nostra scienza andiamo a gettarci nell'inferno !

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

 

Le notizie sulla vita di Alipio sono contenute quasi totalmente nelle opere del suo grande amico, s. Agostino, con il quale divise gli errori della gioventù, la conversione e le fatiche dell'apostolato. Alipio nacque a Tagaste (oggi Souk-Ahras in Algeria) da genitori che erano tra i maggiorenti del paese. Piccolo di statura, ma di animo forte e di indole virtuosa, strinse un'affettuosa ed intima amicizia con Agostino, tanto che questi lo chiama ripetutamente frater cordis mei. Più giovane di qualche anno del suo amico, ne frequentò le scuole di grammatica nel paese natale e le scuole di retorica a Cartagine; lo precedette a Roma, dove si recò per studiare diritto, e lo accompagnò a Milano. Con l'amico Alipio Agostino visse il travaglio del ritorno alla fede; castissimo di costumi, gli fu di sostegno nella lotta contro le passioni e lo sconsigliò dal prendere moglie per non rinunziare a vivere liberamente nell'amore della sapienza; fu presente alla crisi della conversione e ne seguì l'esempio; si ritirò con lui a Cassiciaco, dove prese parte alle dispute di filosofia, e insieme con lui ricevette il battesimo il 25 aprile del 387. L'anno seguente Alipio tornò in Africa e a Tagaste si ritirò con gli amici a vita cenobitica.

Nel 391 seguì Agostino nel monastero d'Ippona. Poco dopo viaggiò in Oriente e strinse amicizia con Girolamo. Fu caro a Paolino da Nola, che ne ammirava la santità e lo zelo. Eletto vescovo di Tagaste, quando s. Agostino era ancor prete, a fianco di lui, per quasi quarant'anni, rifulse nella Chiesa d'Africa come riformatore del clero, maestro di monachismo e difensore della fede contro i donatisti e i pelagiani. Nel 411 partecipò alla Conferenza di Cartagine, e fu tra i sette vescovi cattolici che sostennero le dispute con i donatisti, nel 416 partecipò al Concilio di Milevi (Numidia) e nel 418, per incarico di papa Zosimo, si recò a Cesarea di Mauritania per affari ecclesiastici, prendendo parte alla disputa di Agostino con Emerito, vescovo donatista.