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CICLI ICONOGRAFICI AGOSTINIANI

Agostino in viaggio: affresco di Benozzo Gozzoli nella chiesa di sant'Agostino a San Gimignano

Agostino in viaggio: affresco di Benozzo Gozzoli a San Gimignano

 

 

 

L'ORDINE AGOSTINIANO E I CICLI ICONOGRAFICI

 

 

 

Costituito nel 1256 da papa Alessandro IV nel Trecento l'Ordine agostiniano si diffuse specialmente in Italia e in Germania, dove furono costruiti numerosi conventi. I priori commissionarono agli artisti dell'epoca opere monumentali, che dovevano esprimere la grandezza di Agostino e dell'ordine agostiniano. Si trattò in genere di affreschi che narravano gli episodi principali della vita di Agostino. Le scene erano suggerite dai teologi agostiniani, che presero spunto dalle opere del santo (principalmente le Confessioni) e dalle leggende medioevali che narravano i miracoli di Agostino.

Di grande interesse sono i primi cicli a Erfurt (1314), Rabastens (1316), Padova (1338), Fabriano (1350), Pavia (1362) e la Pala d'altare di Monaco (1380). Fu l'agostiniano Jacques Legrand (1365-1415) a scrivere per primo un programma iconografico del santo, che ebbe molta fortuna.

Tra i cicli in discreto stato di conservazione segnaliamo innanzitutto quelli approntati da Ottaviano Nelli (1375 circa -1440/50) a Gubbio, e da Benozzo Gozzoli (1420-1497) a San Gimignano, nelle chiese dedicate al santo.

Con spaziato rigore e pacata vena narrativa Benozzo Gozzoli, con l'aiuto di Giusto d'Andrea, conduce a termine il ciclo di San Gimignano nel 1465, come si evince dalla scritta: "Eloquii Sacri Doctor Parisinus et Ingens/Gemignaniaci Fama Decusque Soli/Hoc Proprio Sumptu Dominicus Ille Sacello/lnsignem Iussit Pingere Benotium MCCCCLXV" apposta al di sopra del riquadro che esempla la partenza di Agostino per Milano.

Degli affreschi di Guariento di Arpo (morto prima del 1378) nella chiesa degli Eremitani di Padova, eseguiti nel 1338, permangono: La visione dell'angelo; Il Battesimo e la sua vestizione; Monica in preghiera; Agostino ordina i vescovi africani. Ispirate alla vita del santo e a testi leggendari le raffigurazioni in Notre-Dâme du Bourg a Rabastens, eseguite nel XIV secolo, e negli stalli del coro della cattedrale di Carlisle eseguiti alla fine del Quattrocento.

In buono stato di conservazione gli affreschi di Matthaus Gunther (1705-1788) a Novacella, a Rottenbuch e a Indersdorf, firmati e datati 1755, uno dei cicli di maggior spicco dell'artista tedesco. Dobbiamo menzionare gli affreschi di Johann Zick (1702-1762) a Schussenried, dagli echi piazzetteschi e tiepoleschi; di Johann Baptist Zimmermann (1680-1758) nella Parrocchiale di Weyarn, condotti a termine nel 1729; di Johann Georg Bergmuller (1688-1762) nella chiesa di Santa Croce di Augusta.

Di buona fattura sono gli affreschi di Johann Baptist Enderle (1724-1798) nella chiesa degli Agostiniani di Magonza; di Felix Anton Schefer (1701-1760) nella chiesa dedicata al santo a Baumburg, dai pronunciati accenti rocaille; di Joseph Ignaz Weegschaider (operante nella prima metà del XVIII secolo) a Beuron.

Ispirate alle trentasei incisioni di Schelte a Bolswert (1581-1659) - pubblicate a Parigi nel 1624 - le figurazioni di Miguel de Santiago e aiuti (operante nel XVII secolo) presso il Convento agostiniano di Quito, che ne propongono eventi reali e leggendari sulla vita e sull'operato.

Una disamina della esistenza di Agostino viene realizzata da Giovan Pietro da Cemmo (menzionato dal 1475 al 1504), con la collaborazione di aiuti, nella Cappella del Sacramento della Chiesa agostiniana di Cremona; dal Maestro di Sant'Agostino (operante nel XV secolo), influenzato dal Memling, in una pala d'altare suddivisa tra il Metropolitan di New York (Cloisters Collection) e la National Gallery of Ireland di Dublino; da Martinus Pepijn (operante nel XVII secolo), legato a Van Dyck, nella pala della Cappella dell'Ospedale di S. Elisabetta di Anversa, firmata e datata 1626; da Jaime Huguet (1415-1492) nel retablo presso il Museo d'Art Catalana di Barcellona; da un Pittore veronese operante attorno al 1380 nei pannelli della Alte Pinakothek di Monaco; da un Pittore legato a Jan van Scorel (1495-1562) nella pala della Sacrestia di S. Stefano a Gerusalemme.

Niccolò di Pietro (opere firmate dal 1394 al 1416 presso la Pinacoteca Vaticana) offre con brio favolistico la narrazione di scene di vita di sant'Agostino. Giuseppe Nuvolone (1619-1703) ha lasciato nobili testimonianze in tre pale presso la chiesa del santo a Novara che presentano la Conversione del Santo, la Meditazione sul Mistero della Trinità e l'Ispirazione di una visione divina mentre scrive il De Trinitate.

Otto pannelli del Maestro di Uttenheim (operante nel XV secolo) ne perpetuano la memoria nella Abbazia di Novacella. Carle van Loo (1705-1761) ha dipinto tra il 1750 ed il 1765 sei tele che documentano il Battesimo di Agostino, la sua consacrazione a vescovo, la Predicazione davanti a Valerio, la disputa contro i Donatisti, la sua agonia e la traslazione delle sue reliquie. Esse decorano il coro della chiesa di Notre-Dâme des Victoires di Parigi, un ciclo che Pierre Rosemberg considera unico nella pittura francese del secolo.

Vita e leggende del santo risultano molto bene evidenziate in molteplici cicli iconografici, fra cui va senz'altro citato quello scolpito mirabilmente nell'Arca di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia.

L'Arca di Pavia raccoglie le spoglie di Agostino e costituisce forse la più sublime opera d'arte che dal tardo medioevo giunge a noi a onore e gloria di Agostino e di dell'ordine agostiniano risorto nel 1256, che nei secoli ha cercato di rendere sempre attuale il pensiero e l'opera di Agostino.